BEATO L’UOMO CHE RESISTE ALLA TENTAZIONE

MARTEDÌ 18 FEBBRAIO (Gc 1,12-18)

Vincere la tentazione è vero comando del Signore: Questo comando è stato dato a Caino all’origine della nostra storia: “Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai»” (Gen 4,3-7). Nella Lettera ai Romani è dato il comando di vincere con il bene il male: “Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, accumulerai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,17-21). Il cristiano vive da cristiano se obbedisce a questi comandi.

Il Libro del Siracide invece ci rivela che la tentazione è fedele compagna di chi vuole servire il Signore: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui. Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia, poiché la sua ricompensa è un dono eterno e gioioso. Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato? Perché il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione. Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti e al peccatore che cammina su due strade! Guai al cuore indolente che non ha fede, perché non avrà protezione. Guai a voi che avete perduto la perseveranza: che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi?” (Sir 2,1-14). Solo chi vince la tentazione è gradito al Signore. Chi cade, chi soccombe, chi si lascia tentare, chi va in cerca di essa, non ama il Signore, perché non amala sua volontà. Oggi tutti dicono di credere in Dio. Ma si crede in un Dio senza Legge. Così come si crede in Cristo senza Vangelo e nello Spirito Santo senza verità.

Beato l’uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano. Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte. Non ingannatevi, fratelli miei carissimi; ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

Chi è beato? Chi entrerà nella beatitudine eterna? Coloro che resistono alla tentazione. Resistere è atto di forza ininterrotto. La tentazione è simile all’assedio di una città. Se la città non resiste, essa sarà conquistata, devastata, depredata, spogliata. La tentazione viene per privarci della gloria di Dio, oggi e nell’eternità. Viene per farci schiavi del peccato e della morte. Viene per trascinarci nelle tenebre eterne. Per questo è beato chi resiste. Chi cade, se non si rialza, finirà nella morte eterna.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci perché possiamo resistere alla tentazione.