Che crediate in colui che egli ha mandato
At 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29
6 MAGGIO
Una prima verità che troviamo nei dialoghi di Gesù nel Vangelo secondo Giovanni è l’andare oltre di Cristo Signore ad ogni parola superflua, insignificante. L’altro si accosta a Lui per parlare. Gesù ascolta solo le prima parole. Poi subito annunzia il mistero che deve essere annunziato. Così con Nicodemo, i Giudei, la Samaritana.
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio» (Gv 3,1-3). .
Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (Gv 4,5-10).
Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Ma Gesù disse loro: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato (Gv 5,16-23).
Anche dopo la moltiplicazioni dei pani, i Giudei cercano Gesù. Lui non si perde in parole vane. Li invita a smettere di cercare il pane che perisce. Essi devono cercare il pane che dura per la vita eterna. Questo pane solo il Figlio dell’uomo potrà donare loro. Lui lo potrà donare perché il Padre su di Lui ha messo il suo sigillo. Il Padre ha dichiarato, costituito, stabilito che sia solo Lui il datore di questo pane. Nessun altro lo potrà donare. Tutti possono dare il pane che perisce. Nessuno potrà offrire il pane che dura per la vita eterna. Parole chiare, dirette, immediate. Si accolgono o si rifiutano. Si crede in esse o non si crede. È questo lo stile dei dialoghi di Gesù: parola diretta, immediata, sulla quale non si può discutere. Si può rispondere con la fede o la non fede, l’accoglienza o il rifiuto. Sempre però Gesù aiuta il processo della fede. Ma la fede è un atto insieme della razionalità e della volontà. La volontà alla fine deve voler credere. Gesù sovente lo dice. Voi non volete credere. Potete, ma non volete.
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Gesù chiede ai Giudei fin da subito quale dovrà essere la loro fede: credere in colui che egli ha mandato. Gesù è dal Padre. Questa è l’opera che essi dovranno compiere.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci discepoli dal perfetto annunzio della verità di Gesù.