Chiunque si adira con il proprio fratello

2 Cor 3,15- 4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26
13 GIUGNO

Nell’Antico Testamento, si narra che mentre Davide veniva maledetto, lui non si adirava, non rispondeva con il male, taceva e sopportava ogni cosa in silenzio. Viveva di grande mitezza. Offriva quell’insulto al Signore in sconto dei suoi peccati.

Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla sua destra e alla sua sinistra. Così diceva Simei, maledicendo Davide: «Vattene, vattene, sanguinario, malvagio! Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio, ed eccoti nella tua rovina, perché sei un sanguinario». Allora Abisài, figlio di Seruià, disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re, mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Seruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: “Maledici Davide!”. E chi potrà dire: “Perché fai così?”». Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi servi: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: e allora, questo Beniaminita, lasciatelo maledire, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi». Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simei camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e cammin facendo malediceva, gli tirava sassi e gli lanciava polvere (2Sam 16,5-14).

Nel Nuovo Testamento sappiamo che Gesù, sotto ad ogni genere di insulto, compresa la flagellazione non disse neanche una parola. Lui taceva. Non si è adirato. Mentre era crocifisso, prima offrire il suo sacrificio al Padre, si riconciliò con tutti i suoi carnefici, scusandoli e chiedendo per loro perdono al Padre. Vangelo detto, Vangelo vissuto.

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso» (Lc 23,33-43).

Comprendiamo l’insegnamento di Gesù se conosciamo l’essenza o il fondamento che è la stessa verità del cristiano. Ogni discepolo di Gesù, poiché parte del suo corpo, è chiamato ad offrire la sua vita per la redenzione e la salvezza del mondo. Può fare questo nella più grande purezza del cuore, della mente, dei pensieri, dei desideri, della volontà. Se l’altro va salvato dalla mia sofferenza, posso adirarmi se vengo insultato? Se mi adiro, non solo mi pongo fuori della missione, contraddico Cristo nella mitezza.

Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

Gesù vuole che ogni suo discepolo si veda sempre dal corpo di Cristo con gli occhi dello Spirito Santo. Lui in Cristo è costituito uomo di riconciliazione, pace, perdono, bontà, misericordia. Per dare questi beni è chiamato a privarsi del suo stesso corpo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano riveli Cristo Gesù con la sua vita.