E IL SIGNORE SI RICORDÒ DI LEI

MARTEDÌ 14 GENNAIO (1Sam 1,9-20)

Nella sterilità Dio manifesta la sua onnipotenza. Sara è sterile. Il Dio Onnipotente rende fecondo il suo seno su promessa fatta ad Abramo: “Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia” (Gen 15,1-6). Anche Rebecca è sterile e anche questo seno il Dio Onnipotente rende fecondo: “Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. Isacco aveva quarant’anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l’Arameo, da Paddan Aram, e sorella di Làbano, l’Arameo. Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché ella era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella esclamò: «Se è così, che cosa mi sta accadendo?». Andò a consultare il Signore. Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si divideranno; un popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo»” (Gen 25,10-23). Anche Rachele dovrà essere benedetta dal Signore Onnipotente: “Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese feconda. Ella concepì e partorì un figlio e disse: «Dio ha tolto il mio disonore». E lo chiamò Giuseppe, dicendo: «Il Signore mi aggiunga un altro figlio!» (Gen 30,22-24). Nella sterilità dell’uomo Dio rivela la sua gloria. Solo Lui è il Signore della vita. Solo Lui è l’Onnipotente che trasforma il deserto in un giardino di vita.

In quei giorni Anna si alzò, dopo aver mangiato e bevuto a Silo; in quel momento il sacerdote Eli stava seduto sul suo seggio davanti a uno stipite del tempio del Signore. Ella aveva l’animo amareggiato e si mise a pregare il Signore, piangendo dirottamente. Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo». Mentre ella prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osservando la sua bocca. Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca. Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Smaltisci il tuo vino!». Anna rispose: «No, mio signore; io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore. Non considerare la tua schiava una donna perversa, poiché finora mi ha fatto parlare l’eccesso del mio dolore e della mia angoscia». Allora Eli le rispose: «Va’ in pace e il Dio d’Israele ti conceda quello che gli hai chiesto». Ella replicò: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via, mangiò e il suo volto non fu più come prima. Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati davanti al Signore, tornarono a casa a Rama. Elkanà si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto».

Anna chiede al Signore che la renda madre. Lei vuole sentire questa gioia nel suo cuore. Non vuole più essere disprezzata dalla seconda moglie di Elkanà. Poi il figlio glielo darà al Signore per tutti i giorni della sua vita. Tutti i figli sono di Dio, perché le madri sono di Dio ed esse concepiscono per benedizione del Signore. Se Dio privasse l’uomo e la donna della sua benedizione, essi sarebbero alberi secchi. Anche questo oggi è un male frutto dell’ateismo. Pensiamo che tutto ci è dovuto per natura. Ignoriamo che la natura per vivere, esprimere le sue potenzialità, manifestare la sua verità ha bisogno della benedizione del suo Creatore, Signore, Onnipotente. Senza la benedizione del Signore, si lavora per il nulla. Anzi moltissimi lavorano per la morte eterna e non per la vita eterna. Anna è donna di grande fede. Chiede a Dio per dare a Dio. Anche questo mistero va oggi rimesso nel cuore di tutti. Si chiede per dare.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ci svestiamo di ogni ateismo e diveniamo credenti.