ÀLZATI E UNGILO: È LUI!

MARTEDÌ 21 GENNAIO (1Sam 16,1-13)

Dio è sopra il re e anche sopra i suoi profeti. La sua Parola di salvezza e redenzione è divinamente ed eternamente oltre ogni volontà e ogni sapienza umana. il Signore è anche oltre gli occhi e gli orecchi dei suoi messaggeri e inviati. È Lui che sempre governa ogni cosa. Samuele è mandato nella casa di Iesse perché dovrà consacrare un re al posto di Saul. Il profeta non sa chi deve consacrare. Iesse ignora il motivo della visita. Invita sei dei suoi figli. Il più giovane è a pascolare il gregge e lo lascia nei campi. Davide è scelto da Dio, ma non dagli uomini. Per gli uomini non esiste. Samuele vede i sei figli di Iesse, ma il Signore lo invita a passare oltre: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Nel cuore dei sei figli di Iesse Dio non trova fedeltà, obbedienza, amore, spirito di servizio, capacità di grande sofferenza. Essi non sono secondo i desideri di Dio. Samuele rimane quasi interdetto. Il Signore lo manda per consacragli un re, ma nessuno è stimato da Dio degno di essere il suo re. Poi Samuele fa una domanda al padre: “Sono tutti questi i tuoi figli?”. Il padre gli risponde che ne manca uno, ma è troppo giovane per servire a qualcosa. Lui sa solo pascolare il gregge. L’ordine di Samuele è perentorio: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Quando Davide giunse al cospetto del profeta, non è stato Samuele a sceglierlo come re, ma è stato il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Come è possibile constatare, tutto è dalla volontà del Signore, dal principio alla fine. È Dio che rigetta Saul. È Dio che manda Samuele per consacrargli un nuovo re. È Dio che sceglie il re da consacrare. Il profeta è solo a servizio della volontà di Dio. Nulla deve venire da lui, tutto invece è da Dio.

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: “Sono venuto per sacrificare al Signore”. Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti dirò». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È pacifica la tua venuta?». Rispose: «È pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi, poi venite con me al sacrificio». Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare Sammà e quegli disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

È giusto mettere in luce una verità. Quanto vale per Samuele, deve valere per ogni ministro della Parola. Egli è obbligato a rinnegare mente, cuore, spirito, volontà, desideri, intelligenza, scienza, dottrina, esperienza, discernimento, insomma tutto ciò che viene da lui, per consegnarsi interamente nella mani del suo Dio, il quale esercita il suo governo per mezzo del suo Santo Spirito. Quando il ministro di Cristo Gesù si sostituisce allo Spirito Santo, lavorerà con metodi umani e non divini. Farà cose della terra, non del cielo. Si consumerà nell’immanenza, abbandonando la trascendenza. Si lascerà governare dalla sua umanità, ignorerà ogni riferimento al suo Signore e Dio dal quale tutto deve ricevere origine e compimento. Questa Legge è universale.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai l’uomo prenda il posto del suo Dio e Signore.