Andate a presentarvi ai sacerdoti
Dio è nella Legge, ma è sopra la Legge e viene prima della Legge. Prima si devono curare gli interessi di Dio nella sua Persona e poi gli interessi di Dio secondo la Legge. Mai si deve identificare Dio con la Legge. Questo è un errore che mai si dovrà compiere. Così come mai si dovrà identificare l’amore di Dio con l’amore del prossimo. Dio è persona, anzi è Trinità di Persone e ogni Persona divina va amata in se stessa e per se stessa. Anche l’uomo è una molteplicità di persone e per ogni persona vi è una particolare legge di amore stabilita da Dio. Mettere ordine nella Legge dell’amore, della misericordia, della giustizia è obbligo di ogni persona che ha sulla terra il posto di Dio e in suo nome e con la sua autorità guida il suo popolo perché renda al suo Dio il culto più vero nell’adorazione più vera, nell’obbedienza più vera, ma soprattutto nella verità più vera. Nella verità mai si deve transigere, mai essa va saltata.
Oggi è proprio questo il nodo cruciale che merita di essere sciolto. La verità di Dio può essere vissuta senza l’obbedienza alla sua Parola? Vi potrà essere un culto vero, un’adorazione vera, senza la volontà dell’uomo si lasciarsi abbracciare dalla più vera verità di Dio? Certo, non si può pretendere da alcuno che cominci il cammino verso Dio dalla sua più alta verità. Ma neanche si deve dispensare qualcuno dall’obbligo di camminare verso la più alta verità. Se chi è preposto da Dio a guidare in nome di Dio, con la verità di Dio, il suo popolo, dispensa l’uomo dall’obbligo di camminare di verità in verità e di fede in fede, è come se ad un albero senza frutto si permettesse di sfruttare inutilmente il terreno. La misericordia verso chi è inferno e malato non significa abbandonarlo nella sua malattia e infermità, lasciando che il cancro del peccato divori il suo spirito o la cancrena della sua immoralità consumi la sua anima. Gesù sempre interviene e con ferma e risoluta chiarezza mette ogni cosa nel suo ordine. A Dio dona ciò che è di Dio, alla Legge ciò che è della Legge, alle verità ciò che è delle verità, alla misericordia ciò che appartiene alla misericordia, alla giustizia ciò che è della giustizia.
Dieci lebbrosi gli chiedono pietà, misericordia, compassione. Vogliono essere da Lui purificati. Gesù dice loro di andare e di presentarsi ai sacerdoti. Nell’Antica Legge erano i sacerdoti preposti ad esaminare ogni piaga e dire se essa era lebbra oppure semplice piaga e così spettava loro riesaminare il lebbroso per dichiarare se era guarito per essere inserito nella comunità, oppure doveva rimanere nel suo stato di isolamento dagli altri uomini a causa della malattia ancora non scomparsa dal suo corpo. I dieci lebbrosi obbediscono al comando di Gesù. Mentre si recano dai sacerdoti, si vedono guariti. Nove proseguono per la loro strada. Uno torna indietro. Prima è giusto che Dio venga ringraziato per mezzo del suo Mediatore o Intercessore. A Cristo Dio ha fatto la grazia. Cristo deve ringraziare Dio. Lui si reca da Cristo perché Cristo possa assolvere ai suoi obblighi di giustizia. Cristo era stato misericordioso con lui. Ora è giusto che Cristo sia riconoscente verso il Padre suo. E i sacerdoti? Possono aspettare. Non è urgente che lui sia integrato nella comunità degli uomini. Un giorno in più da lebbroso e un giorno in meno nulla aggiunge e nulla toglie alla sua gioia.
Entrando in un villaggio, vennero incontro a Gesù dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!» (Lc 17,11-19).
Gesù loda il gesto di quest’uomo. Ammira la sua fede. Biasima l’agire degli altri. In costoro vi è un pensiero di egoismo. Pensano solo al loro bene. Non pensano al bene di Cristo, loro Benefattore e Mediatore nella richiesta della guarigione, non pensano al bene di Dio, che va sempre messo al primo posto. Prima Cristo, per Cristo prima Dio, poi il loro inserimento nella comunità degli uomini. Prima vi è l’inserimento nel cuore di Dio, poi nella società. Cristo ha avuto misericordia per loro. Loro non hanno alcun amore, alcuna misericordia per Cristo. Sono senza verità. Credono in Cristo solo per il miracolo. Ottenuta la grazia, Cristo non serve più. Non si ha più bisogno di Lui. Costoro non sanno invece che è Cristo che ha bisogno di loro, ha bisogno del loro ringraziamento, perché Lui possa benedire e ringraziare il Padre. Gesù vede trascurata la gloria del Padre suo e lo rivela con forte rammarico. Lui è il vero cultore della gloria del Padre. Misera è la nostra religione, inutile la nostra fede in Cristo, se la rivolgiamo esclusivamente verso l’uomo. Cristo è venuto per curare gli interessi del Padre suo. Gli Apostoli di Cristo devono curare gli interessi di Cristo, perché solo curando gli interessi di Cristo si curano gli interessi di Dio e in Dio si curano i veri interessi degli uomini.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci curatori degli interessi di Cristo.