Credette lui con tutta la sua famiglia

LUNEDÌ 23 MARZO (Gv 4,43-54)

Dio sempre ha aiutato l’uomo perché giungesse alla vera fede e sempre lo aiuterà. Tutta la vita di Gesù è consacrata alla creazione della vera fede in Lui nel cuore dei suoi discepoli. Senza vera fede non c’è vera sequela. Senza vera sequela, non c’è vera obbedienza. Senza vera obbedienza, non si è regno di Dio. Si rimane regno delle tenebre. La fede in Cristo è vera se è vera la fede nella sua Parola. Non si crede nella sua Parola, non si crede in Cristo Gesù. La salvezza non viene dai miracoli, ma dalla Parola. Il miracolo guarisce il corpo. L’anima e lo Spirito sono sanati dalla fede nella Parola, che è fede nella verità, nella luce, nella grazia, nella vita eterna che sono in Cristo Signore. Si può essere uomini di vera fede senza che vi sia alcun miracolo precedente. Ma si può essere anche persone di non fede, nonostante i molti miracoli compiuti da Cristo Gesù. Gesù vuole che la fede sorga dalla predicazione e che poi sia la fede a creare i miracoli. Questo è quanto insegna il Vangelo secondo Marco: “E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». (Mc 16,15-19). Chi compie i miracoli non sono gli Apostoli, ma quanti credono nella Parola. Si crede, si chiede, si ottiene. Crede chi vive la Parola.

Un funzionario del re ha il figlio gravemente ammalato. Viene e chiede a Gesù il miracolo della guarigione. Quest’uomo crede che il Signore può fare miracoli. Poiché crede, chiede secondo la misura della sua fede. Gesù invece non vuole che si creda nella sua capacità taumaturgica, ma nella sua Parola dalla quale sorge ogni salvezza dell’anima, dello spirito, del corpo, per il tempo e anche per l’eternità. Non vuole e lo dice: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Ma il funzionario non ascolta ciò che gli viene rivolto. Lui ha altre priorità. Il figlio suo sta per morire. A lui interessa solo questo. Altri problemi vanno rinviati. Questo pensa e questo dice: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”: Tu vieni e guarisci mio figlio. Il resto lo risolveremo in un secondo tempo. Gesù esaudisce questo cuore: “Va’, tuo figlio vive”. Questo cuore crede e si incammina verso casa. Gli vengono incontro i suoi servi e gli annunziano che il bambino è guarito. Questo cuore si apre alla fede in Cristo con tutta la sua famiglia. Dalla fede in Gesù che compie miracoli, alla fede in Gesù Parola di vita eterna. Si crede in Gesù Parola di salvezza, si entra nella vera salvezza del Padre.

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samaria] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Oggi dobbiamo denunciare che si sta perdendo la fede in Gesù, vera salvezza del Padre, in Gesù, via, verità, vita, in Gesù, luce del mondo, in Gesù Signore e Giudice. Questa fede va ricuperata e messa in ogni cuore. È questa la missione del discepolo. Se il cristiano non crea la fede nella Parola di Gesù, è il fallimento di ogni sua opera. Per questo lui è stato chiamato: per credere nella Parola, creare fede nella Parola.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai la fede nella Parola di Gesù venga meno.