Abbiate sale in voi stessi

Gesù vuole i suoi discepoli saggi, sapienti, intelligenti, capaci di leggere la verità non solo nella Scrittura, ma anche nella storia universale e particolare che giorno per giorno essi sono chiamati a vivere. A nulla serve leggere la verità della Scrittura se poi si è incapaci di leggere la verità che Dio scrive nella storia. A che serve la verità del Vangelo se poi non la si traduce in luce e in verità storica? Chi legge falsamente la storia, falsamente leggerà la Scrittura. Chi interpreta falsamente la storia, falsamente interpreterà sempre il Vangelo.

Un cristiano stolto non è tenebra solo per se stesso, è tenebra per il mondo intero. Mentre un cristiano che è luce, verità, sapienza, saggezza, è luce, verità, sapienza, saggezza per il mondo intero. Un cristiano che è stolto in politica, è stolto anche nel Vangelo. Non vi sono due cristiani: uno nella storia e uno nel Vangelo, uno nel mondo e uno nella Chiesa. Il cristiano è uno, se è tenebra in politica, è tenebra nella Chiesa. Se è tenebra nel mondo, è tenebra anche nella Scrittura, nel Vangelo. Se è tenebra nella parola, è tenebra nel cuore.

Se il cristiano è tenebra con gli altri, sarà anche tenebra con se stesso. Mai potrà essere insieme luce e tenebra, verità e falsità, giustizia e ingiustizia. Chi è tenebra nella politica, nell’economia, nella scienza, nelle finanze, nell’amministrazione, nella filosofia, nella retorica, nell’uso della penna, dell’immagine, della voce, nei mass- media, è tenebra anche nella comprensione di Cristo e del suo Corpo mistico. È tenebra per la terra e per il cielo, per il tempo e per l’eternità. Oggi il cristiano è tenebra. Non conosce la potenza del peccato, del male. È tenebra perché pensa che si debba concedere ad ogni uomo licenza, anzi diritto a peccare, ignorando che il peccato sempre produce frutti di morte spirituale e anche fisica.

Oggi a tutti è data licenza di peccare con la parola, la penna, le immagini, gli spettacoli, le discussioni, la critica, la mormorazione, la falsa testimonianza, la trasgressione della Legge divina, le molteplici ingiustizia fatte passare per diritto. Qual è la stoltezza del cristiano? Quella di pensare che tutti questi mali non producano morte, orrenda morte. Oggi il cristiano vuole essere un coltivatore di vizi. A tutti deve essere data libertà a seguire i loro vizi. Poi quando i frutti di morte esplodono, maturano – e infallibilmente matureranno – allora si piangono le morti da essi prodotti, con infinita falsità e menzogna. Si approva il vizio, lo si difende, si piange sulla morte che esso produce. Si vuole il peccato, poi si impreca sui suoi frutti avvelenati.

Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri» (Mc 9,38-49).

Qual è il sale che Gesù chiede ad ogni suo discepolo? È la sapienza di vivere ogni cosa in vista dell’eternità. Vivere solo per la terra è infinita stoltezza. Rincorrere la gloria di questo mondo è stoltezza. Attaccarsi alla ricchezza è stoltezza. Così come è stoltezza ogni forma di male che si commette, specie se questo male si chiama scandalo. Ogni male ci impedisce di raggiungere la vita eterna. Guadagnare il mondo intero, ricevere gloria dagli uomini, cercare il loro consenso, vivere solo per l’attimo è stoltezza. Tutte queste cose conducono alla perdizione eterna. Il tempo è un istante, un attimo, un niente per rapporto all’eternità. Perdere l’infinito per il nulla, perdere Dio per una cosa creata, è sublime stoltezza. Gesù non vuole questo dai suoi discepoli. Per questo chiede loro di avere sale in se stessi. Essi devono ponderare, misura, pesare ogni cosa. Quanto non garantisce l’eternità, va eliminato dalla loro vita. Se però si dice e si insegna che la beatitudine eterna è per tutti, a nulla serve essere cristiani e a nulla serve la saggezza. Oggi il mondo cristiano è sommerso dalla stoltezza. Tutti ormai sono convinti che l’albero del male produca una eternità beata. Tutti credono che il peccato sia non incidente in ordine alla nostra eternità. Si può vivere come si vuole, tanto alla fine la misericordia di Dio trionferà.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sapienti e intelligenti.