Della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto
Un adagio latino così recita: “Onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat”. E un secondo; “Quod gratis asseritur, gratis refutatur” o anche: “Quod gratis asseritur, gratis negatur”. Mosè va dal Faraone, poiché incombe a Dio l’obbligo di provare la sua divinità, Lui compie opere prodigiose, attraverso le quali Lui attesta che tutta la creazione obbedisce al suo volere. Gesù viene e si dichiara uguale a Dio, Dio come il Padre. I segni che Lui compie, attestano la verità di ogni sua dichiarazione. I Vangeli altro non sono se non la prova addotta dagli Evangelisti che Gesù è veramente Dio, veramente Signore, veramente Messia: ““Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,30-31). Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena (1Gv 1,1-4).
Questa verità così viene annunziata dalla Lettera agli Ebrei e dall’Apostolo Pietro: “Per questo bisogna che ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato, per non andare fuori rotta. Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo noi scampare se avremo trascurato una salvezza così grande? Essa cominciò a essere annunciata dal Signore, e fu confermata a noi da coloro che l’avevano ascoltata, mentre Dio ne dava testimonianza con segni e prodigi e miracoli d’ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà” (Eb 2,1-4). “Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (1Pt 1,16-21). Senza la prova, non c’è verità.
Anche san Paolo attesta la verità di Cristo sul fondamento della sua conversione: “Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen (1Tm 1,8-17). La trasformazione di Paolo è attestazione della potenza dello Spirito di Gesù.
San Luca si accinge a scrivere il Vangelo, cioè i fatti che rivelano che Gesù è il vero Messia e il vero Salvatore dell’umanità. Su cosa fonda la sua prova? Sulla ricerca storica. Lui interroga i testimoni. La sua prova si fonda sulla verità delle cose operate da Cristo Signore.
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto (Lc 1,1-4).
Oggi al cristiano incombe l’obbligo della prova che Gesù è il solo Redentore e il solo Salvatore dell’uomo. Come potrà provare questa altissima verità? La via oggi è una sola: attestare con la sua vita trasformata dalla grazia di Cristo la differenza tra il Dio che lui adora e ogni altro Dio. Il Dio che Lui serve, Gesù Cristo, Messia e Salvatore, ha trasformato la sua vita. L’ha mutata nella sua natura. Da natura orientata verso il male l’ha fatta divenire natura verso il bene. Lui proverà la verità di Cristo e il mondo crederà in Lui. L’onere o il peso della prova della verità di Cristo è tutto del suo discepolo. Non basta dire. Non basta appellarsi al Vangelo. Urge provare.
Mare di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano sia prova vivente della verità di Cristo Gesù.