Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici

Gesù è il vero, perfetto, santo, operatore della misericordia del Padre. Anzi Lui è la misericordia del Padre e il suo operatore. Non è misericordia momentanea, passeggerà, di un tempo. È invece la misericordia eterna, universale, per ogni uomo, di ogni tempo, ogni nazione, popolo, lingua. Se Lui non opera la misericordia, che è Lui stesso, il mondo rimane privo, si consuma nell’indicibile povertà spirituale. Muore nelle sue molteplici iniquità.

Altra verità vuole che Lui sia misericordia nel suo corpo, attraverso il corpo. È la sua umanità lo strumento della misericordia. Lui è la misericordia, ma il suo corpo è lo strumento. Il corpo a Lui è stato dato dal Padre, formato nel seno purissimo della Vergine Maria, per opera dello Spirito Santo. Se il Padre non gli avesse fornito il corpo, Lui mai sarebbe stato costituito misericordia del Padre, era senza lo strumento umano. Gli mancava la sua vera umanità.

Gesù sa che è strumento eterno e universale della misericordia del Padre. Sa però che il suo corpo è limitato dal tempo e dallo spazio. Vivrà nel suo corpo fisico di carne solo per trentatré anni. Poi il suo corpo sarà trasformato in luce e non potrà essere più strumento della misericordia del Padre sulla terra. La misericordia dovrà essere vissuta sempre attraverso un corpo di carne, un corpo visibile, tangibile. Come fare per essere sempre in questo corpo?

Lo Spirito Santo attinge nel cuore del Padre la via e la suggerisce a Gesù Signore. Lui potrà essere in eterno misericordia universale del Padre assumendo altri corpi, facendoli suo vero corpo. Prima però dovrà formarli così come il Padre ogni giorno forma e istruisce Lui. Li dovrà formare allo stesso modo che il suo corpo è divenuto vero uomo nel seno della Vergine Maria. Una volta formati, lo Spirito li trasformerà in suo corpo e Lui sarà in eterno misericordia di Dio.

Questa verità vale per ogni formato in Cristo Gesù. Vale per ogni corpo da Lui assunto. Ogni corpo assunto, dal battezzato, al cresimato, al consacrato, deve compiere la stessa missione di Gesù. Essendo lui costituito misericordia eterna ed universale del Padre, dovrà, per necessità di missione, formare altri corpi, perché Cristo li possa assumere e continuare la sua missione, il suo ministero. È una esigenza del suo essere stato costituito misericordia di Cristo.

Se il formato in Cristo non forma altri corpi da offrire a Cristo e allo Spirito, tutto finisce. Per lui è finita l’opera di Cristo. Per la sua negligenza Cristo Gesù non è più misericordia eterna ed universale. Si priva Dio di essere misericordioso verso i suoi figli, perché il corpo di Cristo ha omesso di compie la più grande opera di misericordia della sua vita: consegnare altri corpi a Cristo, per essere suo strumento di misericordia universale ed eterna.

In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore (Lc 6,12-16).

L’opera più grande per un battezzato, un cresimato, un consacrato è proprio questa. Non ve ne sono altre. Mentre lui, vivendo, manifesta la misericordia di Cristo, vivendo, allo stesso modo che Gesù manifestava la misericordia del Padre vivendo, si dedica a questa sublime opera, perché Cristo oggi e sempre, in ogni luogo e in ogni tempo, possa svolgere sulla nostra terra la missione che il Padre gli ha affidato. È missione insita nella propria carne.

Ecco il vero amore del cristiano: vivere per manifestare al mondo intero tutta la misericordia di Cristo Gesù, lavorare per offrire a Cristo altri corpi perché da Lui assunti possano permettergli di assolvere al mandato ricevuto dal Padre fino alla consumazione dei secoli. La prima opera di misericordia deve essere rivolta verso Cristo Signore. A Lui si deve dare ogni corpo perché la sua missione non vada perduta. Se la sua missione si perde, non c’è più salvezza.

Il giorno in cui si dovesse spegnere il cristiano, sulla terra si spegnerebbe la luce. Per ogni battezzato, ogni cresimato, ogni consacrato, Cristo accende la sua luce della terra e la sua misericordia può brillare per illuminare ogni uomo. Ma chi di noi crede in questa altissima opera di misericordia da offrire a Cristo Gesù? Dare un tozzo di pane a Cristo è altissima opera di misericordia. Dargli un corpo perché possa essere Lui misericordia di Dio, è cosa divina.

Questa opera divina di misericordia va insegnata ad ogni discepolo di Gesù. È da questa opera divina che ogni altra opera di misericordia nasce sulla terra. Il corpo dato a Cristo permette a Cristo di compiere oggi e sempre la redenzione del mondo. Se il corpo non gli è donato, la sua missione si interrompe e l’umanità precipita in un buio di idolatria e di empietà. Chi offre un solo corpo a Cristo, compie la stessa missione della Vergine Maria e dello Spirito Santo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a formare corpi per Gesù.