Di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito
Mt 8,5-11
LUNEDÌ 2 DICEMBRE
Cristo Gesù, essendo vero Dio e vero uomo, perfetto nella divinità e perfetto nell’umanità, è mistero eterno, infinito, mai compreso a pieno, sempre da comprendere. Neanche l’eternità è sufficiente, basta per entrare nella conoscenza piena della sua verità. Dal cielo discende sulla terra. Si fa carne. Viene ad abitare in mezzo a noi pieno di grazia e di verità. Ogni persona che si incontra con Lui coglie solo una scintilla del suo mistero infinito. Messe insieme tutte le scintille colte, si può tratteggiare una verità piena sulla sua persona e sulla sua missione. Ma rimane sempre verità incompleta. È opera dello Spirito Santo prendere un cuore amante della verità di Cristo e condurlo di luce in luce, fino al sommo di conoscenza e di scienza raggiungibile da una creatura, che è limitata per essenza.
Oggi viene dinanzi a Gesù un centurione. Quest’uomo ha una esperienza. Nell’esercito di Roma lui è subalterno a persone più alte di lui, ma anche lui ha soldati sotto il suo governo. Lui riceve una parola e la esegue. Lui dona una parola alla quale si presta subito obbedienza. Gesù non è un centurione, non è un console, non è un imperatore che governa uomini. Lui è il Signore su tutta la creazione. Nulla è sopra di Lui. Tutto invece a Lui è stato sottomesso. È come se il centurione conoscesse la profezia di Daniele: “Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti” (Dn 7,9-10).
Questa è la prima parte della profezia. Ora segue la seconda parte: “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto” (Dn 7,9-10.13-14). Se Gesù è stato posto sopra ogni cosa, ogni cosa a Lui deve immediata obbedienza. Da questa fede il centurione trae la deduzione: è sufficiente che Lui dica una Parola e il suo servo sarà guarito. Chi comanda non deve recarsi di persona. Basta che si rechi la sua parola. Parola proferita, guarigione ottenuta. Comando dato, obbedienza prestata. Veramente quest’uomo crede nella verità di Gesù. Lui è l’Altissimo, il Sovrano.
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Oggi proprio questa fede è venuta meno. Gesù per molti cristiani non è più l’Altissimo, il Sovrano, il Dio per mezzo del quale tutto è stato creato, il Salvatore, il Redentore, la Grazia, la verità, la Luce, la Vita. Se ne sta facendo un uomo come tutti gli altri uomini. Anche della sua Parola si sta smarrendo la sua verità e unicità. Ormai essa non è più la sola Parola di vita eterna. Ogni altra parola degli uomini viene dichiarata parola di salvezza e di redenzione. Urge che venga ricuperata la vera fede in Cristo Gesù e posta sul candelabro. Quando si perde la verità di Gesù, tutto ciò che deriva da essa si perde. Persa la verità del nostro Dio incarnato, anche la verità della Chiesa, suo corpo, si perde. Nulla più rimane nella sua verità. Dona tristezza grande al cuore vedere i discepoli di Gesù incendiare la verità del loro Signore, incendiandosi a loro volta!
Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che la verità di Cristo venga distrutta.