Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua
Ogni parola, gesto, azione di Gesù è un grande insegnamento per noi. Per entrare nella sua luce dobbiamo partire da una “verità” storica che nessuno mai dovrà ignorare. Il peccato dell’uomo sempre ha delle conseguenze disastrose sulla nostra vita, spesso anche di morte. Non solo può impedire in noi il perfetto compimento della volontà di Dio, addirittura potrebbe far sì che non si compia affatto. Il danno sarebbe incalcolabile non solo per noi, ma per l’intera umanità. Perché la volontà di Dio si compia secondo quanto Lui ha stabilito per noi, è necessario che noi mettiamo in ogni nostra azione tutta la sapienza, l’intelligenza, la prudenza, l’accortezza, sempre da chiedere allo Spirito Santo, il solo che può aiutarci a fare bene tutto quanto dipende da noi, in modo che il peccato dell’altro non impedisca il compimento secondo pienezza di verità, amore, giustizia, santità, di quanto il Padre nostro ha stabilito per noi.
La prudenza è grandissimo obbligo teologico, prima che morale. È morale perché teologico. È morale perché tutta la volontà di Dio si compia in noi, senza nulla omettere di essa. È divina volontà del Padre che Gesù prima della sua Passione e Morte istituisca i due grandi sacramenti della vita: il Sacerdozio ministeriale e l’Eucaristia. Deve istituirli durante la Cena Pasquale. Ma attorno a Lui c’è il vento distruttore del peccato di Giuda. Lui ha già preso accordi con i capi dei sacerdoti e gli scribi per consegnarlo loro. Quale occasione più propizia che rivelare ai nemici di Gesù il luogo della celebrazione della Pasqua? Le guardie sarebbero venute, avrebbero arrestato Cristo Signore con il favore delle tenebre. Tutto si sarebbe consumato con il favore della notte. Gesù deve porre ogni attenzione. Che Giuda voglia tradirlo è un suo problema. Che Gesù debba obbedire al Padre è gravissima missione da compiere. Come fare perché Gesù possa vivere nella più alta obbedienza, senza nulla tralasciare di ciò che il Padre gli ha comandato? Agire con somma prudenza. Anzi operare con prudenza di Spirito Santo.
Poiché la Pasqua va preparata e la si deve preparare in una casa, Gesù manda due dei suoi discepoli a prepararla, senza però rivelare agli altri il luogo. Neanche i due discepoli che vanno a preparare conoscono la casa. La conosceranno per alcuni indizi dati loro da Cristo Gesù. In città avrebbero incontrato un uomo che portava in mano una brocca d’acqua. Dove lo avrebbero trovato? Non è stato detto. Questo va seguito. Dove si sarebbe recato? Non viene rivelato. Dove lui entra, quello è il luogo della preparazione. Se Giuda vuole portare le guardie per arrestare Gesù, non può, almeno durante la Cena. Potrà farlo dopo, ma Lui, Gesù, ha compiuto perfettissimamente la volontà del Padre suo. Ecco a cosa serve la prudenza: a non essere investiti dalle conseguenze del peccato degli altri, per poter compiere la volontà di Dio in pienezza di obbedienza. È gravissimo peccato di omissione non dare compimento alla nostra vita per imprudenza. La prudenza deve essere per noi virtù più che necessaria, anzi indispensabile. È triste sentire che per imprudenza vengono commessi orrendi delitti: stupri, omicidi, forti, rapine, altre cose nefande. Ma è molto più triste sapere che per le nostre imprudenze si arresta il disegno di salvezza che Dio ha scritto per noi in favore degli altri.
Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano in che modo toglierlo di mezzo, ma temevano il popolo. Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro. Essi si rallegrarono e concordarono di dargli del denaro. Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo a loro, di nascosto dalla folla.
Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua». Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?». Ed egli rispose loro: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate». Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua (Lc 22,1-13).
Gesù è sommamente prudente perché illuminato dallo Spirito Santo. Ma Lui sempre è in perfetta comunione con lo Spirito. Nulla fa senza aver prima invocato lo Spirito di Dio. Può essere prudente oggi un uomo che neanche più crede in Dio? Senza fede nel Signore nessuna prudenza umana tiene. La vera prudenza è dono perenne dello Spirito Santo. Una persona imprudente non solo impedisce con il suo peccato che la volontà di Dio si compia in essa, fa sì che non si compia in nessun’altra persona con la quale si viene a contatto, a meno che l’altra persona non viva nella grazia del Signore, nella sua Santa Legge e può invocare lo Spirito di Dio perché la renda prudente in ogni cosa. Quale prudenza potrà mai avere uno che trasgredisce i Comandamenti? Può avere furbizia diabolica, ma non prudenza. La furbizia diabolica è già morte. Mai da essa potrà nascere la vita. Dal diavolo viene solo morte eterna.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci obbedienti alla Parola di Gesù.