Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio
Leggere il Vangelo secondo il Vangelo è rispetto per il cuore di Cristo Gesù. Poiché il Vangelo è la sua vita scritta per noi dallo Spirito Santo, anche se in modalità quadriforme, ogni lettura fatta con categorie sociologiche, filosofiche, anche teologiche o mistiche, rischia di offendere prima Cristo Signore nella sua essenza più pura e poi anche lo Spirito del Signore che ci ha fornito la Parola con la quale Lui stesso ha letto per noi la vita terrena del nostro Salvatore e Redentore. Contempliamo attentamente il brano in esame oggi, perché su di esso urge una riflessione molto accurata. Non si può mai inserire nel Vangelo ciò che non appartiene al cuore di Gesù.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti (Lc 6,17-26).
Il brano si compone di tre momenti: il primo riguarda Cristo e la folla e come la folla e Cristo si relazionano vicendevolmente: Cristo Gesù nei confronti della folla, la folla nei confronti di Cristo Gesù. In questo primo momento notiamo che la folla che si reca da Gesù non viene da una sola parte. Viene da tutta la Giudea, da Gerusalemme, dal litorale di Tiro e di Sidone. Perché tutti vengono da Gesù? Per ascoltarlo e per essere guariti dalle loro malattie ed essere liberati dagli spiriti impuri che li tormentavano. Gesù è cercato da tutti, perché dona a tutti qualcosa. Gesù è visto dal mondo come un dono, anzi come la fonte, la sorgente di ogni dono.
Urge ora puntualizzare la verità di Cristo. Chi è Gesù? Il più povero tra i poveri della terra. Non vi è povero più povero di Lui. Da dove attinge allora tutta questa ricchezza? La ricchezza di Cristo è il cuore del Padre. Lui attinge dal cuore del Padre e dona agli uomini. Non è allora Lui la fonte, la sorgente. Lui è il Mediatore, il Datore, il Dispensatore, l’Elargitore che prende dal senso del Padre e dona agli uomini. Niente è allora di Gesù? Di Gesù è la sua fede e la sua obbedienza. Lui crede nella Parola del Padre. Obbedisce ad ogni Parola del Padre. Quanto il Padre gli comanda, Lui lo compie con perfetto amore, perfetta obbedienza.
La verità di Cristo è anche nostra. La fonte della vera ricchezza è il seno del Padre, il cuore del Padre. A chi consente il Padre che metta la mano nel suo seno e attinga ogni dono per gli uomini? A chi perfettamente ascolta, perfettamente obbedisce, perfettamente crede. Chi vuole vivere la virtù della misericordia, chi vuole che Dio viva la virtù della misericordia, deve fare della Parola del Signore la sua stessa vita. Nella fede perfetta e nell’obbedienza piena, l’uomo diviene mano di Dio per dare ogni bene di Dio ai suoi fratelli. Questa è la verità di Cristo. Dovrà essere la verità di ogni discepolo di Gesù. La vera misericordia è figlia della perfetta fede.
Secondo momento del brano oggi in esame: dinanzi a Gesù vi è un esercito innumerevole di poveri, miseri, affamati, sofferenti, odiati dal mondo. A chi essi potranno stendere la mano per avere un qualche bene materiale per vivere? Non agli uomini. Come Cristo Gesù essi hanno solo il seno del Padre per attingere. Neanche dovranno attingere. Il Padre celeste sarà Lui stesso ad attingere nel suo seno e dare ad essi. Essi però dovranno vivere come Cristo Gesù. Dovranno fare della sua Parola la loro stessa vita e dell’obbedienza alla Parola la loro virtù. Anche per loro la fede in ogni Parola di Dio è la via perché Dio viva la sua misericordia.
Terzo momento della nostra riflessione: vi è un mondo di ricchi, sazi, gaudenti, amati dal mondo. Possono continuare a rimanere ricchi, sazi, gaudenti, amati dal mondo. Di essi Dio non ha alcun bisogno. Devono però sapere che essi non avranno alcuna parte con Dio dopo la morte. Andranno nel fuoco eterno ad arrostire la loro carne consegnata al vizio e all’empietà. Vogliono essi salvarsi? Vogliono entrare nella misericordia eterna di Dio? Devono mettere mano nel seno della loro ricchezza ed essere misericordiosi verso i poveri della terra. Come Gesù, come i poveri, anche loro devono vivere di perfetto ascolto, perfettissima obbedienza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la virtù del vero ascolto.