Alla preghiera e al servizio della Parola

DOMENICA 10 MAGGIO (At 6,1-7)

Nella comunità cristiana tutto deve essere pensato, voluto, operato, deciso, stabilito dall’obbedienza a Cristo e allo Spirito Santo. Ognuno pertanto deve sapere cosa a lui comandano Cristo Gesù e lo Spirito del Signore. Conoscendo il comando, devono attenersi esclusivamente ad esso. Non possono agire di propria volontà. Ecco i comandi dati Gesù Risorto agli Apostoli: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20). “«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16,15-18). «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto» (Lc 24,46-49). “Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»” (Gv 20,21-23). “Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore»” (Gv 21,15-16). Ecco il mandato apostolico: Parola, preghiera, sacramenti. Ogni altra cosa va fatta dagli altri, ognuno secondo l’obbedienza ricevuta.

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

Carismi e ministeri vengono dati solo dallo Spirito Santo, secondo l’insegnamento di Paolo, o anche gli Apostoli possono conferire ministeri per il buon cammino della comunità cristiana? Gli Apostoli possono conferire ministeri, purché si rispettino alcune condizioni essenziali. Gli Atti degli Apostoli pongono come condizione: “Uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza”. San Paolo per Vescovi e Diacono ne pone altre anch’esse essenziali. Per il Vescovo: “sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro” (Cfr. 1Tm 3,1-7). Per i diaconi invece: “persone degne e sincere nel parlare, moderati nell’uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto”(1Tm 3,8-13). Senza le condizioni, il fine del ministero non si raggiunge. Significa che la comunità è condannata ad una sofferenza indicibile. È condannata alla sua stessa morte.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che sempre si obbedisca allo Spirito Santo e a Gesù.