È LA LEGGE REGALE

GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO (Gc 2,1-9)

La Legge regale è il comandamento del Signore sull’amore del prossimo. È detta regale perché essa governa tutto l’amore dell’uomo verso l’uomo. Ebbene, in questa Legge regale non ci sono favoritismi. Dio ama tutti. I suoi adoratori devono amare tutti: “Il Signore parlò a Mosè e disse: Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Ognuno di voi rispetti sua madre e suo padre; osservate i miei sabati. Io sono il Signore, vostro Dio. Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso. Io sono il Signore, vostro Dio. Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo. Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo. Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. Quando sarete entrati nella terra e vi avrete piantato ogni sorta di alberi da frutto, ne considererete i frutti come non circoncisi; per tre anni saranno per voi come non circoncisi: non se ne dovrà mangiare. Nel quarto anno tutti i loro frutti saranno consacrati al Signore, come dono festivo. Nel quinto anno mangerete il frutto di quegli alberi; così essi continueranno a produrre per voi. Io sono il Signore, vostro Dio. Àlzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore. Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio. Non commetterete ingiustizia nei giudizi, nelle misure di lunghezza, nei pesi o nelle misure di capacità. Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusta, hin giusto. Io sono il Signore, vostro Dio, che vi ho fatto uscire dalla terra d’Egitto” (Cfr. Lev 19.1-37). In questa Legge regale non c’è alcuna distinzione tra i figli di Abramo e i pagani. Ogni figlio di Abramo è chiamato ad amare ogni figlio di Adamo.

Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: «Amerai il prossimo tuo come te stesso», fate bene. Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori.

Se la Legge regale è perfetta, perché l’Apostolo Giacomo mette in risalto che non devono esserci favoritismi tra i cristiani? Lo dice, perché sovente le cattive abitudini e i vizi che le generano assieme ai peccati oscurano la mente, induriscono il cuore, fanno della religione un fatto privato, un evento della singola persona. Da religione universale se ne fa una religione amicale, particolare, settoriale. Ma tutto questo è il frutto del peccato, non della Legge in sé che è perfetta. Dona infinita tristezza sapere che nella comunità regnano i partiti, le divisioni, i contrasti, le simpatie, le antipatie. Ma tristezza molto più infinita dona vedere, osservare che per una parola vana, per un’azione ritenuta non santa, per un contrasto avuto decenni orsono, mai si è perdonato e mai si perdonerà, creando gravi impedimenti al Signore nell’opera della salvezza e della redenzione. A volte per stoltezza, insipienza, non perdono si distrugge l’opera di Dio.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che viviamo la Legge regale dell’amore in purezza.