vangelo del giorno

Che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato

13 APRILE (Gv 6,35-40)

Gesù conosce la volontà del Padre suo. È il Padre che gli dona le pecore da custodire, far crescere, condurre ai pascoli, nutrirle di vita eterna. Assieme al dono vi è anche un comandamento da osservare: nessuna pecora data dal Padre si dovrà perdere per sua responsabilità. Tutte le pecore a lui affidate dovranno essere ridate al Padre. Questa verità Gesù sempre la ricorda nel Vangelo. Prima di lasciare questo mondo, confessa la sua fedeltà al Padre, dicendogli che nessuno si è perso, tranne il figlio della perdizione. È stato però lui a volersi perdere. È lui che ha scelto la via della morte.

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola» (Cfr. Gv 10,14-30).

Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità (Gv 17,12-19).

Perché Gesù non perda nulla di quanto il Signore gli ha dato, oggi Lui nutre le pecore affidategli dal Padre con la purezza della sua Parola. La sua Parola è purissima, santa, solo luce, in essa non vi è alcuna ombra, alcuna oscurità, alcuna tenebra. La sua Parola è vero nutrimento dello spirito e del cuore. Essa è la sola che dona speranza e rinfranca l’anima. Domani, dal momento stesso della sua morte, Lui disseterà il suo gregge con la divina acqua dello Spirito Santo e con il suo corpo e il suo sangue. Lo nutrirà, lo disseterà, lo alleverà riversando su di esso tutta la potenza dello Spirito Santo e la pienezza della grazia, che è Dio stesso che si dona all’anima, allo spirito, al corpo sia come grazia increata che come grazia creata, per la completa rigenerazione.

Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Cristo Gesù custodisce nel Padre e nello Spirito Santo coloro che il Padre gli dona, perché Lui, attraverso il dono della sua carne, del suo sangue, del suo Santo Spirito, dona Dio stesso come vero alimento dell’uomo, alimento di tutto l’uomo, anche il corpo, nutrito, alimentato di Dio, si spiritualizza. Per questo il cristiano diviene impeccabile, non muore, vive di vita eterna, nella perfetta obbedienza al Signore. È questa la stupenda onnipotenza contenuta nell’Eucaristia. Per essere tutto l’uomo cambia natura. Da natura di peccato diviene natura di grazia, verità, natura di spirito, natura divina. Quando la natura riceve una così potente trasformazione, essa mai potrà peccare. Sempre sarà del Padre. Sempre sarà custodita nella vita eterna da Gesù Signore. Quest’obbligo è anche della Chiesa. Anch’essa deve farsi eucaristia di vita.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci eucaristia in Cristo Gesù.