Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?
Cristo Gesù è l’uomo dal cuore consegnato tutto al Padre suo. Nulla di Cristo appartiene a Cristo: né cuore, né pensieri, né volontà, né desideri, né sentimenti, né decisioni, né scelte, né operazioni. Tutto è del Padre. A Lui ne ha fatto dono il giorno del Battesimo, quando nelle acque del Giordano è si è spogliato di sé per rivestirsi interamente del Padre. Se è del Padre, dal Padre, non può essere dell’uomo, dall’uomo. Se non è dall’uomo, non può essere dai desideri neanche della Madre sua o dei suoi parenti. Questa verità è l’essenza di Gesù. Senza questa verità mai si potrebbe conoscere chi è Cristo Signore per noi. Satana vuole che Cristo non sia dal Padre, dalla sua volontà. Vuole che si faccia dalla sua volontà e per questo lo tenta. Per tentarlo, si serve anche delle opere di carità, compassione, amore. Utilizza anche la sofferenza, la malattia, le mille difficoltà in cui l’uomo versa. Oggi si serve di un desiderio santo dei suoi fratelli e della stessa Madre sua. Che cosa vi è di più santo di un cuore di Madre che ama il Figlio e desidera stare un secondo con Lui? Gesù risponde alla Madre e ai suoi fratelli e a tutta la folla che Lui non è signore, padrone neanche di un solo secondo della sua vita. Tutto di Lui appartiene al Padre. Con Lui ha fatto un patto di alleanza. Il Padre gli ha chiesto tutta la vita, in ogni momento di essa e in cambio gli avrebbe dato molte anime da salvare, redimere, portare nel suo regno eterno. Ora ogni patto va osservato. Cristo ama sia il Padre suo che l’umanità intera. Vuole la salvezza di ogni anima e sa che essa costa la piena fedeltà ad ogni desiderio del Padre suo. Essendo anche i secondi del Padre, a Lui vanno consegnati. Di nessuno di essi ci si può appropriare. Si violerebbe il patto, ci si porrebbe fuori dell’obbedienza, non si sarebbe più fedeli, non si salverebbero le anime. Per questo neanche un solo secondo va sottratto al Signore, al Padre suo. Questa è la scienza e la coscienza di Gesù Signore.
Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,46-50).
Confrontandoci con questa coscienza di Cristo, dobbiamo confessare che la nostra è alquanto larga nelle sue maglie. Sottraiamo al Signore non secondi, non minuti, non ore, non giorni, non settimane, non anni, non decenni, ma spesso tutta la nostra vita è dalla nostra volontà e non dalla volontà di Gesù Signore. Il patto con Cristo è chiaro: “Tu mi dai tutto di te ed io ti do tutto di me. Tu mi dai la tua vita e io ti dono la mia. Tu ti consacri a me e io consegno le anime a te perché tu le redima in me e per me. Tu salverai tante anime per quanto mi darai di te. Nulla mi darai e nessuna anima salverai. Poco mi darai e poche anime salverai. Tu non ti doni e io non mi posso dare”. Il nostro patto non è con il Padre dei cieli, ma con Cristo, nello Spirito Santo. Se veniamo meno, anche Gesù verrà meno nella promessa. Non viene meno nel suo amore che lo spinge sempre a venire da noi per chiederci il rispetto del patto stipulato, sottoscritto, firmato, sigillato in ogni sacramento da noi ricevuto. In una Chiesa che salta Cristo Signore per rifugiarsi in un Dio senza volto, con il quale non abbiamo stretto nessun patto e nessuna alleanza, quale speranza di salvezza potrà mai nascere? La salvezza è nel rispetto del patto sigillato con Cristo, in Cristo. Saltiamo Cristo, saltano tutti gli accordi. Rimaniamo senza alcun contratto e di conseguenza Lui non potrà più affidarci nessuna anima da portare a Lui. Diveniamo cristiani per la terra e non più per il cielo. Cristiani per il mondo, ma non per Cristo. Cristiani per noi stessi, ma non per le anime da salvare e condurre nell’unico ovile di Cristo Signore. A che serve essere cristiani per la terra, per il mondo, per noi stessi, se nessuna anima per noi si salverà e nessuna vedrà il regno glorioso del nostro Signore e Cristo? Dobbiamo pure interrogare la nostra coscienza. Non possiamo vivere come se tutto fosse in ordine. Ogni disordine spirituale ci impedisce e ci ostacola nella missione che ci è stata affidata e che abbiamo fatto nostra.
Gesù ci vuole Madre di Lui. Cioè ci vuole datori di Lui al mondo. Non però datori secondo la nostra volontà. Ma datori secondo il suo cuore. Questo avviene solo se ascoltiamo la sua voce e facciamo quanto Lui ci comanda. Avviene, se come la Madre sua diciamo: “Ecco il servo, la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola”. Ma Gesù ci vuole anche suoi fratelli? Chi è il fratello nella Scrittura? Colui sul quale incombe l’obbligo di redimere il fratello. Gesù ci vuole redentori in Lui di ogni altro uomo. Ma per divenirlo, dobbiamo sempre essere una sola volontà con la sua. La sua volontà è sempre dal Padre. La nostra deve essere da Lui, in Lui, per Lui. Facendo la sua volontà, si fa la volontà del Padre. Qual è la volontà del Padre che noi sempre dobbiamo fare? Lasciare libero Cristo perché sia sempre dalla divina volontà, dal cuore del Padre. Avere un solo desiderio su Cristo è tentazione per noi, perché lo vogliamo dalla nostra volontà e non dalla volontà del Padre suo. Questo vale per ogni discepolo di Gesù verso ogni altro discepolo. Sempre dobbiamo lasciare che ogni discepolo sia dalla volontà di Cristo e mai dalla nostra. La salvezza è solo nel permettere che ognuno obbedisca a Cristo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci tutti dalla volontà di Cristo Gesù.