Chi si vergognerà di me e delle mie parole

Nessuno potrà mai amare un suo fratello, nessuno potrà mai rispettare un solo essere creato dal Signore, se lui stesso non si ama secondo la più pura verità del suo vero Signore, Creatore, Dio. È giusto allora che ci chiediamo: qual è questa verità secondo la quale ognuno si dovrà amare? Quella che lo chiama ad uscire dalla morte per entrare nella vita divina, vita eterna, che il Padre Celeste dona ad ogni uomo in Cristo Gesù, mediante il suo Santo Spirito, per la mediazione della sua Chiesa. Chi rimane nella morte non si ama, mai potrà amare. Chi esce dalla vita divina e diviene prigioniero del peccato, non si ama, mai potrà amare.

Si ama colui che prende la ferma decisione di accogliere la vita eterna che il Padre gli offre in Cristo e nella vita eterna conduce tutti i suoi giorni. Confessare Cristo, il Padre, lo Spirito Santo, la Chiesa, non è certo recitare una delle tenta formule che tratteggiano le verità essenziali della nostra fede. Se fosse questa confessione la via della vita, tutti potrebbero dirsi salvi. Recitare un formula di verità non costa nulla. È come quando si giura sul proprio nome o sul nome del Signore. Giurare è facile, mantenere il giuramento diviene difficile. Occorre la purezza del cuore, la rettitudine della coscienza, la vittoria su ogni tentazione.

Ama chi non si vergogna di Cristo Gesù. Ma cosa significa in verità non vergognarsi di Cristo Gesù? Significa che dinanzi ad ogni tentazione che viene dal mondo, la risposta è una sola: non posso perché la Parola del mio Signore, verso la quale mi sono impegnato con un’alleanza eterna, me lo vieta. Se io rinnego Lui, Lui non mi potrà riconoscere dinanzi al Padre suo che è nei cieli e io sarò condannato alla perdizione eterna. Il Padre accoglie nel suo paradiso solo coloro che avranno camminato confessando Gesù verità e grazia della loro vita. Di certo non ama se stesso chi cammina verso la perdizione, lontano dal sentiero della vita.

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio» (Lc 9,18-27).

Gesù ama se stesso. Per essere riconosciuto dal Padre suo si fece obbediente a Lui fino alla morte di croce. Prese la ferma decisione di recarsi a Gerusalemme per essere immolato, sacrificato, martirizzato sull’altare dell’obbedienza e del compimento della volontà del Padre. Avendo Gesù amato se stesso fino a consegnare il suo corpo al supplizio, è in grado di amare di un amore vero di pura salvezza il mondo intero. Se Cristo non si fosse amato, non avesse obbedito al Padre, noi tutti saremmo rimasti in eterno sotto il potere del diavolo. Nessuna salvezza vi sarebbe stata per l’uomo, se Cristo non si fosse amato fino al sacrificio supremo.

Chi si pone fuori della Parola di Gesù, chi si vergogna di essa, chi non la testimonia al prezzo di perdere anche il suo regno terreno, regno scientifico, politico, economico, finanziario, sportivo, di qualsiasi altro genere o tenore, non si ama e se non si ama mai potrà amare gli altri. Vive odiando se stesso, la sua vita. Cammina di morte in morte. Potrà mai spargere vita attorno a sé? Ama chi elargisce vita. Non ama chi diffonde morte. La morte si diffonde anche lasciando l’altro nella morte, perché non vede noi come veri costruttori di vita. Questa verità è difficile da accogliere, perché richiede il sacrificio di se stessi sull’altare del vero amore di sé.

La Chiesa potrà amare il mondo solo alla maniera di Gesù: se per la sua salvezza si lascerà fare dal Padre celeste vero sacrificio espiatorio per i peccati di tutti gli uomini. Questo mai potrà avvenire se non attraverso una purissima obbedienza ad ogni Parola di Dio, letta, compresa, vissuta, aggiornata nella quotidiana sapienza che è riversata su di essa dallo Spirito Santo. È il solo modo per essa perché confessi Cristo, imitandolo nella sua obbedienza, seguendolo portando la propria croce, rinnegando e annientando se stessa come Gesù si è rinnegato e ha annientato se stesso. Se essa rinnega invece la Parola, mai si amerà, mai amerà.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri confessori di Gesù Signore.