Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici
11 SETTEMBRE (Lc 6,12-19)
La vocazione è sempre da Dio. Vi è però una grande differenza tra l’Antico Testamento e il Nuovo. Nell’Antico Lui sceglieva sempre una sola persona: Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Giosuè, Gedeone, Sansone, Samuele, e così quasi con tutti i profeti che si sono succeduti nel tempo. Nel Nuovo tutto cambia. Gesù sceglie prima i Dodici Apostoli e poi i Settantadue discepoli. Prima ognuno lavorava da solo per gli altri. Oggi ognuno deve lavorare in una perfetta comunione, anche se gerarchica e facente capo sempre ad una persona che per ministero ricopre una responsabilità più alta. Ecco come ci viene raccontata dal testo sacro la vocazione di Geremia.
Parole di Geremia, figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che risiedevano ad Anatòt, nel territorio di Beniamino. A lui fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, l’anno tredicesimo del suo regno, e successivamente anche al tempo di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell’anno undicesimo di Sedecìa, figlio di Giosia, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme, avvenuta nel quinto mese di quell’anno. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca. Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare» (Ger 1,1-10).
Con Gesù cambia totalmente la storia della salvezza. Non vi è più un solo popolo da condurre a Dio. Tutto il mondo, ogni popolo, nazione, lingua, tribù deve essere portata nella verità e nella carità di Cristo Signore. Un solo operaio può fare veramente poco, quasi nulla. Occorre un numero quasi infinito di operai. Gesù sceglie oggi i dodici Apostoli. Il numero dodici, oltre che ricordare i dodici patriarchi, capostipiti delle dodici tribù di Israele, rivela anche una quantità perfetta, non assoluta, necessaria per il compimento dell’opera di Dio. Il dodici dovrà essere sempre moltiplicato per se stesso, in modo che esso sia sempre perfetto, sempre completo, sempre idoneo per la salvezza di tutta la terra. Al dodici si deve sempre aggiunger per tutto il tempo, lungo tutto il corso degli anni, fino all’avvento dei cieli nuovi e della terra nuova.
In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Come Gesù passa la notte in orazione sul monte per chiedere al Padre che gli dia l’aiuto necessario per il compimento sino alla fine della sua missione, così Apostolo, ogni collaboratore degli Apostoli, ogni discepolo di Gesù deve chiedere al Padre, nelle sue lunghe notte di orazione, che gli mandi i suoi dodici Apostoli e i suoi Settantadue discepoli. Senza questa aggiunta, ogni missione diviene impossibile. Dio dona dietro preghiera incessante, fatta per amore della salvezza del mondo. Se noi amiamo i fratelli, Dio sempre risponde al nostro amore con l’immensità della sua carità e aggiunge ciò che manca per l’espletamento santo della nostra missione. Se noi non amiamo, non preghiamo, il Padre dei cieli nulla potrà mai fare e la nostra missione miseramente fallisce. Le manca l’aiuto necessario, indispensabile.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci un cuore che ama.