Andate a presentarvi ai sacerdoti
Questo ordine di Gesù è vera promessa di guarigione. Non si va dal Sacerdote per mostrarsi lebbrosi. Si va per farsi vedere sani, guariti. I lebbrosi lasciano Gesù per obbedire al suo comando e lungo la via vengono purificati. Nove di essi continuano nell’obbedienza all’ordine dato da Gesù. Uno interrompe l’obbedienza. Allora è bene che ci chiediamo: quando è giusto interrompere l’obbedienza e quando essa va portata a compimento? Per una risposta vera occorre operare la distinzione tra legge rituale e legge morale. La legge morale è quanto attiene ai dieci Comandamenti. A questa legge l’obbedienza va data sempre. Essa mai va sottratta. Vi è però una seconda distinzione da operare: i comandamenti al negativo vanno osservati sempre per sempre (semper pro semper) senza alcuna sottrazione di obbedienza, mai. I comandamenti al positivo (III e IV: Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo e Onora il padre e la madre) obbligano sempre, ma non per sempre (semper se non pro semper). Aiutare materialmente i genitori si deve sempre. Ma se uno è nell’indigenza o nella malattia, l’obbligo finisce. Così anche non sempre si può santificare il sabato secondo le prescrizioni della legge. Di certo non per volontà, ma per le condizioni fisiche di colui che deve osservarlo. Gesù sappiamo che ha dispensato dall’osservanza materiale del quarto Comandamento tutti i missionari del Vangelo. Essendo l’obbedienza comandata da Gesù ad una legge rituale, per una obbedienza più grande essa può essere interrotta, posticipata, rimandata ad altri momenti.
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!» (Lc 17,11-19).
Occorre all’uomo sempre la saggezza dello Spirito Santo per sapere quando l’osservanza della Legge rituale può essere posticipata e rimandata. Nella parabola del Buon Samaritano notiamo che né il sacerdote né il levita posticipano l’obbedienza alla legge rituale. Un uomo può anche morire. La legge va osservata. Grave errore. Prima viene l’uomo da salvare, poi ogni legge rituale. Prima viene Cristo da informare del miracolo ricevuto perché Lui possa assolvere il suo dovere morale di ringraziare il Padre per la grazia che gli ha concessa. Dopo che Cristo Gesù è stato informato, si può ritornare all’obbedienza alla legge rituale. Dinanzi ad un mondo da salvare, obbligo modale, e ad un cadavere da seppellire, obbligo rituale, si dovrà obbedire all’obbligo morale. La salvezza di un’anima viene prima di ogni ritualità. Questa verità santa Gesù ha sempre insegnato. Secondo il suo insegnamento si deve vivere. Questo non significa che la legge rituale sia priva di valore. Essa obbliga. Ad essa va data ogni obbedienza. Se l’obbedienza alla legge rituale contrasta con l’obbedienza alla legge morale, si deve sempre posticipare l’obbedienza alla legge rituale e preferire l’obbedienza alla legge morale. Questo lebbroso che torna perché Gesù lodi il Padre per il miracolo accordato, vive la perfetta legge morale. Ora che Cristo ha benedetto il Padre, lui potrà nuovamente riprendere l’obbedienza alla legge rituale e presentarsi al Sacerdote perché lo dichiari purificato dalla lebbra e nuovamente inserito nella comunità degli uomini. Gesù è vero Maestro di purissima luce di verità e amore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, aiutaci sempre ad agire con somma rettitudine di luce.