AVVENTO DI SPERANZA – (VISIONE PERISCOPICA)
PRINCIPIO FONDAMENTALE
Il cristiano, in Cristo, per Cristo, con Cristo, è costituito “costruttore” di speranza. Questa prima verità, già manifesta che senza Cristo non c’è speranza, perché è Cristo la speranza dell’umanità. Dice anche che Cristo non è “l’albero della speranza” presso il quale ognuno può accostarsi, mangiare i suoi frutti, ricolmarsi di speranza per sé, aiutare i fratelli ad entrare nel cammino o sentiero della speranza. Il cristiano è costruttore di speranza vivendo in Cristo, nel suo corpo, per Cristo, per il suo corpo, con Cristo, con il suo corpo, che è la Chiesa.
Chi si pone fuori della Chiesa, contro di essa, mai potrà essere costruttore di speranza. Cristo Gesù è “l’albero della speranza”, perché è sempre dal Padre, nel Padre, con il Padre, per il Padre, nella perfetta comunione di obbedienza e di amore dello Spirito Santo. Come Cristo si è conservato albero della speranza, per la sua piena obbedienza al Padre, nello Spirito, così il cristiano si conserva albero della speranza, se si mantiene nella perenne obbedienza a Cristo, nello Spirito Santo, dato dalla Chiesa, per la Chiesa, nei suoi sacramenti di grazia e verità.
Il cristiano, nella fede, accoglie la Parola, la trasforma in carità, amore, giustizia, verità. Vivendo di Parola, per essa passa dall’ingiustizia alla giustizia. Non è la parola dell’uomo la giustizia, ma solo la Parola di Cristo Gesù. La Parola trasformata in amore è il vero albero della speranza. Essa sempre produce secondo la sua verità. Il contadino prende il seme, lo pone nei solchi della terra, il seme di certo produrrà. La mietitura è il frutto delle due prime azioni. Così è la nostra speranza: si prende la Parola, la si mette nel cuore, la si vive, la parola vissuta, produrrà.
Altra verità necessaria: Parola, via, modalità, forme, tempi della speranza sono date da Dio. Al cristiano l’obbligo di calarsi in essi con meticolosa obbedienza. Senza obbedienza alle modalità o alle forme stabilite da Dio, nessuna speranza si potrà compiere. Chi semina farina, può anche svolgere un ottimo lavoro. Ma non produce alcuna speranza. Ha cambiato le modalità della semina. Così anche chi dona modalità, forma, sostanza diversa al suo ministero, anziché seminare grano, semina pietre. Lavoro eccellente, ma senza alcun frutto di speranza.
In questo primo approccio sulle quattro domeniche di Avvento, ci soffermeremo sulle modalità di Dio, offerteci dal profeta Isaia, il grande annunciatore ai figli di Israele che la speranza per essi mai sarebbe potuta nascere dal loro cuore, atti, opere. La speranza è Dio che la costruisce. All’uomo l’obbligo di credere nella profezia di Dio, accogliere la Parola, poggiare su di essa il proprio futuro, attendere il suo compimento con pazienza, nella grande conversione. La speranza è inscindibilmente legata alla fede. Manca la fede? Muore la vera speranza.
PRIMA DOMENICA DI AVVENTO – ANNUNCIARE LA SPERANZA
Il cristiano che vuole costruire speranza nei cuori, può, a condizione che diventi anche lui, come il grande Isaia, annunciatore della Parola di Cristo. Il cristiano per questo deve essere sempre rivolto con l’orecchio del suo cuore verso il Signore, come sentinella saggia, accorta, intelligente, sagace. Ascolta dallo Spirito Santo una parola, l’annunzia ai suoi fratelli, crea per essa vera speranza. Si distacca dallo Spirito Santo con il peccato, smette di essere creatore di speranza, diviene creatore di morte per sé e per gli altri.
Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore (Is 2,1-5).
ESAME DI COSCIENZA: Sono io ascoltatore vero dello Spirito? Vivo lontano dal peccato sia grave che lieve? Mi allontano da vizi e imperfezioni? Sono sentinella dello Spirito Santo? Dalle oneste risposte che ti doni, sai se sei costruttore di speranza o portatore di morte.
SECONDA DOMENICA DI AVVENTO – L’UOMO DELLA SPERANZA
Isaia rivela al suo popolo che la loro speranza sarà costruita dal Messia del Signore, il quale, è vero, spunta dalla radice di Iesse, ma sarà pienamente colmato della pienezza dello Spirito Santo. Nello Spirito Santo, il Messia dirà tutta la Parola del Padre. Nello Spirito farà tutta la volontà del Padre. Nello Spirito Santo pianterà sulla terra l’albero, il vero albero della speranza, il suo Corpo Crocifisso, dal quale sgorgherà in eterno l’acqua e il sangue della vita. Il corpo del Messia diviene così il potente strumento della speranza nelle mani dello Spirito Santo. Non il Messia senza lo Spirito, né lo Spirito senza il Messia.
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa (Is 11,1-10).
ESAME DI COSCIENZA: Anch’io ho ricevuto lo Spirito Santo nella Cresima come lo ha ricevuto il Messia di Dio. Sono io lo strumento, il corpo dello Spirito Santo, tutto nelle sue mani, perché Lui, in me, per me, con me, possa dire la Parola della Speranza, mostrando ad ogni uomo come essa si compie tutta sull’albero del mio corpo, tutto consegnato alla Parola divina? Cosa mi impedisce di essere corpo in Cristo dello Spirito Santo? So quali sono le vie per ritornare ad essere corpo in Cristo dello Spirito di Dio? Ma voglio ritornare nello Spirito Santo? Se nelle risposte inganno me stesso, nel mio inganno trascino il mondo intero.
TERZA DOMENICA DI AVVENTO – LA VIA E I FRUTTI DELLA SPERANZA
Gesù lo dice con divina luce nello Spirito Santo: “Io sono la via, la verità, la vita”. Se il cristiano in Cristo non diviene via appianata della speranza, nessun futuro di bene uscirà da lui, per lui. Se non è via di speranza, nessuno potrà attraverso lui giungere fino all’albero della vita e cogliere i frutti che lo faranno vero uomo in Gesù Signore. Oggi vi è un tristissimo errore che sta distruggendo la Chiesa di Dio. Si pensa che la vita si attinge solo dai sacramenti. Si ignora che la via che deve condurre alla grazia, è la verità che agisce nel cristiano per opera dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo di Cristo non si attinge fuori di Cristo, si attinge in Cristo. Lo Spirito Santo del cristiano è la via santa che porta al vero Cristo, alla vera salvezza.
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto (Is 35,1-6a.8a.10).
ESAME DI COSCIENZA: Sono io vera strada, vero sentiero nello Spirito Santo attraverso il quale l’uomo va allo Spirito Santo e lo Spirito Santo all’uomo? Per me si è mai convertito un solo uomo a Gesù Signore? Ma io stesso sono convertito a Cristo? Cristo si vede nella mia vita? Sono io per primo un frutto dello Spirito Santo? Se rispondo che non sono ancora un frutto dello Spirito, deve anche rispondere che non sono via attraverso cui lo Spirito opera ed agisce.
QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – I SEGNI DELLA SPERANZA
Isaia dona al re Acaz la vergine che concepisce come segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Il cristiano, oggi, è obbligato a dare se stesso, al mondo intero come segno della vera speranza, Si dona come vero segno, se giorno per giorno di lascia trasformare dallo Spirito Santo in vero corpo di Cristo. Se non diviene vero corpo di Cristo, non è segno, mai lo diverrà.
Il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7,10-14).
ESAME DI COSCIENZA: Mi lascio fare ogni giorno di più vero segno della speranza di Cristo Gesù in mezzo ai miei fratelli? Il mondo mi vede come segno di vera speranza? Quali sono i vizi, i difetti, i peccati, che rivelano agli altri che io non sono segno di speranza o vero frutto del Signore? L’onestà nella risposta può essere l’inizio della mia salvezza e di ogni mio fratello.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ci aiutino ad essere veri costruttori nella Chiesa e nel mondo della speranza che è il frutto della Croce di Gesù Signore.