E avevano timore di interrogarlo su questo argomento
28 SETTEMBRE (Lc 9,43b-45)
Gesù capovolge l’idea messianica dei suoi discepoli. Questi aspettavano un re glorioso, immortale, invincibile, dominatore dei popoli, portatore sulla terra della pace di Dio. La profezia di Michea sul Messia del Signore, letta però separata dalle altre profezie e in modo letterale, autorizzava questa loro attesa e speranza.
E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace! Se Assur entrerà nella nostra terra e metterà il piede nei nostri palazzi, noi schiereremo contro di lui sette pastori e otto capi di uomini, che governeranno la terra di Assur con la spada, la terra di Nimrod con il suo stesso pugnale. Egli ci libererà da Assur, se entrerà nella nostra terra e metterà piede entro i nostri confini. Il resto di Giacobbe sarà, in mezzo a molti popoli, come rugiada mandata dal Signore e come pioggia che cade sull’erba, che non attende nulla dall’uomo e nulla spera dai figli dell’uomo.
Allora il resto di Giacobbe sarà in mezzo a numerose nazioni come un leone tra le belve della foresta, come un leoncello tra greggi di pecore, il quale, se entra, calpesta e sbrana e non c’è scampo. La tua mano si alzerà contro tutti i tuoi nemici, e tutti i tuoi avversari saranno sterminati. «In quel giorno – oracolo del Signore – distruggerò i tuoi cavalli in mezzo a te e manderò in rovina i tuoi carri; distruggerò le città della tua terra e demolirò tutte le tue fortezze. Ti strapperò di mano i sortilegi e non avrai più indovini. Distruggerò in mezzo a te i tuoi idoli e le tue stele, né più ti prostrerai davanti a un’opera delle tue mani. Estirperò da te i tuoi pali sacri, distruggerò le tue città. Con ira e furore, farò vendetta delle nazioni che non hanno voluto obbedire» (Mi 5,1-14).
Gesù invece vuole che i suoi discepoli di ogni tempo leggano la sua verità messianica non per profezie separate, ognuna delle quali viene fatta indossare ad un personaggio particolare, bensì per profezie unificate, congiunte, messe in comunione le une con le altre, fatte però vestire ad un’unica persona. Il Servo del Signore, il Messia di Dio, il Figlio dell’uomo, Colui che hanno trafitto, l’Agnello della Pasqua, il Nuovo Tempio dal cui lato destro scorga l’acqua della salvezza, la Roccia, la Manna, il Profeta che deve venire, appartengono tutte al Principe della pace, al Virgulto che dovrà spuntare dalla radice di Iesse. Questo lavoro di unificazione va sempre operato.
Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Il Figlio dell’uomo è nella visione di Daniele colui che riceve dall’Antico dei giorni potere e gloria sopra ogni popolo, regno, nazione. Ora invece Gesù dice che esso sarà consegnato ai popoli, ai regni, alle nazioni di questo mondo. Il mistero si infittisce. Come potrà mai il più glorioso tra gli uomini essere il più umiliato, il crocifisso, il reietto, l’abbandonato? Di certo queste parole suonano misteriose per gli Apostoli.
Quanti seguivano Gesù avevano una cultura religiosa assai modesta. Non erano studiosi della sacre pagine e quanti lo erano anche loro studiavano le profezie in modo separato e disgiunto. Neanche loro riuscivano a unificare le due verità in Gesù: Signore di Davide, Figlio di Davide. Solo con il compimento di tutte queste profezie nell’unica persona del Figlio Eterno del Padre, ogni parola di Dio sul suo Cristo riceve luce piena, perfetta. Come Cristo Gesù, anche il cristiano deve essere l’unificatore nella sua vita di tutte le profezie e di tutte le parole del Vangelo. Il male incurabile è proprio questo: procedere per verità disgiunte, separate, in contrapposizione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci questa sapienza.