vangelo del giorno

E gli altri nove dove sono?

9 OTTOBRE (Lc 17,11-19)

Dieci lebbrosi chiedono a Gesù che li guarisca. Lui li manda dai sacerdoti. Erano loro incaricati per constatare l’avvenuta guarigione e offrire al Signore il sacrificio prescritto dalla Legge. Mai Gesù ha trascurato un solo comandamento. Mai ha violato una sola norma. Sempre fedelissimo ad ogni obbligo. In tutto Lui è modello di obbedienza.

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Questa è la legge che si riferisce al lebbroso per il giorno della sua purificazione. Egli sarà condotto al sacerdote. Il sacerdote uscirà dall’accampamento e lo esaminerà: se riscontrerà che la piaga della lebbra è guarita nel lebbroso, ordinerà che si prendano, per la persona da purificare, due uccelli vivi, puri, legno di cedro, panno scarlatto e issòpo. Il sacerdote ordinerà di immolare uno degli uccelli in un vaso di terracotta con acqua corrente. Poi prenderà l’uccello vivo, il legno di cedro, il panno scarlatto e l’issòpo e li immergerà, con l’uccello vivo, nel sangue dell’uccello sgozzato sopra l’acqua corrente. Ne aspergerà sette volte colui che deve essere purificato dalla lebbra; lo dichiarerà puro e lascerà andare libero per i campi l’uccello vivo. Colui che è purificato si laverà le vesti, si raderà tutti i peli, si laverà nell’acqua e sarà puro. Dopo questo potrà entrare nell’accampamento, ma per sette giorni resterà fuori della sua tenda. Il settimo giorno si raderà tutti i peli, il capo, la barba, le ciglia, insomma tutti i peli; si laverà le vesti e si bagnerà il corpo nell’acqua e sarà puro (Cfr. Lev 14,1-32).

Gesù non guarisce all’istante i lebbrosi. Mette in prova la loro fede. La prova viene superata perché essi si muovono mentre sono ancora lebbrosi. Sanno che la Parola di Gesù si compie e si avviano secondo il comando ricevuto. Lungo la via si compie il miracolo. Nove proseguono nel comando ricevuto. Uno torna indietro. Vuole ringraziare Gesù, perché Gesù ringrazi e lodi il Padre, lo benedica e lo esalti. Lui gli aveva chiesto il miracolo e Lui lo deve ringraziare. Apparentemente quest’uomo disobbedisce all’ordine datogli da Gesù, in verità egli vive in modo razionale, intelligente, saggio il comando di Gesù. Fede, obbedienza, ascolto devono essere vissuti con saggezza.

Dal sacerdote si può andare anche domani, dopodomani. Si va quando si desidera che si venga reintrodotti nella comunità. Vivere un altro giorno o più giorni senza reintegrazione non è né un danno e né un male. Non ringraziare Dio attraverso Gesù è scarsezza di riconoscenza, è attestazione di ingratitudine, è insensibilità di fede, è mancanza di vera umanità. Dio attraverso Lui ti ha liberato dalla tua malattia e tu non ti degni neanche di dirgli grazie, di invitarlo a lodare il Signore per il grande beneficio ricevuto. La fede è purissima umanità, ma è anche saggezza e intelligenza divina.

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Vivere un comando, un ordine, senza intelligenza, saggezza, privi di una qualsiasi umanità, è attestazione che nulla si è compreso della fede. Prima si loda e si benedice Colui che ti ha sanato attraverso la persona che è stato suo mediatore di guarigione. Poi si possono assolvere gli altri doveri. Se non si dona priorità a Dio, è segno che noi siamo ai margini della verità, della giustizia, della stessa umanità. Viviamo la nostra fede chiusa nel nostro egoismo e tutto facciamo per noi stessi. La fede vera invece è amore, rispetto, comunione, sensibilità spirituale, alto senso di umanità, visione perfetta di ogni cosa. Essa è ricordo eterno di ogni bene ricevuto, preghiera ininterrotta di lode e di benedizione per il Signore nostro Dio, autore, fonte e origine del bene. La fede è guardare ogni cosa con gli occhi di Dio e mai secondo le regole umane.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera fede.