Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti
Dio ha creato l’uomo, dotandolo di intelligenza, razionalità, discernimento, perché fosse capace di ragionare. Così il Libro del Siracide: “Il Signore creò l’uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l’uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo (Sir 17.1-4). Così San Paolo ai Filippesi: “E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi! (Fil 1,9-11; 4,8-9). È giusto allora chiedersi: Cosa vuole insegnarci Gesù Signore concludendo il suo discorso con le parole: “Chi ha orecchi per ascoltare ascolti”? Quale il significato universale contenuto in esse?
La risposta è semplice e immediata. Gesù parla all’uomo trattandolo sempre da uomo. Parla alla sua intelligenza e razionalità. Si rivolge al suo discernimento. Fa appello alle sue capacità argomentative e deduttive. È stolto, insipiente, privo di ogni intelligenza quell’uomo che spende tutte le sostanze per costruire una torre, ma poi non porta a compimento il lavoro per mancanza di fondi, perché prima non ha calcolato le spese necessarie. Così è stolto colui che dichiara guerra ad uno più potente di lui. Si espone al massacro. Come l’uomo è obbligato a servirsi della sua intelligenza, discernimento, razionalità nelle cose umane, così anche deve servirsi di essi nella cose divine. Decidere di farsi discepolo di Gesù e poi non seguire è stoltezza. L’inferno cristiano è il più duro degli inferni. Così come è inferno durissimo per presbiteri, vescovi, papi che non abbiamo seguito Gesù fino in fondo. La sequela di Gesù si fonda su un solo principio: tutto per tutto. Lui ti dona tutto. Tu gli doni tutto. Se vuoi tenere qualcosa per te, non accettare il suo patto né la sua sequela. Torneresti indietro. Tutto per tutto. Tutto il tempo per tutta l’eternità. Tutta la tua vita per tutta la sua vita. Il tutto di te per il suo tutto.
Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Buona cosa è il sale, ma se anche il sale perde il sapore, con che cosa verrà salato? Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti» (Lc 14,25-35).
Il mondo non si converte con cristiani a metà, tiepidi, spiritualmente malfermi, dai pensieri mondani, dai desideri secondo la carne, dalle opere e dai frutti non dallo Spirito Santo. Quando il mondo vede che il cristiano vive ed agisce secondo il mondo, esulta, perché ha introdotto nel corpo di Cristo un elemento di distruzione e di devastazione. Nulla è più dannoso per il corpo di Cristo di un cristiano che introduce il mondo e il suo peccato in esso. Sempre nella storia il corpo di Cristo è stato dilaniato dallo scoppio in esso dei più orrendi peccati, misfatti, pensieri cattivi, desideri secondo la carne, superbia e ogni altro genere di concupiscenza, invidia, stoltezza. Il cristiano che da sapienza di Cristo nel mondo diviene insipienza del mondo nel corpo di Cristo opera danni irreparabili per l’eternità. Ha perso il sapore di Cristo. Nessun’altra religione, filosofia, pensiero potrà darglielo. Ciò che viene dal mondo è stoltezza e insipienza. Questo deve ascoltare l’uomo: Cristo, solo Cristo, gli dona la vera sapienza nel suo corpo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vera sapienza di Cristo nel mondo.