CREDI NEL SIGNORE GESÙ

MARTEDÌ 19 MAGGIO (At 16,22-34)

La storia della salvezza si compie in due movimenti: il primo è di Dio verso l’uomo, il secondo è dell’uomo verso Dio. Mai potrà esiste il secondo se non vi è il primo. Le modalità che fanno incontrare Dio e l’uomo sono così misteriose da non essere neanche immaginabili prima del loro compimento. In Gerico il Signore vuole dare salvezza ad una donna con tutta la sua famiglia. Manda nella sua casa due esploratori: “Giosuè, figlio di Nun, di nascosto inviò da Sittìm due spie, ingiungendo: «Andate, osservate il territorio e Gerico». Essi andarono ed entrarono in casa di una prostituta di nome Raab. Lì dormirono. Fu riferito al re di Gerico: «Guarda che alcuni degli Israeliti sono venuti qui, questa notte, per esplorare il territorio». Allora il re di Gerico mandò a dire a Raab: «Fa’ uscire gli uomini che sono venuti da te e sono entrati in casa tua, perché sono venuti a esplorare tutto il territorio». Allora la donna prese i due uomini e, dopo averli nascosti, rispose: «Sì, sono venuti da me quegli uomini, ma non sapevo di dove fossero. All’imbrunire, quando stava per chiudersi la porta della città, uscirono e non so dove siano andati. Inseguiteli, presto! Li raggiungerete di certo». Quegli uomini non si erano ancora coricati quando la donna salì da loro sulla terrazza, e disse loro: «So che il Signore vi ha consegnato la terra. Ci è piombato addosso il terrore di voi e davanti a voi tremano tutti gli abitanti della regione, poiché udimmo che il Signore ha prosciugato le acque del Mar Rosso davanti a voi, quando usciste dall’Egitto, e quanto avete fatto ai due re amorrei oltre il Giordano, Sicon e Og, da voi votati allo sterminio. Quando l’udimmo, il nostro cuore venne meno e nessuno ha più coraggio dinanzi a voi, perché il Signore, vostro Dio, è Dio lassù in cielo e quaggiù sulla terra. Ora giuratemi per il Signore che, come io ho usato benevolenza con voi, così anche voi userete benevolenza con la casa di mio padre; datemi dunque un segno sicuro che lascerete in vita mio padre, mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle e quanto loro appartiene e risparmierete le nostre vite dalla morte». Quegli uomini le dissero: «Siamo disposti a morire al vostro posto, purché voi non riveliate questo nostro accordo; quando poi il Signore ci consegnerà la terra, ti tratteremo con benevolenza e lealtà» (Cfr. Gs 2,1-21). La sapienza del Signore è oltre ogni luce che viene dalla mente degli uomini. Oggi il Signore vuole salvare un carceriere con tutta la sua famiglia. Manda Paolo in prigione. Ma questo non basta. Occorre un segno ancora più sconvolgente: un terremoto. Ora il terreno è preparato. La salvezza può entrare nel cuore. Il Signore è grande nell’amore.

In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi. Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

Perché il Signore possa salvare quanti Lui chiama alla salvezza – sappiamo che Dio vuole che tutti gli uomini giungano alla conoscenza della verità che è in Cristo Gesù – occorre che i suoi missionari siano disposti non solo a subire le frustate, non solo ad essere gettati in prigione, ma anche a sigillare con il sangue il loro ministero. Se il missionario è dalla sua volontà e dal suo cuore, Dio nulla potrà fare per mezzo di lui. Paolo è tutto del Signore, tutto dal suo cuore, tutto dalla sua volontà, sempre a suo servizio. Il Signore può compiere tutta la salvezza che lui vuole che si compia.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni ministro di Cristo sia solo dalla divina volontà.