Da dove gli vengono allora tutte queste cose?

Gn 1,26-2,3 opp. Col 3,14-15.17.23-24; Sal 89; Mt 13,54-58
1 MAGGIO

La Scrittura Santa, sia nell’Antico Testamento che nel Nuovo, è vera miniera inesauribile nella quale attingere ogni luce divina per camminare nella storia, discernendo ciò che viene da Dio e ciò che viene dall’uomo, ciò che è tenebra e ciò che è luce, ciò che è vero e ciò che è falso, ciò che dona morte e ciò che dona vita. Se ci si separa dalla Scrittura necessariamente ci si separerà dalla miniera della luce e l’uomo cammina nelle tenebre, nella falsità. Mancherà di ogni sano discernimento. È verità eterna e immortale che la carne, cioè la pura umanità, nulla può operare in ordine alla vera salvezza. Perché un uomo possa essere strumento di Dio deve essere assunto da Dio e da Lui colmato di Spirito Santo, saggezza, grazia, verità, vita, santità, ogni giustizia. Sempre il Signore ha promesso che il suo Cristo, il suo Messia sarebbe stato pieno di Spirito Santo. Non solo il profeta Isaia profetizza la pienezza dello Spirito sulla radice di Iesse, ma lo stesso Gesù proclama il compimento della profezia.

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa (Is 11,1-10).

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,16-21).

Chi conosce le Scritture, chi è nella loro verità mai si potrà scandalizzare se l’uomo più piccolo, debole, insignificante, povero, misero, umile, viene scelto da Dio e costituito strumento della sua salvezza e redenzione. Quelli di Nazaret non possono scandalizzarsi solo perché Gesù – come si credeva – è figlio di un falegname. Prima che di falegname, Gesù è vero Figlio di Dio. Questa verità può essere anche ignorata. Non si deve però ignorare che la sapienza in un uomo viene dal Dio. Salomone non fu colmato di sapienza solo per grazia? Perché allora Gesù non può esserne colmato?

Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

La retta conoscenza della Scrittura ci dona la sana verità, la sana verità ci dona la vera fede, la vera fede ci offre il giusto discernimento, il giusto discernimento ci fa conoscere o vedere Dio in ogni uomo da Lui assunto come suo strumento nel dono e nell’opera della salvezza. Oggi siamo senza vera conoscenza della Scrittura, siamo senza Cristo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che troviamo il vero Cristo del Vangelo, della Scrittura.