Donna, perché piangi? Chi cerchi?
Se Dio non cercasse l’uomo, non venisse in suo aiuto, non lo esaudisse nella sua ricerca, vi sarebbe solo pianto eterno. Sant’Agostino insegna che il cuore dell’uomo soffre di un’inquietudine, un anelito, un desiderio che trova pace solo quando riposa in Dio: “Tu excitas, ut laudare te delectet, quia fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te. Invocat te, Domine, fides mea, quam dedisti mihi, quam inspirasti mihi per humanitatem Filii tui, per ministerium praedicatoris tui. Tu fai in modo che si provi gioia nel lodarti, poiché hai creato noi per te, ed il nostro cuore è inquieto finché non trovi pace in te. La mia fede, o Signore, ti invoca, quella che mi hai dato, quella che mi hai instillato attraverso l’umanità del tuo figlio, per il ministero del tuo annunciatore” (Confessioni, Lib I, Par I).
Maria di Magdala è presentata dall’Apostolo Giovanni come vera figura di cercatrice di Gesù sia dell’umanità che della Chiesa. Mai si deve smettere nella ricerca. Mai si deve pensare si essere giunti al termine. Cristo nel suo mistero è infinito e non basta una eternità per esplorare il suo cuore, conoscere il suo amore, gustare la sua misericordia, contemplare la sua croce, immergerci nella luce della sua gloriosa risurrezione. Pietro e Giovanni si fermano alle porte della sua verità. Gesù è risorto. Basta. Inutile cercare ancora. A Maria questo non basta. Lei non vuole la verità di Cristo, vuole Cristo verità e carità della sua vita. Lei non vuole sapere cosa è l’acqua, nell’acqua si vuole immergere, divenendo acqua con l’acqua. Vi è una differenza tra la verità dell’acqua narrata ad un assetato e l’acqua donata ad esso.
Neanche gli Angeli mandati dal Signore a rivelare il mistero della risurrezione di Gesù bastano a Maria di Magdala. Essi possono dire dove trovare Gesù, ma non sono Gesù. Possono essere anche creature splendide, meravigliose, ma non sono Dio e neanche il Dio che Maria cerca. Dio non è solo oltre le creature visibili, corporee, è anche oltre le creature spirituali. L’angelo, anche il più eccelso ed elevato, rimane sempre creatura. Non è Dio e se non è Dio non può dare la pace al cuore. Maria non è neanche attratta dalla loro bellezza. Non sono Cristo Gesù. Non sono il suo Maestro. Non sono il suo Signore. Neanche il contadino le serve più di tanto. Le serve se le può dire dove poter trovare Gesù Signore. Se lo sa, bene! Lo dica. Se non lo sa, si metta da parte. Ogni essere vivente è buono solo se sa dove è Gesù.
Questa verità vale non solo per gli Angeli, ma anche per ogni discepolo di Gesù. Ogni discepolo del Maestro serve solo nella misura in cui indicare, mostrare dove trovare Gesù. Se non sa dove si trova Gesù, il suo ministero è fallimento pieno. Guai se qualcuno attacca il cuore al discepolo, oltre che peccato di idolatria e di grande superstizione, è anche grande menzogna, inganno imperdonabile. Il discepolo diviene così un ladro di cuori. Ma per farne cosa? Per immergerli in una inquietudine grande, immensa, per precipitarli in un abisso nel quale non vi è alcuna speranza. Al discepolo di Gesù si chiede quella grande, primaria, fondamentale onestà di dire ad ogni persona che solo Cristo va cercato, perché solo Lui dona pace al cuore, vita all’anima, sollievo ai desideri, compimento alle attese e alle speranza dell’uomo.
Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto (Gv 20,11-18).
Cristo Gesù si lascia trovare da Maria di Magdala. Quanto Lui ha fatto a lei, lei ora deve farlo ai suoi discepoli: deve recarsi da essi e annunziare di aver visto il Signore, portando loro un suo messaggio. Chi trova Cristo, il Cristo vero, sempre da Lui viene mandato nel mondo per annunziare ad ogni uomo la sua verità. Se questo non viene fatto, se Cristo rimane nel nascondimento, se di Lui non si parla, è segno che il vero Cristo non si è trovato. Si trova il vero Cristo, si dona il vero Cristo. Non si trova il vero Cristo, perché non lo si cerca, sempre si darà un Cristo non vero, un Cristo pensato dagli uomini. È dalla verità che si annunzia di Cristo Gesù che uno conosce se è il vero Cristo che manda, oppure si tratta di fantasie di uomini. È verità eterna: non c’è missione vera se non dal vero Cristo, per dare il vero Cristo, per fare della verità di Cristo la verità dell’uomo. Cristo per questo si lascia trovare: per essere donato secondo verità, conoscenza perfetta. Ogni imperfezione su Cristo si fa imperfezione antropologica.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci il vero Cristo per dare noi Lui.