Alla vista della città pianse su di essa
Nei Vangelo, Gesù piange due volte: sulla “morte alla fede” di Gerusalemme e sulla morte fisica del suo amico Lazzaro: “Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?» (Gv 11,32-37). In Matteo viene riportata la profezia di Geremia e applicata alle donne di Betlemme che piangono per la morte dei loro figli, trucidati da Erode, volendo colpire in essi Cristo Gesù. Questo pianto esprime tutta la crudeltà che vi è nell’umanità. È un pianto che mai finirà, perché ogni giorno la malvagità dell’uomo priva molti figli di Dio della loro vita. Rachele sempre piange e sempre piangerà, finché il peccato governerà la nostra terrà: “Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più (Mt 2,16-18). La storia è questo pianto perenne di Rachele.
Gesù ci avvisa. Colui che fa piangere in qualsiasi modo a causa della sua cattiveria e malvagità, se non si converte e non ritorna a Dio con tutto il cuore, prenderà su di sé per l’eternità ogni pianto da lui causato. Sarà scaraventato nelle tenebre, fuori, dove vi sarà pianto e stridore di denti: “Mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti” (Mt 8, 12). E li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti (Mt 13, 42). E li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti (Mt 13, 50). Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti (Mt 22, 13). Lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti (Mt 24, 51). E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti (Mt 25, 30). Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, e voi cacciati fuori” (Lc 13, 28). Ogni pianto causato si addosserà per l’eternità su quanti lo hanno generato.
Le donne di Gerusalemme piangono sulla sorte di Gesù vedendolo portare la croce e incamminarsi verso il Golgota. Lui si volta e così parla loro: “Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori” (Lc 23,27-32). Gesù è il Giusto, il Santo, il Figlio di Dio. Se Lui è trattato così, cosa avverrà di quanti sono figli del peccato e schiavi del principe del mondo? Quando la sciagura si abbatterà su di loro, la disperazione sarà grande. Lui è pronto per andare alla morte. Esse non sono pronte. Il pianto di Gesù su Gerusalemme proprio questa verità vuole profetizzare: in Lui piange tutto il popolo del Signore per la sua morte, la sua distruzione, la sua fine.
Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo (Lc 19,41-48).
Il pianto di Gesù diviene compimento della profezia contenuta nella prima delle Lamentazioni: “Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta, e con cui il Signore mi ha afflitta nel giorno della sua ira ardente. Dall’alto egli ha scagliato un fuoco, nelle mie ossa lo ha fatto penetrare. Ha teso una rete ai miei piedi, mi ha fatto tornare indietro. Mi ha reso desolata, affranta da languore per sempre (Lam 1,12-13). Gesù in questo istante nel suo spirito, quasi come per anticipazione, vive il dolore che si abbatterà sul suo popolo a causa della sua incredulità. Ha rifiutato la via della pace, dichiarandosi ostile al suo Salvatore e Redentore. È la morte di un popolo e di una nazione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci dal peccato, fonte del dolore.