Come può costui darci la sua carne da mangiare?
19 AGOSTO (Gv 6,51-58)
Il Libro della Sapienza legge gli eventi dell’Esodo e del deserto e dona ad essi un significato di altissima verità nello Spirito Santo. Niente è umanamente razionale in quegli eventi. Tutto invece è dall’onnipotenza di Dio che supera infinitamente la nostra piccola mente. Anche la mamma caduta nel deserto è oltre ogni logica umana. Come fa sempre lo stesso cibo ad adattarsi al gusto di chi lo mangia? La mente deve fermarsi. L’umana intelligenza arrestarsi. C’è solo lo spazio per la fede.
Per questo furono giustamente puniti con esseri simili e torturati con una moltitudine di bestie. Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo; per appagarne il forte appetito gli preparasti come cibo quaglie dal gusto insolito, perché quelli che desideravano cibo, a causa del ribrezzo per gli animali inviati contro di loro, perdessero anche l’istinto della fame, mentre questi, rimasti privi di cibo per un breve periodo, provassero un gusto insolito. Era necessario che su quei tiranni si abbattesse una carestia implacabile e a questi si mostrasse soltanto come erano tormentati i loro nemici. Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie e venivano distrutti per i morsi di serpenti sinuosi, la tua collera non durò sino alla fine. Per correzione furono turbati per breve tempo, ed ebbero un segno di salvezza a ricordo del precetto della tua legge. Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato non per mezzo dell’oggetto che vedeva, ma da te, salvatore di tutti. Anche in tal modo hai persuaso i nostri nemici che sei tu colui che libera da ogni male. Essi infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e mosconi, né si trovò un rimedio per la loro vita, meritando di essere puniti con tali mezzi. Invece contro i tuoi figli neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero, perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì. Perché ricordassero le tue parole, venivano feriti ed erano subito guariti, per timore che, caduti in un profondo oblio, fossero esclusi dai tuoi benefici. Non li guarì né un’erba né un unguento, ma la tua parola, o Signore, che tutto risana. Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte, conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire. L’uomo uccide con la sua malvagità, ma non può far ritornare uno spirito che se n’è andato, né libera un’anima già accolta nel regno dei morti. È impossibile sfuggire alla tua mano: perciò gli empi, che rifiutavano di conoscerti, furono fustigati dalla forza del tuo braccio, perseguitati da piogge strane, da grandine, da acquazzoni travolgenti, e consumati dal fuoco. E, cosa più sorprendente, nell’acqua che tutto spegne il fuoco prendeva sempre più forza, perché alleato dei giusti è l’universo. Talvolta la fiamma si attenuava per non bruciare gli animali inviati contro gli empi e per far loro comprendere a tale vista che erano incalzati dal giudizio di Dio. Altre volte, anche in mezzo all’acqua, la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco per distruggere i germogli di una terra iniqua. Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava (Sap 16,1-21).
Viene Gesù. Annunziai l grande mistero della sua carne e del suo sangue. Cosa pretende l’uomo? Comprendere con la sua mente il grande mistero dell’Eucaristia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù non spiega il mistero. Esso non è spiegabile. È mistero. È il mistero della fede. Esso si può solamente vivere, accogliendolo in un cuore puro, obbediente, casto, libero. Anche noi, dopo duemila anni di spiegazioni, definizioni, dogmi, infinite teologie, dobbiamo inchinarci e adorare prostrati. La mente si deve fare da parte. Ci si fida di Gesù. Si crede nella sua verità. Si accoglie nel cuore la realtà del mistero eucaristico.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede nel mistero.