Anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli
Sarà forse perché mi sono perso nella Scrittura Santa e non riesco più a trovare una strada per venirne fuori? O forse perché ormai le infinite parole che ogni giorno ascolto sono tutte parole di legno e non riescono a penetrare nella mia mente ed attecchire nel mio cuore? O forse ancora perché nessuno è riuscito a dimostrarmi razionalmente, con rigore logico, che il Vangelo non è più la carta dell’uomo, perché ormai tutti hanno le loro particolare carte e i loro personali dèi? Mi è difficile pensare che quanto dice Gesù sia tramontato e non abbia più alcun valore di verità né per il tempo “prima che si spezzi il filo d’argento e la lucerna d’oro d’infranga e si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo, e ritorni la povere alla terra, com’era prima, e il soffio itale torni a Dio, che lo ha dato” (Do 12,6-7) né per ciò che segue quando si entra nell’eternità. Una cosa però è certa. Oggi l’uomo vive senza alcuna verità sovrana, sovrumana, soprannaturale, eterna, divina. Ognuno ha il suo particolare codice e il suo numero di accesso.
Ma quanto finora detto sono solo ragioni di terra, anche queste sono parole di legno. Parola di legno invece non è quella sulla quale si è stabilito un contratto tra me e Cristo Gesù. Il contratto che Lui ha siglato con il suo sangue e scritto con la penna del suo Santo Spirito, sulla carta del cuore del Padre così recita: “Io, Gesù, di professione Salvatore e Redentore, scelto dal Padre mio per ricolmare te, uomo, della sua verità e della sua grazia, ti faccio dono della mia vita eterna, che è vita del Padre mio, se tu mi ascolterai, camminerai nella mia Parola, seguirai i miei insegnamenti, farai attenzione alla mia voce, non uscirai dal mio Vangelo. Se tu, uomo, accogli queste mie condizioni, io ti darà il mio Paradiso, perché il Padre me ne ha fatto dono. Se invece vuoi camminare con i tuoi dèi, le tue parole di legno, i tuoi vangeli di cenere o creta, puoi anche farlo. Ma non potrò darti il mio Cielo beato”. Chi sottoscrive questo contratto sappia che se esce da esso, libera Cristo Signore dal tenerlo in vigore. Il paradiso è nel contratto.
Prima di firmare il contratto, uno lo legge. Se gli conviene, lo firma. Non gli conviene, si astiene dal firmarlo. Ma anche una volta che è stato firmato, il contratto può essere rescisso dall’uomo. Sempre si può rescindere. Se questo accade, come cadono gli obblighi, così cadono anche le promesse. Oggi anche nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, molti dei suoi figli sono predicatori, annunciatori, professori che insegnano in nome di Cristo un falso contratto. È un contratto nel quale vengono solo prese in considerazione le promesse della vita eterna, mentre tutti gli obblighi di fedeltà alla Parola di Gesù, al suo Vangelo sono stati cancellati. Quanto hanno cancellato gli impegni in nome di Cristo, prima di ogni cosa hanno peccato e peccano gravissimamente con il Secondo Comandamento: “Non nominare il nome di Dio invano”. L’altro grande peccato è contro l’Ottavo Comandamento: “Non dire fala testimonianza ai danni del tuo prossimo”. Non solo si testimonia il falso contro Cristo, in più c’è il danno gravissimo contro l’uomo. Questi, ascoltando i falsi profeti, i falsi maestri, i falsi teologi, i falsi dottori, rischia la perdizione eterna. Il contratto è quello di Cristo, non quello degli uomini. Gesù garantisce solo la sua Parola, mai quella dei falsi profeti o dei falsi maestri e dottori. Il contratto è stipulato con Lui.
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli (Mt 10,26-33).
Il contratto di Gesù parla chiaro: “Tu mi riconoscerai davanti agli uomini. Io ti riconoscerà dinanzi al Padre mio che è nei cieli. Tu mi rinnegherai davanti agli uomini, io ti rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”. Ma che significa riconoscere e rinnegare Gesù? Riconoscere Gesù significa che chi ha sottoscritto con Lui il contratto dovrà dire ad ogni uomo che lui segue solo una Parola: quella del Vangelo, quella di Gesù. Lui non segue nessun’altra parola, né in bene e né in male. Ciò che Cristo dice, lui dice. Ciò che Cristo vuole, lui vuole. Ciò che la Parola comanda e da lui subito realizzato. Rinnegare è camminare con altre tre parole, altri vangeli, altre carte, altri principi, che non sono la Parola, il Vangelo, la Carta di Gesù. Oggi si fa a gara tra i discepoli di Gesù a chi presenta ai suoi fratelli e al mondo il contratto più alterato, modificato, contraffatto. È una guerra spietata nella quale ogni giorno ognuno viene fuori con una nuova falsità e una nuova modifica. Oggi sembra che stia prendendo vigore la proposta addirittura di un contratto con un Dio senza Cristo, senza Spirito Santo, senza Vangelo, senza Chiesa, senza relazione con il soprannaturale. L’umanesimo oggi sembra essere il nuovo di dio dell’uomo. Non si tratta dell’umanesimo secondo Dio, ma di un umanesimo senza Dio, nel quale ogni uomo potrà trovarsi. È triste, ma è così. Cristo è fuori.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da questo grande sfacelo.