Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi
Essere uomo non significa conoscere chi è veramente un uomo. Così come essere presbitero non significa sapere cosa è un presbitero secondo il cuore di Cristo. Vale questa verità per ogni sacramento che si riceve. Tra le nozioni teologiche, filosofiche, culturali, scientifiche e il mistero racchiuso in ogni realtà creata dal sacramento vi è l’abisso eterno. Il Libro della Sapienza rivela che l’uomo conosce secondo Dio, solo per dono di Dio, per sua amorevole e misericordiosa manifestazione: “Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. A stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo? Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito? Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza” (Sap 9,13-18). L’uomo conosce solo se si lascia illuminare da Colui che lo ha fatto. Se rifiuta la rivelazione, l’ammaestramento, l’insegnamento, se si ostina a non frequentare la scuola del suo Creatore e Signore, il cui unico Maestro è Cristo Gesù, a sua volta sempre alla scuola dello Spirito Santo, nell’aula magna che è la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, non c’è conoscenza di nessuna realtà di creazione o di sacramento.
Camminare però con Gesù nella sua Chiesa non significa conoscere Gesù e la sua Chiesa. Si può essere con il corpo nelle cose, ma non con lo spirito. Si può essere battezzati, cresimati, consacrati, sposati con il corpo, mentre lo spirito è lontano dal Signore. Questa realtà è già denunciata dal Profeta Isaia: ““Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani, perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti! (Is 29,13-14). Pietro cammina con Gesù, ma non conosce ancora Gesù. Cammina con se stesso, ma neanche se stesso conosce. Non sa qual è il mistero che Dio vorrà compiere in lui, per lui. Non sa nulla della sua vocazione, perché sa poco del suo Maestro. Conoscendo poco o niente di Cristo, conosce poco o niente di se stesso. Gesù invece si conosce nello Spirito Santo e nello Spirito Santo conosce la volontà del Padre su Pietro e sugli altri suoi apostoli. Conoscendo la volontà del Padre su Pietro, gli dice che non è giunta per lui l’ora di seguirlo sulla croce. Quando verrà l’ora, lo seguirà.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte (Gv 13,31-38).
Pietro, senza alcuna conoscenza di sé secondo la volontà del Padre, senza neanche la conoscenza delle sue attuali forze, vuole manifestarsi grande dinanzi al Maestro. Io sono pronto a morire, per te, Gesù. ora, in questo istante. Gesù si limita a dirgli una sola parola: “Questa notte, prima che il gallo canti, saprai chi tu sei e quanto attualmente vali”. Quando non si crede in Lui, che è il nostro Dio, il nostro Cristo e Signore, Gesù ci manda all’altra scuola, a quella della storia. È stato sempre così e così sempre sarà. Oggi Gesù ha mandato i suoi discepoli quasi tutti alla scuola della storia. Essi tutti stanno sperimentando che dinanzi al sinedrio del mondo sono incapaci di una qualsiasi testimonianza sul loro Maestro, Signore e Dio. Alcuni, come Pietro, lo stanno rinnegando. Altri come Giuda, lo stanno vendendo per ricavarne un qualche beneficio. Altri infine sono ben al di là di Pietro e di Giuda. Sono mondo con il mondo e danno una mano al mondo perché di Gesù Signore non rimanga sulla terra neanche una traccia storica. Gesù però lo ha detto ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato» (Mt 21,42-44). Il danno del nostro rinnegamento, tradimento, o nostra resa al mondo, non lo arrechiamo a Cristo Signore, ma a noi stessi e all’umanità. Ci priviamo noi della salvezza eterna e priviamo i nostri fratelli. Per la nostra stoltezza consegniamo noi stessi e i nostri fratelli a Satana, perché con noi e con gli altri riempia l’inferno. Ma noi dalla nostra stoltezza non neghiamo anche le verità eterne?
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutate i figli della Chiesa a ritrovare la loro luce, Cristo Signore.