COME VITTIMA DI ESPIAZIONE PER I NOSTRI PECCATI
MERCOLEDÌ 8 GENNAIO (1Gv 4,7-10)
La verità dell’espiazione di Cristo Gesù è già rivelata dal profeta Isaia: “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte” (Is 53,3-8). Non vi è carità più alta di questa. Dio, il Figlio di Dio, il Verbo eterno, si fa carne. Nella carne assume il peccato ed espia per noi sulla croce, da Crocifisso.
Questa stessa verità così viene ricordata da Paolo ai Corinzi: “L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (2Cor 5,14-21). Lui si prende la nostra morte e in cambio ci dona la sua risurrezione. Questo scambio però non si effettua senza la fede. Siamo redenti, salvati, giustificati per la fede in Cristo. Fede è accogliere la sua Parola, nella sua grazia e nel suo Santo Spirito, al fine di trasformarla in opera di amore, carità, luce per ogni uomo. Senza la trasformazione della Parola in vita, la fede è morta.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Se Dio è amore, chi dice di conoscere Dio necessariamente dovrà amare. Se non ama non conosce Dio, perché Dio è amore. Si ama e si conosce Dio. Non si ama e Dio non si conosce. Non solamente Dio ci ha amati per primo. Ci ha dato anche la capacità di poter amare e questa capacità ha un solo nome: partecipazione in Cristo, per opera dello Spirito Santo, della natura divina. Lo Spirito Santo ci genera come nuove creature e noi possiamo amare. Significa che, per amare secondo verità Dio e il prossimo, dobbiamo sempre rimanere in Cristo e nello Spirito Santo, essere corpo di Cristo mosso e guidato dallo Spirito. Per questa ragione il nostro amore non può essere se non ecclesiale. Ci si allontana dalla Chiesa, mai si potrà amare Dio e il prossimo secondo verità. Siamo privi del corpo di Cristo e dello Spirito Santo. Manchiamo della grazia e della verità. Qual è il vero fine dell’amore? Fare anche noi il nostro corpo vittima di espiazione dei peccati del mondo. Il fine dell’amore in Cristo è stato questo. Anche nel cristiano dovrà essere lo stesso fine. Un solo corpo, un solo amore, un solo fine, una sola missione. Il Padre vuole che il mistero di Cristo sia il nostro mistero.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate del corpo del cristiano uno strumento di espiazione.