ÀLZATI, VA’ A NÌNIVE, LA GRANDE CITTÀ

MERCOLEDÌ 4 MARZO (Gio 3,1-10)

Il Signore, inviando Giona a predicare nella grande città di Ninive, ci rivela quanto è grande la sua misericordia e il suo amore. Lui veramente, realmente vuole che nessuno si perda. Questa verità così è annunziata dall’Apostolo Paolo, testimoniata e fondata sulla sua stessa vita: “Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna” (1Tm 1,12-16). Se il cristiano non riconosce la misericordia che il Signore gli ha usato, mai diventerà strumento per manifestare la misericordia del suo Dio. Paolo sa cosa è la misericordia. È il più grande annunziatore di essa.

Sempre nella stessa Lettera a Timoteo: “Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità” (1Tm 2,1-7). Se Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati, è compito dell’apostolo annunziare ad ogni uomo questa divina, universale volontà di salvezza di Dio. Ma il Signore attraverso Giona ci rivela anche quanto è potente la sua Parola. Una sola predicazione di Giona, fatta di appena sette parole – Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta – è stata così efficacemente onnipotente da convertire un’intera Città.

In quel tempo, fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Nìnive questo decreto: «Uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco e Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!». Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Cosa dobbiamo imparare da Giona? Due grandi verità, che sono essenza, sostanza, realtà della nostra fede. Veramente la misericordia di Dio è grande. Lui vuole che nessuno si perda. Vuole che tutti siano salvati per mezzo della predicazione del Vangelo. Dove il Vangelo non risuona, non c’è salvezza. L’uomo rimane nel suo peccato. Veramente la Parola di Dio possiede una onnipotente efficacia di conversione, quando essa è detta nella sua purezza, semplicità, verità. Quando noi tradiamo la Parola, perché predichiamo noi stessi e non più la Parola, la conversione non avviene, perché solo la Parola di Dio converte e solo per essa si raggiunge la vera salvezza. La storia attesta che in ogni luogo nel quale la Parola non risuona o dal quale essa è stata tolta, regna il deperimento del popolo e nessuna conversione avviene.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che crediamo con viva fede nell’efficacia della Parola.