Chi ha visto me, ha visto il Padre

In questi ultimi tempi sta avvenendo qualcosa di irreparabile. Ognuno, in nome del peccato dell’altro, si ritiene giustificato nel proprio. Cosa ancora più grave: la stessa Chiesa viene delegittimata in ogni suo insegnamento veritativo dai risvolti morali immediati e visibili, a motivo di alcuni suoi figli che non vivono con rigore il settimo comandamento, appropriandosi in modo evangelicamente non corretto, di beni che non sono il frutto del loro lavoro. Ecco la conclusione: Poiché tu non osservi il settimo comandamento non puoi chiedere a me di osservare gli altri. Poiché tu, trasgressore della legge del Vangelo, celebri la Santa Messa e ti accosti all’eucarestia, perché io che non osservo la legge del Signore negli altri comandamenti, devo esserne privato? Puoi privare me, se privi te. Puoi condannare me, ma prima devi condannare te. Cosa vi è in questa argomentazione che non funziona, perché semplicemente diabolico e satanico il pensiero che la regge e la promuove?

Primo principio di verità: Il peccato dell’uno, il sacrilegio dell’uomo, la profanazione dell’uno non giustifica il peccato, il sacrilegio, la profanazione dell’altro. Secondo principio di verità: Gesù stesso ha risolto alla radice il problema e l’ha rivolto nel suo Vangelo: “Fate quello che vi dicono, non fate ciò che essi fanno”. Tu obbedisci alla mia legge, anche se loro la trasgrediscono. Io giudicherò loro con sentenza infinitamente più severa. Anche loro dovranno presentarsi al mio cospetto per essere giudicati con giudizio eterno. Terzo principio di verità: I Comandamenti, le Beatitudini, il Discorso della Montagna, la Parola del Signore obbliga ogni uomo. Lo obbliga per la sua salvezza eterna. Non perché uno percorre la via della perdizione, l’altro lo debba seguire. L’anima è personale e va salvata. La salva chi vive secondo la Legge del Signore. Se uno ha deciso di dannare la propria anima e tutto se stesso, di certo non va imitato in questa sua scelta di perdizione eterna. Quarto principio di verità: ad ognuno il Signore chiede di astenersi da ogni scandalo. È responsabile dinanzi a Dio per l’eternità sia chi commette il peccato di scandalo sia colui che lo diffonde e se ne serve screditare la Chiesa, gettando fango su tutte quelle persone oneste che ogni giorno stanno in trincea e si consumano per amore dei loro fratelli. Ognuno stia attento a se stesso! Il diffusore dello scandalo anche lui è responsabili del peccato di scandalo. È come se lo avesse commesso lui personalmente.

Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò (Gv 13,,1-14).

Gesù è persona saggia, sapiente, piena di Spirito Santo. Al di là della dottrina o della morale, Lui dona ai suoi discepoli una norma di comportamento, che è la sola via per testimoniare la nostra appartenenza a Lui, come suoi veri discepoli. Questa norma è semplice nella sua enunciazione: Io in mezzo a voi ho sempre manifestato il volto del Padre. Voi dovete sempre manifestare il mio volto. Gesù conosce il volto del Padre di conoscenza eterna, ma anche di conoscenza immediata. Lui è sempre in contemplazione del suo volto santo. Lo conosce, lo mostra. La gente lo vede. Chi vede Cristo Signore sa di incontrarsi con il vero volto del Dio Signore, Creatore, Redentore, Salvatore dell’uomo.

Il vero problema che ognuno deve risolvere è quanto in lui vi è del volto di Cristo. Il volto dell’arroganza, dell’intransigenza, della superbia, dell’invidia, della gelosia, dell’avarizia, della lussuria, dell’accidia, della stoltezza, dell’insipienza, di ogni parola non proferita nello Spirito Santo, di certo non è il volto di Cristo Gesù. Se il mio volto non manifesta Cristo, la mia opera è vana. Allora è giusto che ognuno si chieda: Ma io conosco il volto di Cristo come Cristo conosce il volto del Padre? Se il volto di Cristo non lo conosco, non genero salvezza. Posso – come diceva San Paolo – dare tutte le mie sostanze ai poveri, sono sempre un cembalo vuoto.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero volto di Cristo Gesù.