Chiamati a sé i suoi dodici discepoli
6 LUGLIO (Mt 10,1-7)
Quando si è investiti di una missione universale, nessuno da solo potrà assolverla secondo verità e giustizia. Urge condividere, associare, dare ad altri la stessa responsabilità, anche se spetta sempre a colui che è stato collocato al di sopra di tutti vigilare perché ogni cosa venga svolta nel rispetto della verità della missione ricevuta. Mosè deve governare tutto il popolo del Signore. Ietro lo vede solo, affaticato, stanco, gli suggerisce la regola della condivisione del potere. Si governa bene condividendo la stessa missione del governo, la stessa responsabilità di giudizio e di formazione.
Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera. Allora il suocero di Mosè, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: «Che cos’è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?». Mosè rispose al suocero: «Perché il popolo viene da me per consultare Dio. Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l’uno e l’altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue leggi». Il suocero di Mosè gli disse: «Non va bene quello che fai! Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; non puoi attendervi tu da solo. Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu sta’ davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio. A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere. Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini validi che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità, per costituirli sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te. Se tu fai questa cosa e Dio te lo ordina, potrai resistere e anche tutto questo popolo arriverà in pace alla meta».
Mosè diede ascolto alla proposta del suocero e fece quanto gli aveva suggerito. Mosè dunque scelse in tutto Israele uomini validi e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano affari difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi tutti gli affari minori. Poi Mosè congedò il suocero, il quale tornò alla sua terra (Es 18,13-27).
Chi vuole governare bene, vivere bene la sua missione, in ogni ambito delle cose dello spirito, dell’eternità, della terra, del tempo, è chiamato a condividere, a portare assieme ad altri il suo potere, la sua responsabilità, la sua stessa missione. Gesù è vero uomo. Sa che la sua è missione di salvezza universale, che deve abbracciare tutti i tempi e tutti i luoghi. Ha bisogno di un esercito sempre nuovo di missionari, di persone che condividano con Lui tutti i suoi poteri, anzi che siano la sua stessa vita, il suo stesso corpo. Lui chiama i Dodici. Questi a loro volta dovranno chiamare altri e altri ancora fino all’avvento dei cieli nuovi cieli e della nuova terra. Chi non chiama, chi non associa, chi fa morire nel suo corpo la missione, dichiara la fine della missione di Gesù.
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.
La chiamata alla condivisione della missione non è facoltativa, non è obbligatoria, non è un dovere morale. È esigenza di vita. Cristo Gesù deve vivere negli Apostoli per essere il vero missionario del Padre. Gli Apostoli devono vivere in quanti loro hanno chiamato e associato al loro ministero. Anche i presbiteri, i diaconi, i fedeli laici devono vivere in coloro nei quali hanno trasmesso la missione. La missione non può morire.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a far vivere Cristo.