Conclusioni di Don Piero Corea al convegno Svizzera 2011
INTERVENTI E CONCLUSIONI
DON PIERO COREA
(Schaffhausen, 30 Aprile 2011)
Signori e Signore, Autorità civili ed ecclesiastiche…
Benvenuti al Primo Convegno Internazionale del Movimento Apostolico.
Il tema scelto, è un tema di grande rilevanza oltre che di grande attualità:
“Chiesa e aggregazioni laicali dopo il Concilio Vaticano II”.
A discutere per noi saranno Relatori illustri e molto preparati che sminuzzeranno questo argomento in modo da farci gustare la bellezza e la profondità di tali discorsi.
Ma prima di lasciare la parola al Sig. Cesare Rotundo, oggi vicario dell’amatissima Presidente del Movimento Apostolico, Cettina Marraffa che per sopraggiunti ed improrogabili impegni, nonostante la sua ferma volontà di esserci, non può oggi presenziare. Le giunga forte e gradito il nostro saluto e la nostra volontà di lavorare assieme a lei nell’ardua missione di annunciare il Vangelo fino agli estremi confini della Terra. Cara Presidente la tua forza, il tuo coraggio, la tua determinazione e i tuoi doni messi a frutto dell’evangelizzazione sono per noi modello da seguire e nutrimento cui attingere.
Permettetemi di ringraziare vivissimamente colei che di questo Movimento ne è l’Ispiratrice e Fondatrice, Sig.ra Maria Marino che, assente fisicamente, è certamente presente in mezzo a noi con lo spirito e la sua instancabile e costante preghiera. La ringraziamo perché con il suo quotidiano “Si” ha permesso che il Signore si servisse di lei per un grande risveglio di fede e di coscienza nei cuori di molti. Un doveroso e sentito ringraziamento anche a Mons. Costantino Di Bruno, assistente ecclesiastico centrale del Movimento che con la sua teologia illuminata penetra l’essenza della Parola di Dio e con somma saggezza è per noi guida sicura nella comprensione e attualizzazione del Vangelo.
Ora lascio la parola al Sig. Cesare Rotundo,che avrà l’onere e l’onore di portarci il saluto della presidente Cettina Marraffa e di leggerne l’introduzione ai lavori da lei preparata.
(Dopo che Cesare parla): erano, dunque, queste le parole della Presidente del Movimento Apostolico che hanno introdotto ai lavori; ella con sapiente lungimiranza ha sottolineato l’importanza di un convegno qui in Svizzera, nel Centro Europa, segno tangibile dell’estensione di questo sodalizio; ha scavato nel solco dell’inscindibile legame tra il Movimento Apostolico e la Chiesa e, infine, ma non per ultimo, l’essenzialità della formazione nella vita della Chiesa.
Cediamo ora la parola a Mons. Josef Rosenast Vicario Generale della Diocesi di San Gallo: Mons. Rosenast è nato e cresciuto in Appenzell e dopo il diploma conseguito presso il Gymnasium St. Antonius Appenzell ha studiato filosofia e teologia a Friburgo e Roma. Ha ricoperto diversi importanti ruoli pastorali e gestionali fino alla nomina di Vicario Generale che ancora ora ricopre con serietà e dedizione.
La parola dunque a Mons. Josef Rosenast che esplicherà il nesso tra le Aggregazioni laicali e la chiesa locale.
(Dopo): l’intervento di Mons. Josef Rosenast ha illuminato con argomentazioni assai valide un tema molto discusso quale il Rapporto Aggregazioni laicali e Chiesa Locale: ogni aggregazione per essere ecclesiale e conforme a quella che è la dottrina della Chiesa deve mettersi in obbedienza e in comunione con il Pastore locale di ogni Diocesi.
Diamo ora con gioia la parola a Don Gesualdo De Luca, assistente Regionale del Movimento Apostolico: già Parrocco della Parrocchia “Santa Maria del Carmelo” del rione Siano in Catanzaro, docente di Teologia Sistematica all’Istituto Teologico Calabro e di Sacra Scrittura all’Istituto di Scienze religiose. Ha conseguito la Licenza in Teologia con specializzazione in Teologia Biblica alla Pontificia Università Gregoriana e successivamente nello stesso ateneo ha conseguito il Dottorato in Teologia. È Socio dell’Associazione Teologi Italiani dal 1991. Vanta numerosi articoli su riviste teologiche e diverse pubblicazioni delle quali ne ricordiamo solo qualcuna:
Matrimonio e famiglia: Il mistero della “sola carne”, Istituto di Propaganda Libraria, Milano 1995.
Egli ci ha fatti e noi siamo Suoi, (= Verbum 5) ed. Rubbettino, Soveria Mannelli 2009.
La Parola a Don Gesualdo De Luca.
Conclusioni:
In questa assise è stata chiarita l’identità della Chiesa: cos’è la Chiesa, ma soprattutto chi è la Chiesa; abbiamo analizzato l’andamento della Chiesa in questo tempo di smarrimento e di un sempre più crescente “secolarismo”; abbiamo riscoperto il risveglio della fede attraverso queste vie particolari che sono i movimenti ecclesiali.
Mi sembra dunque importante evidenziare alcuni degli aspetti già egregiamente messi in luce dai nostri conferenzieri.
Prima di tutto sottolineiamo che, come diceva il Beato Giovanni Paolo II nel messaggio ai partecipanti al congresso mondiale dei movimenti ecclesiali (27 maggio 1998): «l’originalità propria del carisma che dà vita ad un Movimento non pretende, né lo potrebbe, di aggiungere alcunché alla ricchezza del Depositum Fidei, custodito dalla Chiesa con appassionata fedeltà. Essa, però, costituisce un sostegno potente, un richiamo suggestivo e convincente a vivere appieno, con intelligenza e creatività, l’esperienza cristiana». Quindi sulla base di quanto il sommo pontefice affermava, i carismi riconosciuti dalla Chiesa rappresentano delle vie per approfondire la conoscenza di Cristo e per donarsi più generosamente a Lui, radicandosi nel contempo sempre più nella comunione con tutto il popolo cristiano. Riprendendo ancora le parole di Papa Woityla:
«Essi, (i movimenti), meritano attenzione da parte di ogni membro della Comunità ecclesiale, a cominciare dai Pastori, ai quali è affidata la cura delle Chiese particolari, in comunione con il Vicario di Cristo».
I movimenti dunque possono offrire un contributo prezioso alla dinamica vitale dell’unica Chiesa, fondata su Pietro. Sempre quando interviene, lo Spirito lascia stupefatti. Suscita eventi la cui novità sbalordisce; cambia radicalmente le persone e la storia … ed è qui che si inserisce il secondo punto:
la Chiesa gioisce nel constatare l’avverarsi delle parole del profeta Gioele «Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona». «Voi qui presenti, diceva Giovanni Paolo II ai rappresentanti di gruppi, associazioni e movimenti nella giornata di Pentecoste di qualche anno fa, siete la prova tangibile di questa «effusione» dello Spirito. Ogni movimento differisce dall’altro, ma tutti sono uniti nella stessa comunione e per la stessa missione. Alcuni carismi suscitati dallo Spirito irrompono come vento impetuoso, che afferra e trascina le persone verso nuovi cammini di impegno missionario al servizio radicale del Vangelo, proclamando senza pausa la verità della fede, accogliendo come dono il flusso vivo della tradizione e suscitando in ciascuno l’ardente desiderio della santità».
«Ma ecco, all’improvviso, qualcosa che nessuno aveva progettato. Ecco che lo Spirito Santo, per così dire, aveva chiesto di nuovo la parola»… saremo capaci noi di ascoltarLo?
Lo saremo nella misura in cui il nostro cuore sarà autenticamente pronto ad accogliere la Parola di Cristo; lo saremo quando la nostra mente sarà autenticamente rivolta all’elevazione dei nostri pensieri; lo saremo nella misura in cui ci sforzeremo di essere autenticamente cristiani e dunque, in Cristo autentici. È questo il mio augurio e lo affido insieme a voi alla Beata sempre Vergine Maria, Madre della Redenzione, agli Angeli e a tutti i Santi. Grazie.