Conclusioni di Don Gesualdo De Luca al VII Convegno
Innanzi tutto sento il dovere di ringraziare la presidente, Cettina Marraffa, perché ha fortemente voluto questo convegno. Il mio non è un ringraziamento formale perché lei ha un grande desiderio nel cuore: quello di ampliare gli spazi della missione del Movimento Apostolico, che è fondamentalmente missionario e vive il carisma dell’annuncio e del ricordo del Vangelo di Cristo Gesù. Lei vuole che il nostro carisma sia sempre vissuto con freschezza e autenticità e si è ritrovata benissimo nell’Evangelii gaudium di Papa Francesco e anche nel cammino della Conferenza Episcopale Italiana, della costruzione di un nuovo umanesimo.
La gioia è frutto dello Spirito Santo che viene ad abitare nel cuore quando noi accogliamo Cristo e la sua parola. Da questo incontro nasce un dinamismo, come ci ha fatto notare Mons. Santoro, che non si può fermare e cha bisogna comunicare, che ha la finalità di creare un uomo nuovo. Concretamente noi abbiamo a che fare con quanto ci diceva il Santo Padre con un uomo “individualista”, chiuso, che emargina ed esclude, un uomo fondamentalmente preso da tante ideologie – provate a pensare all’ideologia del gender –un uomo che si sta costruendo male. Possiamo noi costruire un uomo nuovo, immagine di Cristo? È questa la sfida che dobbiamo cogliere.
Ringrazio Mons. Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro, sede centrale del Movimento Apostolico, a cui il Movimento Apostolico sta tanto a cuore. Egli ne ha colto lo specifico, ne ha accolto il dono che rappresenta per la Chiesa: non solo per la Chiesa locale, ma per la Chiesa universale: di questo dobbiamo dire solamente grazie.
Un ringraziamento sentito anche a Mons. Santoro che ha accolto la richiesta della presidente di Cettina di presenziare a questo convegno. Da persona che ha vissuto molti anni l’esperienza della missione, oggi ci ha parlato con il cuore e ci ha tracciato con chiarezza le linee dell’Evangelii Gaudium ponendo l’enfasi sul primato dello Spirito: é sempre accogliendo lo Spirito che si può andare avanti, perché è Lui il protagonista principale della missione, è Lui che ancora oggi suscita e sempre susciterà dei doni, dei carismi, perché è lo Spirito che guida la Chiesa, è il Signore che guida la Chiesa, non siamo noi. Ecco perché dobbiamo accoglierlo, invocarlo e lasciarci guidare da Lui. Eccellenza, grazie per questa riflessione.
Non posso concludere che richiamando a tutti quanti noi le modalità con cui la nostra Ispiratrice, signora Maria Marino, ha vissuto e vive la sua missione: con profondo dolore e sofferenza ma sempre nella grande gioia: è la donna della gioia: Donna di una sofferenza immensa che coniuga sempre con la gioia. Per descrivere la sua modalità di vivere la missione, vorrei citare San Paolo, nel quale la vedo rispecchiata in maniera piena. Dice San Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi: “Il nostro vangelo non si è diffuso tra voi soltanto per mezzo della parola ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione” (1 Ts 1,5). Sono caratteristiche che tutti abbiamo notato in lei. Così anche la lettera ai Romani: “non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza della fede con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito” (Rom 15,18-19). È questa l’esperienza che noi abbiamo avuto ed è da questa profonda e vera identità missionaria che noi abbiamo attinto; anzi, per molti se non per tutti, da questa esperienza è nata la conversione e la fede al Vangelo, è nato un cammino ecclesiale, è nato un cammino vero di missione all’interno delle comunità parrocchiali, è nata la necessità di vivere le opere di misericordia corporali e spirituali, è nato il proposito di lavorare nella Chiesa e con la Chiesa: noi siamo frutto di un’esperienza viva dello Spirito di Dio, siamo frutto di una missione fatta con potenza di Spirito Santo. Allora penso che dobbiamo ripartire da questo convegno con una motivazione sempre più grande: c’è il desiderio della presidente, c’è l’esperienza dei pastori che ci hanno preceduto, c’è il sostegno e l’incoraggiamento di chi sta vicino, c’è l’esperienza viva della nostra ispiratrice. Possiamo anche noi riempire gli spazi della missione e lo possiamo fare con la preghiera alla Vergine Maria Madre della Redenzione a noi tanto cara, con l’intercessione degli angeli e santi.
Grazie buon lavoro.