Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé
Un evento storico rimane evento storico per l’eternità. Una massima antica così recita:” Nequit Deus facta fieri non facta”. Neanche Dio può fare che ciò che è stato fatto diventi non fatto. Ciò che è fatto rimane in eterno. I farisei sanno che mai potranno negare che il cieco fin dalla nascita ora non sia vedente. La storia li obbliga. Vogliono però dimostrare che quell’uomo che dice di vedere non è lo stesso uomo che dice di essere cieco fin dalla nascita e che era conosciuto da tutta Gerusalemme. Il miracolato da Gesù non cede dalla sua verità storica. Lui era cieco e ora ci vede. Ci vede perché Gesù gli ha detto di andare a lavarsi alla piscina di Siloe. Gesù ha fatto il miracolo, ma rimane sempre un peccatore. Si obietta: ma può un peccatore operare miracoli di questo genere? Chi conosce la Scrittura Antica sa che neanche Mosè ha operato mai un simile miracolo e neanche Elia ed Eliseo che erano operatori di grandi prodigi. Chi è allora Gesù? Un grande peccatore o un profeta più grande di tutti i profeti? Per il cieco guarito non è alcun dubbio. Quest’uomo è un profeta. Questa la sua professione di fede.
Credono i Giudei che lui sia nato cieco? Nient’affatto. Chiamano i suoi genitori. Essi possono solo asserire che il cieco di ieri e il vedente di oggi sono la stessa persona. Ieri era cieco, oggi ci vede. Poiché essi non sono stati presenti quando il miracolo si è compiuto, non possono testimoniare altro. Se loro vogliono conoscere ogni cosa, devono chiederlo al loro figlio. Non è più un ragazzo. Ha la sua età. Sa dire cosa gli è successo. Diciamo che i genitori a rigore di Legge non possono dire altro. Il testimone deve limitarsi a ciò che ha visto e ascoltato di persona. Loro nulla hanno visto e nulla hanno ascoltato. Non aggiungo altro perché non vogliono essere esclusi dalla sinagoga. Vogliono morire nella fede dei loro padri. Chiediamoci: si può non testimoniare la verità per rimanere nella verità? Si può scegliere una verità inferiore e non gridare una verità superiore? La giusta risposta a questa domanda non viene solo dall’obbligo di ogni uomo che sempre deve scegliere la verità superiore e lasciare quella inferiore, ma anche dalla personale coscienza formata, non formata, illuminata, non illuminata sulla verità superiore. In quel momento Gesù è al centro del dibattito religioso e manca nel popolo una chiara visione della sua persona, anche perché la verità era fortemente deformata e alterata, anzi trasformata in falsità dall’azione distruttrice dei Giudei. I genitori fanno una scelta secondo coscienza, senza però arrecare alcun danno a Cristo Gesù. Anzi la loro testimonianza è un punto fermo nella discussione: “Il cieco di eri e la persona vedente di oggi”.
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».
Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!» (Gv 9,12-23).
Sapendo i Giudei che il cieco di ieri è la stessa persona che oggi è vedente, cade uno dei pilastri della loro inchiesta. Ora sono obbligati a rispondere ad una sola domanda: “Può un peccatore compiere un miracolo così strepitoso?”. Se neanche i grandi profeti del passato lo hanno mai compiuto, potrà mai compierlo uno da essi dichiarato peccatore? Partendo dalla Scrittura, della quale essi sono interpreti autorevoli, vi è una sola risposta: Gesù mai potrà essere un peccatore. Se non è un peccatore, necessariamente dovrà essere un uomo di Dio. Si potrà anche non sapere chi Lui sia in pienezza di verità, si dovrà però riconoscere che Lui è un uomo di Dio, anzi un uomo che viene da Dio. Questa verità non va dichiarata per fede, ma per rigore di logica umana. Come per rigore di logica umana si deve dichiarare oggi che Gesù è il solo vero Salvatore e Redentore dell’umanità, perché è il solo che cambia un cuore di pietra in un cuore di carne. È il solo che trasforma un uomo abbandonato alla sua natura di peccato in uomo spirituale. È il solo che fa sì che una persona dal vizio passi nelle virtù e dalla trasgressione alla perfetta obbedienza alla Legge Signore. È il solo la cui Parola è così perfettamente alta da non potersi aggiungere neanche un trattino. Queste verità devono essere accolte e affermate e sostenute per logica storica. È il solo punto dal quale si può iniziare per compiere un verso percorso di fede. In fondo era quanto Gesù ha sempre chiesto ai Giudei.
Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che la stoltezza oscuri la mente e ci consumi.