Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi
Ci sono delle frasi proferite da Gesù nelle quali si rivela tutta la potenza della sua verità e la straordinaria eterna, umana e divina grandezza del dono che Egli è venuto a farci di se stesso. Il Vangelo però va sempre letto nello Spirito Sano, perché solo Lui è la sapienza, l’intelligenza, la luce vera di ogni parola di cui esso è composto. Dice Gesù: “Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. È giusto allora chiedersi? C’è misericordia in questa frase? C’è condanna? C’è separazione e distacco? C’è abbandono della città alla sua sorte che è solo di morte e non di vita? Questo liberarsi anche dalla polvere della città attaccata sotto i piedi dei missionari del Signore perché nasce dal cuore di Cristo Gesù? Dal suo cuore ricco di misericordia e di pietà?
I missionari di Gesù non sono mercanti che vanno per il mondo a vendere delle merci che ognuno potrà comprare altrove. Oggi in modo particolare tutti le grandi superficie contengono ognuna le stesse qualità di merci e quasi tutte allo stesso prezzo. A volte ciò che non si trova in un punto vendita lo si trova in un altro. Basta muoversi un poco e quanto si desidera lo si acquisterà di certo. I missionari di Gesù non sono dei venditori ambulanti che passano dietro ad altri venditori e subito dopo di essi altri venditori verranno per gridare la stessa offerta. I missionari di Gesù fanno una offerta unica, che nessun altro potrà mai fare. Nessuno l’ha fatta prima di Gesù. Nessuno la potrà fare dopo Gesù. Gesù è il solo, l’unico, l’eterno. I suoi missionari, i suoi discepoli, sono gli unici, i soli. Nessun altro potrà fare la stessa offerta. Questa offerta potrà essere accolta, ma anche rifiutata. A nessuno essa verrà imposta.
Essendo però una offerta di vita eterna, di vera salvezza, di ricomposizione della propria umanità, di pace per tutta la famiglia umana, chi la rifiuta, deve sapere cosa sta rifiutando. Come far capire alla città che essa sta rifiutando la via della vita, della pace, della verità, della giustizia, della grazia, della vera rinascita di se stessa? Come farle intendere che essa sta rifiutando il Paradiso e con la sua ostinazione rimarrà per sempre nella morte eterna? Il modo scelto da Gesù è quello di scuotere la polvere attaccata ai piedi dei suoi missionari. È anche la proclamazione del motivo per cui essi compiono questo gesto. Noi siamo venuti, vi abbiamo portato il dono di Dio, vuoi lo avete rifiutato. Noi siamo innocenti dinanzi alla vostra morte, alla vostra disumanità, alla vostra guerra, alle vostre lacerazioni. Domani non potete accusarci di non avervi servito, di non essere venuti. Sappiate però che il regno di Dio è vicino.
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città (Lc 10,1-11).
Dire al mondo la verità è la prima opera di misericordia. Annunziare il Vangelo, predicare Cristo, offrire la via della sua pace e della sua riconciliazione è la misericordia delle misericordie, perché è a misericordia madre di ogni altra misericordia. Scuotere la polvere è per il missionario attestazione della sua innocenza. San Paolo non dice forse questo? Non scuote lui la polvere quando afferma: “Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio” (At 20,17-21.26-27). Per scuotere la polvere si deve credere in Cristo, ma credere realmente, profondamente. Cristo deve essere la nostra stessa vita. Se i figli della Chiesa oggi non credono neanche essi in Cristo Gesù, se la loro coscienza è così lassa da dichiarare ugualmente vere tutte le religioni, anche se le une adorano ancora vacche, rane, topi, leoni, e le altre l’intera natura, se lo stesso Cristo è da essi paragonato ad uno di questi strani dèi, che senso ha scuotere la polvere?
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Cristo Gesù.