E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»

La vocazione di un uomo si inserisce nel mistero più profondo della Provvidenza divina. Dio non solo ha creato le cose visibili e invisibile, provvede anche a che ognuna di esse raggiunga il fine per cui è stata creata. Qual è il fine di ogni creatura? Vivere, agire, interagire con Lui perché ogni altra creatura possa raggiungere il suo fine. Il fine dell’una si raggiunge attraverso il fine dell’altra. Dio si prende cura del sole. Attraverso il sole vive tutta la terra, uomini, animali, piante. Se il sole si oscurasse, tutta la terra si oscurerebbe in pochi attimi. Diventerebbe mondo senza alcuna vita. Siamo gli uni dal fine per il quale il Signore ha creato gli altri.

Qual è la vocazione di Pietro? Quella di pascere pecore e agnelli sempre di Cristo, del vero Cristo, del Cristo di Dio. Attraverso quali mezzi Lui potrà assolvere a questo fine che Cristo gli dona? Attraverso un amore grande verso di Lui. Pietro si nutrirà di Cristo. Nutrirà pecore e agnelli del Cristo con il quale si nutre. Se Lui non si nutrirà di Cristo, pecore e agnelli si alimenteranno di un Cristo falso. Non raggiungeranno il loro fine, perché Pietro non sarà per essi Provvidenza che si nutre di Cristo per dare Cristo a pecore e agnelli. La vocazione allora non è una cosa secondaria. È permettere alla Provvidenza di Dio, di Cristo di operare.

Chi si pone fuori della Provvidenza di Dio, si sottrae al suo fine, perché non si abbandona alla volontà di Dio, che gli rivela la ragione eterna per la quale lui è stato creato. Sottrae il mondo intero alla divina Provvidenza. Per lui molti non raggiungono il loro fine perché lui si è sottratto ad esso. È giusto allora che Pietro mai dimentichi il fine che la Provvidenza di Dio gli ha affidato: Dare il vero Cristo, il Cristo di Dio, ad ogni pecora e ad ogni agnello. Se lui viene meno in questo fine, perché si distacca da Cristo, pecore e agnelli possono anche rischiare di non conoscere il vero Cristo e di adorarne uno falso. Molti oggi sono gli adoratori di un Cristo falso.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».

Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere (Gv 21,15-25).

Non si è Provvidenza di Dio solo per un giorno o per qualche mese. Pietro dovrà essere Provvidenza di Dio non solo dicendo sempre Cristo, ma anche mostrandolo visibilmente nella sua vita e nella sua morte. Oggi Gesù lo chiama a seguirlo nella morte di croce e Pietro si incammina dietro il Maestro per andare in croce. Quando questo avverrà lui ancora non lo sa. Sa però che questa è la via, questa la sua vocazione, questo il fine da compiere: mostrare perennemente Cristo sia in vita che in morte. Non ha altri fini da realizzare nella sua vita. Il fine non lo sceglie l’uomo. Lo sceglie sempre il Signore e anche le sue modalità storiche.

Oggi l’uomo vive sganciato da Dio Padre, da Cristo Signore, dallo Spirito Santo. Dona alla sua vita fini effimeri. Oggi è l’era della vanità. Si lavoro per il nulla, per ciò che non dura, per ciò che soddisfa il nostro corpo. Si manca di ogni relazione con gli altri, perché non si vede la propria vita nell’ordine della Provvidenza divina. Urge riportare l’uomo in Cristo, perché attraverso Cristo sia riportato nel Padre e nello Spirito Santo. Se l’uomo non si vede dal seno della Beata Trinità, mai potrà dare alla sua vita il significato che Dio ha scritto dall’eternità per lui. Ma oggi c’è spazio per Cristo, per il Padre, per lo Spirito Santo sulla nostra terra, nel nostro quotidiano? È questo il più grande fallimento della nostra fede: aver pensato di poter costruire un uomo senza alcuna dipendenza dal mistero trinitario del suo Dio e Signore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dal mistero eterno del nostro Dio.