Divorano le case delle vedove
Tra la religione di Gesù e quella degli scribi vi è la stessa differenza che regna tra la luce e le tenebre, la giustizia e l’ingiustizia, il bene e il male, il Paradiso e l’inferno, Dio e Satana. La religione degli scribi è vissuta alla maniera e secondo le modalità di Satana, anzi da essi Satana è stato superato. Satana si è fatto come Dio, uguale a Lui. Gli scribi invece usano Dio per la loro gloria. Tutto ciò che essi fanno, lo fanno per ricevere gloria dagli uomini. Ma l’uomo di Dio mai deve vivere per ricevere lui gloria. La gloria è sempre di Dio e ogni servo di Dio deve sacrificare anche la sua vita, dare il suo corpo, il suo sangue, perché la più grande gloria del Signore si manifesti per mezzo di tutto ciò che lui è ed opera. Ogni uomo è vero uomo se vive per esaltare, benedire, lodare, celebrare il suo Signore, Creatore e Padre. Ogni uomo è vero uomo se per mezzo di ogni suo gesto, pensiero, parola, opera, ogni altro uomo è portato a lodare, benedire, ringraziare il suo Dio, convertendosi alla sua Parola, ponendosi a servizio della sua gloria. La gloria di Dio fa la differenza tra chi serve Dio e chi si serve di Dio.
Chi è il vero cristiano? Non è colui che serve l’uomo, per dare gloria all’uomo, per innalzare l’uomo, per migliorare la condizione umana dell’uomo. Questa è filantropia, non è religione. Sempre noi dobbiamo distinguere tra filantropia e religione, filosofia e fede, bene dell’uomo e bene di Dio, gloria dell’uomo e gloria di Dio, esaltazione dell’uomo ed esaltazione di Dio. La vera fede, la vera religione è servizio alla gloria di Dio. Nella vera fede si serve l’uomo non per amore dell’uomo. Se il servizio fosse solo per amore dell’uomo, sarebbe pura filantropia. Ora il cristiano mai dovrà ridursi ad un filantropo. Il cristiano ama l’uomo per obbedienza purissima ad una legge di santità che il Signore ha scritto per lui. Lo ama secondo il Comandamento di Dio. Lo ama rispettando per lui ben Dieci Comandamenti. Lo ama vivendo secondo purezza e santità di verità tutto il Discorso della Montagna. Una sola beatitudine trascurata ci pone fuori del vero servizio verso l’uomo. Se non vivo la beatitudine sugli afflitti, necessariamente diventerò ingiusto. A volte l’abolizione della mia afflizione fisica costa un vero patrimonio alla comunità. Accolgo la sofferenza, la vivo con amore, la offre al Padre, amo l’uomo. Mostro come si vive la sofferenza, il dolore, la croce. Aiuto gli altri perché anch’essi la vivano.
Dio, nell’Antico Testamento, in ordine all’amore nulla ha lasciato alla libera decisione della mente e del cuore dell’uomo. Anche Gesù, nel suo Vangelo, nulla ha lasciato all’interpretazione, immaginazione, fantasia dell’uomo nella legge dell’amore verso Dio e verso l’uomo. Oggi si abortisce per amore, si divorzia per amore, si è adulteri per amore, si uccide per amore, non si osservano i Comandamenti per amore, si compie ogni abominio per amore, anche brutalità e nefandezza si compiono per amore. Si ruba per amore, si è ingiusti per amore, si è calunniatori per amore, falsi testimoni per amore, iniqui per amore. Anche i più orrendi peccati sono detti amore. Dove non vi è obbedienza alla Legge di Dio e di Cristo Gesù, nulla potrà essere detto amore, perché l’amore è obbedienza a Dio. L’uomo si ama per obbedienza, per ascolto, per manifestare la santità del nostro Dio, la sua purissima carità e misericordia.
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Allora egli disse loro: «Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi? Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?». Mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa» (Lc 20,39-47).
Gli scribi vivono la religione della celebrazione di se stessi. Così come rubano a Dio la sua gloria, così rubano alle vedove le loro sostanze. La loro non è una rapina violenta. È una estorsione elegante, raffinata, perché operata nel nome del Signore. Così il nome di Dio serve loro per essere eleganti estortori, rapinatori, ladri. Gesù non vuole questa religione per i suoi discepoli e per questo li invita a mettersi in guardia, stare lontano, separarsi con il cuore, lo spirito, l’anima, i pensieri da una così immonda religione. La storia ci attesta che quando i discepoli di Gesù non hanno ascoltato questo avvertimento del loro Maestro, tutto si vendeva e tutto si comprava in nome del Signore. Sempre i suoi discepoli sono divenuti fini estortori, abili rapinatori, ladri scaltri e astuti. Questa religione non rende gloria a Dio. Non rende neanche gloria a chi la vive. Dio ritira la sua benedizione e tutto ciò che l’uomo fa in nome di Dio per la sua gloria, ritorna su di esso sotto forma di disprezzo e di allontanamento. Tutto è trasformato in peccato, quando un uomo di Dio cerca gloria per sé e smette di essere a servizio del suo Signore. Anche le realtà più sante vengono utilizzate come armi di rapina ed estorsione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci cultori della gloria del Signore.