E di cose simili ne fate molte
9 FEBBRAIO (Mc 7,1-13)
Gesù vive in un mondo fatto di molta religiosità artificiale e di pochissima fede. Non perché l’uomo non sia capace di fede purissima, santa, vera, ma perché le guide del popolo avevano usurpato il posto alla stessa Parola del Signore, sostituendosi ad essa. Non vi era più la Parola che guidava i cuori, ma le loro arbitrarie interpretazioni, che per Gesù sono sostituzione arbitraria, cambiamento plenario o anche parziale non solo dello spirito del Comandamento divino, ma spesso anche della stessa lettera.
Anche nella religione fondata da Cristo Gesù questo può avvenire ed avviene sempre quando la teologia, l’ascetica, la morale, la spiritualità, la mistica, la pastorale, le regole, le costituzioni, gli statuti, ogni altra via pensata dall’uomo si sostituisce alla Parola. O lasciamo che la Parola, illuminata nel cuore dallo Spirito Santo, sia per tutti la sola luce che illumina il nostro cammino verso Cristo, oppure inesorabilmente il pensiero dell’uomo, trasformato anche in altissimo pensiero su Dio e sulla sua rivelazione, prende il sopravvento e oscura Dio nella sua Parola, nella sua Luce, nel suo Santo Spirito, nell’attuale mozione e spirazione, nella quotidiana guida a tutta la verità. È questo il pericolo sempre in agguato. Ma è anche questa la tentazione che Satana scava come fossa profonda e nascosta sul sentiero del discepolo di Gesù.
La Chiesa è ferita nel suo seno, lacerata nelle sue membra, separata nella sua unità solo a motivo del pensiero dotto, sottile, perspicace dell’uomo che si è installato come tiranno e sovrano sulla stessa Parola del Signore. La Parola di Dio è stata posta a sgabello dei piedi dell’uomo, mentre viene incoronato come supremo legislatore, suprema luce, il suo pensiero, il desiderio, frutto del suo peccato di superbia e di concupiscenza. Tutti siamo chiamati a invertire questo modo di procedere, pensare, volere, decidere. Ognuno dovrebbe mettersi con la coscienza dinanzi a Dio e decidere per se stesso di togliere dal suo cuore l’idolatria e l’empietà e di convertirsi alla pura Parola di Cristo Gesù. Questa conversione è personale, mai comunitaria.
Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Per i farisei lavarsi le mani prima di prendere cibo o anche come purificazione dal contatto immondo con gli altri, era legge superiore ad ogni altra legge. Adulterare, rubare, deviare il corso della verità non era poi così grave come mangiare con mani non lavate. Per Gesù invece una cosa sola è necessario che l’uomo si lavi: il cuore. Lo si deve lavare da tutte le impurità di male, vizio, cattiveria, stoltezza, insipienza che sono in esso e che lo rendono immondo. Quando un uomo si lava il cuore, è tutto puro anche se le sue mani sono piene di fango, di materia. La materia non è mai impura. Essa è purissima. È opera di Dio. Impura è invece ogni opera dell’uomo che nasce dal suo cuore impuro. Impuro è il giudizio di condanna sui discepoli. Impuro è il desiderio di uccidere Cristo Gesù perché predica la vera religione, la vera fede.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci puri di cuore e di mente.