Diede alla luce il suo figlio primogenito – Meditandole nel suo cuore
23 Maggio
Diede alla luce il suo figlio primogenito
L’evento che sconvolge il cielo e la terra, il tempo e l’eternità, l’evento che “modifica” la vita della stessa Beata Trinità è presentato nella più pura essenzialità: “Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio”.
Il Figlio Eterno del Padre veramente nasce da Maria. Maria è vera Madre di Dio, perché vera Madre della Persona che nasce da Lei. La Persona nasce carne della sua carne, carne dalla sua carne. Gesù è carne di Maria. Lei è vera Madre. Gesù è detto “il suo figlio primogenito” non perché Lei avesse avuto dopo altri figli, ma Gesù è il figlio primogenito, indipendentemente se avesse avuto o non avuto altri figli, per una ragione teologica. Il figlio primogenito era del Signore, a Lui andava presentato e riscattato. Gesù secondo la Legge data da Dio a Mosè è proprietà eterna del Signore, anche se per la stessa legge si era con diritto di riscatto.
Quando il Signore ti avrà fatto entrare nella terra del Cananeo, come ha giurato a te e ai tuoi padri, e te l’avrà data in possesso, tu riserverai per il Signore ogni primogenito del seno materno; ogni primo parto del tuo bestiame, se di sesso maschile, lo consacrerai al Signore. Riscatterai ogni primo parto dell’asino mediante un capo di bestiame minuto e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca. Riscatterai ogni primogenito dell’uomo tra i tuoi discendenti. Quando tuo figlio un domani ti chiederà: “Che significa ciò?”, tu gli risponderai: “Con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto, dalla condizione servile. Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nella terra d’Egitto: i primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore ogni primo parto di sesso maschile e riscatto ogni primogenito dei miei discendenti”. Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un pendaglio fra i tuoi occhi, poiché con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto» (Es 13,11-16).
Gesù è del Signore. L’immolazione è solo ritardata. Essendo il primogenito dell’intera creazione, Lui stesso si immolerà al Signore, e la Madre sua lo offrirà. In Lui, con Lui, per Lui, l’umanità e l’intero universo visibile e invisibile avranno il loro Capo. Ecco come nel Nuovo Testamento questa verità è contenuta ed espressa.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria. Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose (Cfr. Ef 1,23).
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli (Rm 8, 29). Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose (Col 1, 18). E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio (Eb 1, 6). E da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue (Ap 1, 5).
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Cristo Gesù.
Meditandole nel suo cuore
Riferendoci l’Evangelista Luca che la Vergine Maria meditava nel suo cuore tutti gli eventi che erano la storia di questa nascita – nessun posto per loro nell’alloggio, la grotta, la mangiatoia, Gesù adagiato in essa, i pastori che vengono e che raccontano – ci vuole rivelare che ogni più piccolo particolare di questa notte è avvolto da un mistero così grande che tutta la durata del tempo non è sufficiente perché venga compreso. Necessita di una luce perenne da parte dello Spirito Santo: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”. Gli eventi si custodiscono nel cuore e nel cuore vengono meditati senza alcuna interruzione. È dalla meditazione che nasce la luce, la verità, la comprensione. La Scrittura già conosce la meditazione della Legge. Conosce anche la meditazione delle grandi opere di Dio. È lo stesso Mosè che invita il suo popolo a meditare i grandi prodigi del Signore.
Voglio meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie. Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola (Cfr. Sal 119 (118) 1-16). Precedo l’aurora e grido aiuto, spero nelle tue parole. I miei occhi precedono il mattino, per meditare sulla tua promessa. Ascolta la mia voce, secondo il tuo amore; Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio. (Cfr. Sal 119 (118) 137-152). Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto; insegnami i tuoi decreti. Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò le tue meraviglie (Cfr. Sal 119 (118) 25-28). Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti e non dovrò vergognarmi. La mia delizia sarà nei tuoi comandi, che io amo. Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo, mediterò i tuoi decreti (Cfr. Sal 119 (118) 46-48). Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia. Si vergognino gli orgogliosi che mi opprimono con menzogne: io mediterò i tuoi precetti. Si volgano a me quelli che ti temono e che conoscono i tuoi insegnamenti. Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti, perché non debba vergognarmi (Cfr. Sal 119 (118) 77-80).
«Udite, o cieli: io voglio parlare. Ascolti la terra le parole della mia bocca! Scorra come pioggia la mia dottrina, stilli come rugiada il mio dire; come pioggia leggera sul verde, come scroscio sull’erba. Voglio proclamare il nome del Signore: magnificate il nostro Dio! Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto. Prevaricano contro di lui: non sono suoi figli, per le loro macchie, generazione tortuosa e perversa. Così tu ripaghi il Signore, popolo stolto e privo di saggezza? Non è lui il padre che ti ha creato, che ti ha fatto e ti ha costituito? Ricorda i giorni del tempo antico, medita gli anni lontani. Interroga tuo padre e te lo racconterà, i tuoi vecchi e te lo diranno. Quando l’Altissimo divideva le nazioni, quando separava i figli dell’uomo, egli stabilì i confini dei popoli secondo il numero dei figli d’Israele. Perché porzione del Signore è il suo popolo, Giacobbe sua parte di eredità. Egli lo trovò in una terra deserta, in una landa di ululati solitari. Lo circondò, lo allevò, lo custodì come la pupilla del suo occhio. Come un’aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore, lui solo lo ha guidato, non c’era con lui alcun dio straniero. Lo fece salire sulle alture della terra e lo nutrì con i prodotti della campagna; gli fece succhiare miele dalla rupe e olio dalla roccia durissima, panna di mucca e latte di pecora insieme con grasso di agnelli, arieti di Basan e capri, fior di farina di frumento e sangue di uva, che bevevi spumeggiante (Dt 32,1-14).
L’Evangelista Luca ci invita, attraverso l’esempio che ci offre la Madre di Dio, a vedere la storia come una “Bibbia sempre attuale” nella quale il Signore compie le sue opere, nella quale la sua Parola sempre si realizza e si compie. Ogni evento della “Bibbia attuale di Dio” va sempre meditato, su di esso si deve riflettere, su ciò che accade ci si deve interrogare e nella preghiera chiedere al Signore che ci doni Lui l’intelligenza di ogni evento. In fondo è questo lo stile del Salmista. Vede, legge, medita, prega, chiede spiegazioni e luci, chiede al Signore che porti ogni cosa nella sua verità. La verità è frutto di meditazione, riflessione, preghiera. Perché è successo questo? Perché sta succedendo quest’altra cosa? Signore, dammi luce. Introducimi nella tua verità. Dammi l’intelligenza per comprendere le tue opere. Una cosa è certa: La storia, tutta la storia è nel compimento e realizzazione di ogni Parola del Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci l’intelligenza per leggere la storia