Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini
Gn 49,29-33; 50,15-24; Sal 102; Mt 10,24-33
13 LUGLIO
Gesù chiede ad ogni suo discepolo che lo riconosca dinanzi al mondo, per essere da Lui riconosciuto dinanzi al Padre suo, oggi e per l’eternità. Ma cosa significa riconoscere Cristo dinanzi agli uomini? Vuol dire attestare pubblicamente la verità di Gesù allo stesso modo in cui Lui attestò la verità del Padre suo. Come Gesù sempre afferma che Lui è dal Padre e vive per compiere la sua volontà, così il discepolo deve confessare che Lui è da Cristo e vive per compiere la volontà di Cristo.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita (Gv 5,24-40).
Il discepolo, come Gesù, non solo deve confessare che lui è da Cristo, ma anche che lui vive in Cristo, con Cristo, per Cristo. Farà questo se compirà le opere di Cristo, come Cristo ha compiuto le opere del Padre. Le opere sono la perfetta obbedienza ad ogni Parola di Gesù. Gesù ha portato a compimento la Parola del Padre. Il cristiano porta a compimento la Parola di Gesù. Senza la perfetta obbedienza alla Parola, Gesù non viene confessato e neanche Lui confesserà noi davanti al Padre suo. Ma se Lui non ci conosce dinanzi a Dio, per noi le porte del Paradiso non si apriranno in eterno.
Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Come Gesù confessò il Padre suo fino alla morte di croce, anche il discepolo deve confessare Gesù fino alla morte di croce. La vita del Maestro fu un dono totale al Padre. La vita del discepolo sarà un dono totale a Cristo. Tutto Cristo è del Padre. Tutto il discepolo è di Cristo. È la sola via della vera confessione di Cristo nel mondo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano riconosca Gesù dinanzi agli uomini.