Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione

Il vero umanesimo che Gesù è venuto a rivelarci non riguarda le cose della terra e neanche la vita presente. Gesù ci rivela invece come trasformare il tempo in eternità, la morte in vita, il corpo in spirito, la croce in strumento di vera salvezza, la stessa perdita della vita in un guadagno eterno. Gesù è venuto per farci guadare oltre la morte. Il mondo vuole che noi guardiamo al di qua di essa. Gesù vuole che guardiano al di là di essa. La morte fa la differenza tra l’umanesimo che vogliono costruire gli uomini e l’umanesimo che vuole costruire Gesù.

Qual è l’umanesimo dei nostri giorni? La chiusura dell’esistenza umana tra la nascita e la morte. Imprigionata negli angusti limiti del tempo, è giusto che si conceda ad essa ogni licenza: essa deve abortire, divorziare, eliminare la stessa vita quando la vita non è più gestibile. Ad essa si deve elargire ogni altra cosa: alcool, droga, divertimenti, spassi, ogni libertà. Nessuna restrizione le è dovuta. È chiaro a tutti che un tale umanesimo non è vivibile.

Se al violento si dona licenza ad essere violento, giungerà ad uccidere, violentare, stuprare. Se allo stolto, all’ubriaco, al drogato si lascia libertà di fare ciò che vuole, anche lui giungerà ad uccidere, violentare, stuprare, rubare, rapinare, terrorizzare. Questo umanesimo di certo non è quello vero. Manca ad esso il dopo morte. Ma ogni umanesimo racchiuso nei cardini del tempo è falso. Mai potrà divenire vero. Gli manca la verità di se stesso che è l’eternità. L’uomo è fatto di tempo e di eternità. Il tempo è di un attimo. L’eternità è infinita e viene dopo il tempo.

Il vero umanesimo di Gesù invece si fonda su una verità basilare, potremmo dire su una regola commerciale. Quando qualcuno vuole acquistare qualcosa deve pagare qualcosa. Nessuno può prendersi un oggetto di valore senza pagare l’equivalente in denaro. Il commercio è questo: si dona una cosa per acquisirne un’altra, che per noi è il nostro vero bene. Noi crediamo che quanto acquistiamo doni sollievo, pienezza, gioia alla nostra vita e per questo ci priviamo di qualcosa di nostro per acquisire ciò che ancora non è nostro.

Questa stessa regola Gesù applica al suo vero umanesimo. Vogliamo la sua Eternità, il suo Paradiso, il suo Gaudio Eterno? Ci chiede di dargli il tempo. È un baratto. Una cosa per una cosa. Vogliamo il nostro corpo spirituale, glorioso, di luce, immortale, incorruttibile? Gli dobbiamo dare il nostro corpo mortale oggi. Gli serve come strumento per attestare dinanzi al mondo la potenza della sua grazia e della sua verità. Senza questo commercio: tempo per eternità, corpo mortale per corpo spirituale, croce di oggi per gioia infinita, Lui resta Lui e noi restiamo noi. Non si entra in comunione né sulla terra e né dopo la nostra morte.

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc 8,34-38).

Oggi si vuole una religione senza commercio. Anche Gesù per ricevere il suo corpo glorioso ha dovuto dare al Padre il suo corpo di carne. Glielo ha consegnato sulla croce. Senza questo commercio il vero umanesimo mai si potrà costruire. Quando si perde di vista che tutto è da questo commercio, è allora che l’uomo si impossessa della sua vita e la vive secondo suoi precisi canoni, tutti però orientati, finalizzati alla conquista delle cose di quaggiù. Tutti i mali del mondo, comprese le guerre e ogni altro comportamento di stoltezza e di insipienza dell’uomo, nascono tutti dall’aver abolito questa legge. Tu, ricco, vuoi la vita eterna? Dona vita con i tuoi beni ai poveri. Non doni vita ai poveri? Mai potrai avere la vita eterna. Non ha vissuto la regola del commercio. Ti sei tenuti stretti i tuoi beni, non li hai investiti per l’eternità.

Tu, povero, vuoi la vita eterna? Investi la tua povertà tenendola lontana da ogni desiderio malvagio e cattivo. Astieniti dal rubare, frodare, ingannare, rapinare, desiderare le cose degli altri. Investi la tua povertà in grande libertà del cuore e della mente. Avrai il regno dei cieli. Ma se la tua povertà non la commercializzi in vera vita evangelica, mai potrai avere il regno dei cieli. Non si fa nel Paradiso se non si osservano santamente le regole del commercio. Questo significa riconoscere, confessare Cristo dinanzi alla presente generazione adultera e malvagia: vivere sempre e tutte le regole del commercio da Lui insegnate. Qualcuno ti invita ad abortire? La risposta è: “Non posso”. Cristo Gesù mi ha dato altre regole di vita. E così deve essere per ogni altra tentazione. Anche Gesù visse tutte le regole del commercio che il Padre gli aveva assegnato. Nessuna di esse fu trascurata da Lui. Quanto è valso per Lui, vale anche per noi.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci le regole del Regno dei Cieli.