E li mandò ad annunciare il regno di Dio
La guarigione degli infermi, le opere di carità, ogni altra attività compiuta dal discepolo di Gesù è sempre un mezzo mai il fine. Il fine per chi compie le opere è il raggiungimento della vita eterna. Anche la croce vissuta da Cristo Gesù in pienezza di amore e di pazienza è un mezzo. È la via per entrare nella vita eterna con il suo corpo, la sua anima, il suo spirito. È la via per ottenere la gloriosa risurrezione. Anche Cristo Gesù, poiché vero uomo, è obbligato a vivere il Vangelo del Padre in pienezza di obbedienza al fine di ereditare la vita eterna. Lui è la vita eterna, ma anche erede della vita eterna. Lui è santo, innocente, puro, senza peccato, immacolato, senza alcun bisogno di redenzione. Ma non per questo come vero uomo non obbligato al Vangelo del Padre per essere nella sua umanità erede della vita eterna, annunziata, predicata, data nel suo nome, per il suo sacrificio offerto al Padre dalla Croce.
Cosa è l’annunzio del regno di Dio? È la manifestazione all’uomo che vi è un dono – il regno di Dio – nel quale lui deve entrare, se vuole ereditare la vita eterna. Si entra nel regno di Dio, lo si accoglie, si diviene parte di esso, ci si incammina verso la beata eredità del Paradiso. Come convincere l’uomo della verità del suo annunzio e della sua proposta? Attraverso la guarigione del suo corpo, della sua anima, del suo spirito. Cristo dona ai suoi Apostoli la sua forza e il potere di liberare l’uomo dalla schiavitù del diavolo e da ogni infermità, e l’uomo liberato o chi vede la liberazione comprenderà che vi è un altro mondo nel quale si è chiamati a vivere. Questo altro mondo inizia già sulla nostra terra, accogliendo il Vangelo di Gesù Signore, e vivendo secondo quanto esso prescrive ad ogni uomo che lo accoglie nel suo cuore. Senza l’accoglienza e la vita secondo il Vangelo, non c’è entrata nel regno di Dio. Si rimane fuori.
Se si entra ne regno di Dio, divenendo Vangelo di Cristo Gesù, oggi, sulla nostra terra, se tutte le opere di carità, misericordia, amore, giustizia, santità, servono a rendere credibile la nostra predicazione o annunzio del regno di Dio e la sua esplicita chiamata ad entrare in esso attraverso la fede nel Vangelo, possiamo noi sperare di essere fedeli missionari di Cristo Signore, vivendo verso i fratelli solo qualche opera di misericordia, senza però né manifestare la stupenda realtà del regno e né invitare esplicitamente alla conversione ad esso, perché si entri in esso, si faccia parte di esso mediante la fede nel Vangelo di Gesù Signore? Può un servo di Cristo Gesù nascondere Cristo agli uomini, se Cristo è il vero bene dato da Dio ad essi ed ogni altro bene serve solo per attrarre i cuori a questo unico e solo vero bene, bene eterno? Se Cristo viene dimenticato, nascosto, non dato, non offerto, anche l’altro bene è vano.
Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo (Lc 9,1-9).
I discepoli di Gesù devono porre ogni attenzione perché mai separino i due beni: i beni come mezzo e il bene come fine. Il bene come vero fine ultimo dell’uomo è Cristo Gesù. Chi porta un uomo a Cristo, lo porta al suo vero, unico, eterno bene. Trovato Cristo, divenuto con Lui una cosa sola, all’uomo nulla più gli manca. Ha Cristo nel quale vi è tutto il Padre e lo Spirito Santo, tutta la grazia e la verità, ogni benedizione e salvezza del Padre. In Cristo possiede ogni pienezza di vita per la terra e per il cielo. In Cristo anche lui diviene erede della vita eterna. Se un discepolo di Gesù si ferma a dare una scarpa, un vestito, un pezzo di pane, un bicchiere d’acqua, ma omette di annunziargli il regno, vi è qualcosa che non funzione in lui. Ha confuso i mezzi della fede con la fede e il dono della stessa fede che è Gesù Signore. Questa confusione mai fu di Cristo Gesù. Lui sempre ha messo in luce la differenza tra miracoli, regno, Vangelo, fede, conversione al regno mediante la conversione al Vangelo. Sempre mezzi e fine sono stati da Lui presentati ad ogni uomo con infinita chiarezza. La sua luce deve essere modello per tutti.
Sappiamo che nella missione consegnata agli Apostoli dopo la sua risurrezione, secondo il Vangelo di Matteo, agli Apostoli non è stato dato nessun potere. Solo il mandato di fare discepoli tutti i popoli e di battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Come mezzi di credibilità è l’insegnamento del Vangelo mostrando però come il Vangelo si deve vivere in ogni sua Parola. Il discepolo di Gesù non viene liberato dalle opere, deve trasformare il Vangelo che annunzia in sua opera quotidiana. Lui annunzia il Vangelo vivendolo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci annunziatori del Regno di Dio.