Così anche colui che mangia me vivrà per me

At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59
10 MAGGIO

Gesù rivela ai Giudei non solo la verità e realtà dell’Eucaristia, ma anche la sua finalità. Mai verità, realtà, finalità dovranno essere separate. Esse dovranno rimanere una cosa sola, se si vuole che il dono di Cristo Gesù produca veri frutti di vita eterna. Non si può ricevere l’Eucaristia se non per il compimento del fine in essa posto dal Signore. Ma il fine mai potrà essere raggiunto, se l’Eucaristia non è vero corpo, vero sangue, vera carne di Gesù. Dove non vi è il Vescovo nella successione apostolica e non vi è Sacerdote ordinato dal vescovo, che dovrà essere vero successore degli Apostoli, la verità del corpo di Cristo non esiste, mai potrà esistere. Neanche il fine potrà essere raggiunto. Manca il corpo di Cristo nella sua verità e realtà. Un simbolo non è la realtà. Il primo fine dell’Eucaristia è trasformare chi la riceve in vita eterna: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita”. Dio è vita eterna. La vita eterna è nella carne di Cristo, nel suo corpo, nel suo sangue. Mangiando il corpo di Cristo e bevendo il suo sangue, noi a poco a poco diveniamo vita eterna, siamo carità come Dio è carità, verità come Dio è verità nella nostra natura.

Un secondo fine è la risurrezione gloriosa, ad immagine della risurrezione gloriosa di Cristo Signore: “Chiunque mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. L’Eucaristia è la vita divina, che è vita eterna, e deve preparare il nostro corpo a rivestirsi di gloria eterna. Già mentre è in vita si notano, nel corpo che si nutre secondo verità dell’Eucaristia, i segni della sua trasfigurazione. Dalla natura secondo la carne inizia a divenire natura secondo lo Spirito. Dalle opere della carne passa a produrre i frutti secondo lo Spirito. Dal pensiero secondo il mondo si vedono i segni nel corpo del pensiero secondo Dio. Quando l’Eucaristia è mangiata con fede, tutto in noi cambia e si trasforma. Questo accade, può accadere solo se l’Eucaristia è data nella sua verità e realtà di vero corpo e sangue: “La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”. Se manca la realtà e la verità del corpo e del sangue, nulla accade. Il nostro corpo è legna secca. Se si accosta il fuoco alla legna, essa brucia, arde, riscalda, illumina. Se il fuoco non si accosta, essa rimane solo legna. Se l’Eucaristia non è vero fuoco di Dio, vera vita eterna, vera risurrezione, perché non è vera carne e vero sangue, la legna rimane solo legna secca, mai brucerà.

Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Un terzo frutto dell’Eucaristia è la creazione di una indissolubile unione, unità, comunione di vita tra Cristo Gesù e chi mangia il suo corpo e il suo sangue: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. Attraverso la sua carne e il suo sangue lui diviene noi e noi diveniamo Lui. La condizione è sempre una: accostarsi all’Eucaristia nel rispetto della sua verità e della sua finalità. Divenendo noi Cristo e divenendo Cristo noi, abbiamo un solo pensiero che ci guida, quello del Padre, e un solo Spirito che ci conduce, lo Spirito Santo di Cristo Gesù. Un quarto fine è la capacità soprannaturale che riceviamo di vivere sempre e solo per Cristo: “Come il Padre, che la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”. Mangiando l’Eucaristia secondo verità, possiamo vivere per Cristo, obbedendo a Cristo. Un quinto fine è la vita eterna: “Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Tutto è racchiuso nell’Eucaristia. Essa è la vita di ogni altro sacramento.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci a vivere l’Eucaristia nel pieno rispetto di essa.