Aborto ed eutanasia
Le risposte alle domande sono a cura del teologo Mons. Costantino Di Bruno, Assistente Centrale del Movimento Apostolico.
D. Se una donna è incinta, in pericolo di vita con la sua creatura, per salvarsi, è giusto abortire?
Nella morale cristiana il bambino deve avere la priorità sulla madre e se il bambino può vivere la madre deve sacrificare la sua vita per il bambino e non viceversa. Per cui la vita che tu dai non la puoi togliere per conservare la tua vita, tu puoi rinunciare alla tua vita perché la creatura che tu porti nel grembo possa continuare a vivere. Questa è la morale cristiana perché la madre è sempre madre di vita, non può essere madre di morte. Se tu devi scegliere vivi tu o vive tuo figlio, devi scegliere di dare la vita per tuo figlio. Dio ha fatto questa scelta, non potendo morire lui ha mandato il figlio per morire per tutti i suoi figli, per dare loro la salvezza. Questa è la scelta di Dio ed è la scelta di ogni padre e di ogni madre, perché i genitori devono essere padre e madre di vita e non di morte.
D. Il rispetto della dignità della persona. Cos’è la dignità?
La dignità nasce dalla verità. Qual’ è la verità di ogni persona? L’essere fatta ad immagine e somiglianza di Dio. Se tu porti l’immagine di Dio nel tuo cuore questa immagine va rispettata sempre, se tu perdi la tua verità perdi la tua dignità. Oggi c’è una contraddizione nel mondo, si mette l’animale sullo stesso gradino dell’uomo e questo non può andare in nessun modo perché l’animale è animale e tu lo rispetti come animale non lo puoi rispettare come uomo, l’uomo viene prima di ogni altra cosa perché nella creazione tutto è stato fatto per l’uomo, tutto è al servizio dell’uomo. Oggi questo non avviene perché non ci conosciamo, non sappiamo chi siamo, noi uomini abbiamo perso la nostra dignità perché ci siamo sganciati da Dio e tu sganciandoti dalla fonte non sai più chi sei. La dignità te la dona Dio però tu non hai adesso solo la dignità dell’immagine e somiglianza ma la tua dignità è superiore a tutto quello che può esserci nella creazione perché Cristo in Lui ti ha fatto figlio/a del Padre e tu hai la dignità di figlio di Dio. Un cane è una creatura, non può avere questa dignità, mentre tu uomo sei partecipe della divina natura, sei quasi divinizzato. Questa è la dignità dell’uomo che noi dobbiamo riconoscere perché Cristo ha fatto questo di noi cristiani. Se non riportiamo Dio nella nostra vita non abbiamo neanche l’uomo ed è questo il dramma dell’uomo di oggi, non avendo più Dio ha perso il contatto con l’uomo. Vi vorrei invitare stasera a fare qualcosa perché Dio sia riportato nei cuori, e questo è poi il frutto che il Movimento Apostolico deve produrre, portare Dio nei cuori perché l’uomo ritrovi la sua dignità.
D. In caso di violenza su una donna, per una eventuale gravidanza, questa può ricorrere alla pillola del giorno dopo? Il CCC dice che chiunque favorisca o aiuti un aborto è colpevole. I medici in questi casi si possono rifiutare?
Prima di rifiutarsi il medico ti devi rifiutare tu, perché caso mai non trovi un medico consenziente ne puoi sempre cercare un altro. Il problema è serio. Nel momento in cui avviene un concepimento, in qualunque modo avviene , c’è un essere cui è stata data la vita e questa vita non può essere più tolta perché non appartiene più a noi. Noi la possiamo curare, la possiamo far nascere, la possiamo educare, la dobbiamo elevare, fare tutto il bene possibile, però la vita non appartiene più a noi. Tu hai il potere di concepire e basta, una volta che hai concepito la creatura che porti nel grembo non ti appartiene più e non importa il modo. Quando hai concepito in qualsiasi modo, prima del matrimonio o dopo il matrimonio, con la passione o senza passione, con violenza o senza violenza, Dio ti dona l’anima cioè, Dio soggiace anche al tuo peccato. Ora se Dio infonde l’anima nel momento del concepimento, perché l’anima non viene dai genitori, quella vita non ci appartiene più, perché è sua e noi la dobbiamo rispettare. Io non ho nessun diritto sull’altro né di vita e né di morte. Per questo la Chiesa è contro l’aborto. Ed è contro tutte quelle forme che provocano l’aborto in qualunque modo. La pillola del giorno prima, la pillola del giorno dopo provocano la non nascita di una creatura e la Chiesa dice che ciò non è consentito. Non c’è appello alla dignità dell’uomo o della donna che possa opprimere un’altra dignità, perché non ci appartiene, non è nostra quella vita.
D. In merito all’eutanasia. E’ lecito rinunciare a trattamenti che possono prolungare la sofferenza in questa vita?
Eutanasia viene dal greco e significa la bella morte, la dolce morte. L’eutanasia è un’azione diretta dell’uomo a togliere una vita che sta per finire, e noi non possiamo intervenire attivamente a togliere una vita. Il problema lo risolve il papa Giovanni Paolo II nel “Vangelo della vita”, quando lui parla di un accanimento terapeutico che deve essere evitato. L’accanimento è quando tu vedi che ormai i tuoi giorni sono finiti e vuoi vivere per forza. In questo caso devi lasciare che la vita abbia il suo scorrere perché la morte fa parte della vita, e non puoi ricorrere ad un accanimento terapeutico per prolungare di qualche giorno la tua esistenza. Noi abbiamo avuto l’esempio di papa Giovanni Paolo II quando, negli ultimi giorni della sua vita terrena, ebbe una ricaduta, e prima di essere portato in ospedale chiese se aveva ancora possibilità di vivere. I medici gli dissero che ormai il suo giorno era venuto, e allora il papa decise che non si doveva più fare accanimento su di lui, e che avrebbe ricevuto solo l’assistenza ordinaria, perché ormai il suo tempo era venuto. Se invece c’è una speranza per vivere e ti puoi ancora riprendere, il tuo giorno non è venuto, allora non posso interrompere le cure perché causerei la morte e io non ho potere sulla morte. Come non ho potere sulla vita nascente così non ho potere sulla vita morente, non ci appartiene. Dobbiamo per quanto è possibile aiutarla nel suo naturale evolversi.
D. Qual è la dignità dell’embrione nella fecondazione in vitro?
Il problema è serio perché il metodo non và. La scienza medica deve aiutare l’uomo, non si può sostituire all’uomo. Il figlio è un frutto non un prodotto e se tu del figlio ne fai un prodotto non sei più nella linea di Dio, sei fuori. bisogna entrare nella verità della generazione che deve avvenire attraverso un atto di amore fra un uomo e una donna. Può essere aiutata poi la successiva fecondazione, ma quest’atto non si può sostituire, perché se quest’atto viene a sostituirsi noi abbiamo un prodotto e non un frutto. Chi non può avere figli allora cosa fa? Accetta la sua condizione umana e l’affida al Signore in grazia di Dio e sai che il Signore, nella sua infinita misericordia e nella sua benedizione, può sempre intervenire. La legge di Dio però va sempre osservata perché se non la osserviamo facciamo qualcosa che non è nelle sue sante disposizioni. Ma l’uomo cosa dice: “La scienza può quindi è lecito”. Il potere umano non è indice di verità perché Dio, che ha creato l’uomo, ha dato all’uomo la sua legge: “Dio li benedisse, e disse all’uomo e alla donna, crescete, moltiplicatevi riempite la terra”. Nella scrittura la potestà di concepire è sempre un benedizione di Dio e sempre bisogna chiedere il Signore questa benedizione. Il vizio turba il processo naturale della vita, impedisce la giusta fecondazione. Bisogna essere seri perché la vita và aiutata anche prima e non dopo, e molti oggi si stanno precludendo la via a poter essere madri e padri in senso giusto perché stanno rovinando il loro corpo con i vizi, e quando tu rovini un corpo cosa dai poi agli altri? Un corpo rovinato. Dobbiamo porre tanta attenzione, ogni circospezione, prudenza e saggezza. E’questa l’educazione. E non fare quello che si vuole, perché la natura ha le sue leggi e noi le dobbiamo rispettare, se non le rispettiamo la natura è contro di noi.
D. Se un individuo sceglie ad un certo punto di voler morire? Come si devono comportare gli altri?
La vita non ci appartiene, noi siamo i custodi della nostra vita. Togliersi la vita è una disperazione è un peccare contro il Signore. Il Signore non ha dato a noi solo la vita ma ci ha donato la grazia e la verità. Se noi educhiamo una persona a vivere di grazia e di verità, con la grazia la sofferenza tu la porti, la vivi. Quando San Paolo andò a lamentarsi con il Signore perché voleva essere liberato dalla spina che portava, perché non ce la faceva più, era pesante, il Signore rispose a Paolo: “Paolo ti basta la mia grazia”, e Paolo uscì da questo incontro con Dio con una frase stupenda: “Quando sono debole è allora che sono forte”, perché la grazia di Dio agisce in me, e se la grazia di Dio non agisse anche se io fossi forte sarei sempre debole. Noi cristiani abbiamo gli strumenti della verità, della grazia, della parola, della preghiera, del conforto. La Vergine Maria è ai piedi della croce e prega per il figlio, perché deve assisterlo. Nell’Ave Maria che recitiamo noi le chiediamo l’assistenza adesso e nell’ora della nostra morte, le chiediamo assistenza perché il dolore e la sofferenza sono duri per tutti, però con la grazia di Dio ce la facciamo. Non possiamo noi vivere una vita cristiana senza la fede nella grazia e nella verità. Allora vivi di grazia, di verità, credi e la sofferenza riuscirai a portarla. Ma la vita non ti appartiene, se te la togli commenti un suicidio e se tu obblighi un altro a togliertela commetti un omicidio e un suicidio insieme. Cristo per andare in croce si preparò, allora occorre che noi ci prepariamo ogni giorno a vivere la nostra croce, occorre che noi entriamo in questa visione globale della fede.
D. Il tribunale dei minori di Trento ha dichiarato adottabile la bimba di una mamma “povera”. La mamma aveva manifestato palesemente la volontà di voler far nascere e tenere la bimba. Fermo restando che per la fede cattolica viene esclusa la possibilità dell’aborto, cosa avrebbe dovuto fare la mamma, farla nascere e darla alle istituzioni privandola dell’amore materno o condurre una vita povera e disagiata per entrambe?
Il problema non è di togliere la bambina, perché questa sentenza non è giusta, ma che tu devi dare alla madre la possibilità di poter accudire bene la sua bambina. La società civile è civile se è capace di aiutare il mondo della sofferenza. La chiesa è chiesa se è capace di aiutare il mondo della sofferenza. Noi cristiani siamo cristiani se siamo capaci di aiutare questo mondo. Togliere una bambina alla madre è un atto di crudeltà, è un atto disumano. Questa madre voleva tenere la bambina, voleva essere vera madre, però è povera. Allora i poveri non possono avere più figli? A tutti i poveri bisogna che i figli vengano tolti? Oppure devi fare in modo che i poveri non ci siano? Bisogna dare quell’aiuto necessario, quel sussidio, in modo che la madre e il bambino possano crescere insieme, questa si chiama carità cristiana e si chiama anche civiltà. Una civiltà è civile non quando guarda al bene dell’uno ma quando guarda al bene dei due e il bene dei due non è la separazione, è l’unione. Il bene di un bambino è che viva con la madre e il bene di una madre è di vivere con il suo bambino. Dobbiamo vivere la carità, vivere la sussidiarietà, vivere la vera socialità, fare quelle leggi giuste che possano aiutare una madre in queste condizioni a poter trovare un sostentamento decente. Questa è la legge di Dio. Oggi le leggi degli uomini fanno quello che vogliono: l’aborto è per legge umana, il divorzio è per legge umana, ma non perché la legge umana dice questo la legge di Dio lo convalida e l’approva. Ci sono anche sentenze inique e noi come cristiani lo dobbiamo dire. Questa sentenza è iniqua perché l’atto è iniquo, sottrarre una bimba al calore a all’amore di una madre. Però se siamo credenti, se siamo cristiani, se siamo civili, dobbiamo aiutare questa madre. E se tu, che vuoi adottare una bambina e la ami così tanto, allora adottala nella casa in cui la bambina vive, perché amare significa dare qualcosa all’altro non prendere qualcosa. Prendere non è amare è egoismo. Dare, invece, è amare.
D. Nel caso in cui la persona scopre di avere un male incurabile può scegliere di interrompere le cure che possono solo rimandare di qualche mese la morte, però provocando grande dolore e sofferenza, oppure deve per forza sopportare le cure?
Tutto ciò che può alleviare il tuo dolore lo puoi usare, non sei condannato/a a soffrire ad ogni costo, e se la scienza umana ti può aiutare a sentire di meno il tuo dolore, a fartelo vivere con dignità te ne puoi servire, anche perché tu non sai il limite di sopportazione del tuo dolore, e potresti anche arrivare alla disperazione. Ti puoi servire di tutti quei ritrovati della scienza che ti aiutano a vivere bene la tua sofferenza ,a vivere bene la tua malattia e a preparare bene la tua morte. La morte va preparata e preparata bene.
D. In merito alla donazione degli organi. C’è chi sceglie dopo la morte di dare il proprio corpo alla scienza per fare degli esperimenti. E’ lecito fare esperimenti sui feti concepiti nei primi giorni di vita? E nel caso dei feti morti?
Distinguiamo ciò che è corpo morto dal corpo vivo. Il corpo vivo non ti appartiene e tu non puoi fare esperimenti, tu non puoi concepire per fare esperimenti, perché ciò viene a ledere la dignità della persona che già esiste dal momento del concepimento. Per quanto riguarda la donazione degli organi, quando tu sei morto/a puoi dare i tuoi organi, non c’è nessuna limitazione , la limitazione nasce quando tu sei in vita. Non puoi dare una parte del tuo corpo se ti arreca un maleficio più grande del beneficio che tu rechi al fratello. A te non deve venire un male più grande di quello che tu vuoi risolvere. La tua vita è uguale in dignità a quella dell’altro e tu hai una vocazione particolare, singolare, perché Dio ti ha creato per un fine che tu devi portare a compimento. Il fine di ogni persona è talmente alto che tu non puoi uccidere una persona per fare esperimenti perché trattasi di persona umana. Ma se tu parti dalla fede della Chiesa ottieni un risultato, se parti dal bisogno dell’uomo hai un altro risultato. La scienza dice ciò che posso io lo faccio, perché posso scientificamente, ma se vai contro la dignità della persona ti devi astenere. La scienza può sempre lavorare purché abbia il rispetto per la persona umana, perché non si può distruggere una persona.
D. Cosa pensa la Chiesa delle cellule staminali estratte dal cordone ombelicale?
Qui non si viene a ledere alcuna dignità, la scienza può agire come vuole secondo quelle che sono le sue vie e le sue possibilità, perché non c’è violazione dell’essere umano. Può agire come vuole, purché ci sia sempre un fine buono, santo, onesto, giusto, di carità e di salvezza.
D. Nel caso che ci sia una persona che sia stata dichiarata clinicamente morta e viene tenuta in vita solo da alcune macchine che l’aiutano a respirare o a cibarsi. Perché questo caso non viene considerato accanimento terapeutico?
Perché una persona possa essere dichiarata morta non bastano queste cose. Nelle Chiesa abbiamo una bella espressione per definire la morte di una persona: è spirata, cioè l’anima è uscita dal corpo, perché se l’anima non esce dal corpo la persona non è morta. Cristo Gesù reclinò il capo e rese lo spirito, è morto. Se non partiamo da questa certezza che finché l’anima è nel corpo l’uomo è vivente, tu puoi fare quello che vuoi perché una macchina ti può dichiarare sempre morto, ma non sei morto, sei vivente e, se sei vivente, ti devo trattare come essere vivente e ti devo dare quello che è possibile perché tu possa continuare a vivere. Quando tu naturalmente spirerai la tua anima, te ne andrai nell’eternità. Ma fino ad allora io devo cooperare sempre alla tua vita e non alla tua morte, e questo lo debbo fare in ogni momento, in ogni cosa, in ogni istante. La vita va protetta, va curata, va custodita dal primo istante del concepimento fino alla sua morte naturale.
D. Se aspetti un bambino e sai che questo bambino può avere qualche malformazione o che lo metti al mondo e poi muore, cosa devi fare?
Devi lasciare che la natura faccia il suo corso. Se puoi aiutare a migliorare la sua nascita anche nel grembo materno lo puoi fare, però non puoi impedire alla natura di realizzare il suo corso naturale, perché tu faresti un atto di violenza al bambino e noi la violenza non la possiamo mai usare. Ci vuole tanto garbo, tanta saggezza, tanta sapienza. Cosa puoi fare di bene per questo bambino, fallo perché il bene bisogna farlo sempre. Cosa puoi fare di male, non lo fare mai perché il male non lo possiamo fare mai, noi non possiamo fare male a un bambino. Togliere la vita è un male. Se la scienza ti può aiutare lasciati aiutare sempre, perché la scienza è per la vita e non per la morte, il medico è per la vita e non per la morte altrimenti che medico è, una mamma che è per la morte che mamma è, la mamma è per la vita. Ma perché assumersi questa grande responsabilità, questo peso? Perché questo è l’amore, amare è prendersi il peso dell’altro, come dice San Paolo: ”Portate i pesi gli uni degli altri e la legge di Cristo è realizzata”. Tutto questo costa, però dona gioia, perché c’è il vero amore, e tante mamme che hanno bambini portatori di Handicap hanno la gioia di servirli e amarli e questo le ricompensa perché si dona un significato pieno alla vita, si vive la maternità che dona la vita. Questo è possibile farlo nella fede, perché senza la fede vedi il bambino come una cosa di cui ti puoi anche liberare, e non lo vedi come il frutto del tuo grembo che deve andare avanti perché anche in quella nascita c’è un mistero di salvezza che si compie. Bisogna pregare perché il Signore custodisca il frutto del grembo dal primo istante sino alla fine. Una mamma deve chiedere nella preghiera che il Signore custodisca il bambino, che cresca sano, che si sviluppi bene perché anche questa crescita armoniosa deve venire dal Signore.
D. Se un bambino ha la leucemia e i medici dicono che lui per salvarsi ha bisogno del concepimento di un altro figlio. La dignità del bambino che dovrà nascere come si pone in questo caso?
Tu puoi sempre concepire un bambino, è nella tua libertà poterlo concepire, per quale fine lo concepisci per lui o per l’altro? Perché poi lo devi amare quel bambino, per sempre. Ogni bambino và concepito per se stesso. Che poi possa aiutare il fratello è un’altra cosa. Il fine esclusivo dell’aiuto è un poco scarso come verità cristiana, perché ogni essere umano nasce con un fine stabilito da Dio non dall’uomo. Che poi l’uomo posso cooperare al fine dell’altro uomo questa è carità e che io possa salvare mio fratello è carità, ma tu mamma mi devi concepire per me stesso perché mi devi amare per me stesso. Io domani potrei anche non risolvere il problema dell’altro e tu mi devi comunque amare, perché sono tuo figlio. Qual’è il fine dell’uomo? perché nasce un uomo e chi dona una finalità all’uomo? La vita non è solamente naturale ma è anche spirituale. Magari il bambino ammalato vive senza vita naturale, però ha una vita spirituale intensissima mentre l’altro, il bambino sano, può vivere con una vita naturale bella ma ha una vita spirituale mortificante. Non è giusto questo, perché il bambino va amato nel corpo e nello spirito, nel tempo e nell’eternità. Il bambino và amato per se stesso e tu mamma devi concepire perché vuoi dare la vita e la devi dare perché senti che dentro di te scorre una vita nuova.
Indicazioni fornite da Mons. Costantino Di Bruno per la preparazione dell’incontro:
– Catechismo della Chiesa Cattolica dal numero 2258 al numero 2317
– Giovanni Paolo II: Il Vangelo della Vita