Allora Maria disse – L’anima mia magnifica il Signore

13 Maggio
Allora Maria disse

Dopo che l’Angelo ha parlato, Maria si dichiara “La serva del Signore”. Dopo che Elisabetta nello Spirito Santo, ha rivelato il mistero, Maria prende la parola per lodare il suo Dio: “Allora Maria disse”. È cosa buona, anzi più che giusta, chiedersi: quando Maria dice? Un confronto con Mosè e con la stessa Anna, la madre di Samuele, ci aiuta a cogliere la differenza che manifesta tutta la grandezza della fede della Madre di Dio. La sua è una fede mai esistita prima.

Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: «Voglio cantare al Signore, perché ha mirabilmente trionfato: cavallo e cavaliere ha gettato nel mare. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. È il mio Dio: lo voglio lodare, il Dio di mio padre: lo voglio esaltare! Il Signore è un guerriero, Signore è il suo nome. I carri del faraone e il suo esercito li ha scagliati nel mare; i suoi combattenti scelti furono sommersi nel Mar Rosso. Gli abissi li ricoprirono, sprofondarono come pietra. La tua destra, Signore, è gloriosa per la potenza, la tua destra, Signore, annienta il nemico; con sublime maestà abbatti i tuoi avversari, scateni il tuo furore, che li divora come paglia. Al soffio della tua ira si accumularono le acque, si alzarono le onde come un argine, si rappresero gli abissi nel fondo del mare.

Il nemico aveva detto: “Inseguirò, raggiungerò, spartirò il bottino, se ne sazierà la mia brama; sfodererò la spada, li conquisterà la mia mano!”. Soffiasti con il tuo alito: li ricoprì il mare, sprofondarono come piombo in acque profonde. Chi è come te fra gli dèi, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, terribile nelle imprese, autore di prodigi? Stendesti la destra: li inghiottì la terra. Guidasti con il tuo amore questo popolo che hai riscattato, lo conducesti con la tua potenza alla tua santa dimora. Udirono i popoli: sono atterriti. L’angoscia afferrò gli abitanti della Filistea. Allora si sono spaventati i capi di Edom, il pànico prende i potenti di Moab; hanno tremato tutti gli abitanti di Canaan. Piómbino su di loro paura e terrore; per la potenza del tuo braccio restino muti come pietra, finché sia passato il tuo popolo, Signore, finché sia passato questo tuo popolo, che ti sei acquistato. Tu lo fai entrare e lo pianti sul monte della tua eredità, luogo che per tua dimora, Signore, hai preparato, santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato. Il Signore regni in eterno e per sempre!». Quando i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri furono entrati nel mare, il Signore fece tornare sopra di essi le acque del mare, mentre gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare. Allora Maria, la profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un tamburello: dietro a lei uscirono le donne con i tamburelli e con danze. Maria intonò per loro il ritornello: «Cantate al Signore, perché ha mirabilmente trionfato: cavallo e cavaliere ha gettato nel mare!» (Es 15,1-21).

Allora Anna pregò così: «Il mio cuore esulta nel Signore, la mia forza s’innalza grazie al mio Dio. Si apre la mia bocca contro i miei nemici, perché io gioisco per la tua salvezza. Non c’è santo come il Signore, perché non c’è altri all’infuori di te e non c’è roccia come il nostro Dio. Non moltiplicate i discorsi superbi, dalla vostra bocca non esca arroganza, perché il Signore è un Dio che sa tutto e da lui sono ponderate le azioni. L’arco dei forti s’è spezzato, ma i deboli si sono rivestiti di vigore. I sazi si sono venduti per un pane, hanno smesso di farlo gli affamati. La sterile ha partorito sette volte e la ricca di figli è sfiorita. Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire. Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta. Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farli sedere con i nobili e assegnare loro un trono di gloria. Perché al Signore appartengono i cardini della terra e su di essi egli poggia il mondo. Sui passi dei suoi fedeli egli veglia, ma i malvagi tacciono nelle tenebre. Poiché con la sua forza l’uomo non prevale. Il Signore distruggerà i suoi avversari! Contro di essi tuonerà dal cielo. Il Signore giudicherà le estremità della terra; darà forza al suo re, innalzerà la potenza del suo consacrato» (1Sam 2,1-10).

Quando il popolo canta l’inno di lode e di benedizione al suo Signore? Quando vede il Faraone e il suo esercito in fondo al Mare. Quando è dall’altra parte del Mare. Quando Anna canta la sua lode al suo Dio? Quando ha avuto il figlio. Dopo che ha visto l’esaudimento della sua preghiera. Quando invece canta il suo “Magnificat” la Madre di Dio? Quando nulla ancora è compiuto. Quando tutto è visto con gli occhi della più pura fede. Lei fa sempre la differenza nella fede.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, accrescete la nostra fede.

L’anima mia magnifica il Signore

La Vergine Maria inizia il suo canto di lode, dicendo che la sua anima magnifica il Signore: “L’anima mia magnifica il Signore”. La sua anima vuole rendere grande il Signore, grandissimo. Su quale fondamento e perché la sua anima ha questo desiderio di proclamare che il suo Dio è grande, è grande senza misura, è l’eccelso, l’insuperabile, colui oltre il quale nulla esiste di più grande? Lasciandoci aiutare dalla Scrittura Antica anche in questo desiderio della Madre di Dio troveremo la differenza che distingue il suo cuore da ogni altro cuore che magnifica il Signore.

Davide chiede al Signore che il suo nome venga per sempre magnificato e suggerisce anche la formula: “Il Signore degli eserciti è il Dio d’Israele”. Il Signore è grande perché è il Dio degli eserciti, il Dio onnipotente, il Dio che compie ciò che vuole sulla terra e nei cieli. Davide loda il Signore perché gli ha promesso che sul suo trono sarebbe rimasto stabile in eterno.

Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore Dio: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è la legge per l’uomo, Signore Dio! Che cosa potrebbe dirti di più Davide? Tu conosci il tuo servo, Signore Dio! Per amore della tua parola e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose, manifestandole al tuo servo. Tu sei davvero grande, Signore Dio! Nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome operando cose grandi e stupende, per la tua terra, davanti al tuo popolo che ti sei riscattato dalla nazione d’Egitto e dai suoi dèi? Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro.

Ora, Signore Dio, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per sempre e fa’ come hai detto. Il tuo nome sia magnificato per sempre così: “Il Signore degli eserciti è il Dio d’Israele!”. La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te! Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d’Israele, hai rivelato questo al tuo servo e gli hai detto: “Io ti edificherò una casa!”. Perciò il tuo servo ha trovato l’ardire di rivolgerti questa preghiera. Ora, Signore Dio, tu sei Dio, le tue parole sono verità. Hai fatto al tuo servo queste belle promesse. Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è benedetta per sempre!» (2Sam 7,18-29. Cfr. 1Cr 17, 16-27).

Anche il Salmista vuole innalzare la magnificenza del Signore sopra i cieli. Se i cieli sono belli, se l’uomo è sua opera stupenda, quanto più bello è il Signore e quanto più grande. La sua magnificenza è sopra ogni altra magnificenza, anzi è la sorgente di ogni magnificenza creata,

O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! (Sal 8,1-10).

La vergine Maria non loda il Signore per le grandi cose da Lui fatte. Non contempla né la terra, né il Cielo, né gli Angeli, né altra creatura da Lui fatta. Questa contemplazione appartiene a tutta la Scrittura Antica. Essa vede la creazione, vede le stupende opere di Dio, le grandi e meravigliose sue opere e grida al suo Signore lo stupore del cuore e dell’anima. La Madre di Dio va ben oltre queste cose. Queste cose sono un nulla, ma veramente un nulla dinanzi a ciò che il Signore sta compiendo ed è sotto i suoi occhi. Per questa sua opera va magnificato.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi aiutateci a vedere l’opera grande di Dio.