Tematiche e Logo del Convegno di Maggio

Il Primo Convegno Nazionale del Movimento Apostolico, che sarà celebrato nei giorni 10.11.12 Maggio, ci vedrà impegnati a studiare, riflettere, meditare, dialogare su tre temi di largo respiro, sia per le Chiese Particolari, che per la Chiesa universale, nella quale tutto deve confluire per rivestirsi della verità di Cristo Gesù e dalla quale deve sempre partire se vuole portare ad ogni uomo il Vangelo della Salvezza nella sua essenza più pura, più santa, più completa.

La prima sera S.E. REV.MA MONS. ANTONIO CILIBERTI, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro– Squillace, si intratterrà con noi su: “Movimenti ecclesiali e nuova evangelizzazione nella pastorale diocesana”. Ogni Movimento non solo deve formare gli Aderenti nella conoscenza del carisma particolare mediante il quale ognuno deve portare il suo specifico contributo nell’evangelizzazione della realtà locale nella quale esso vive, deve altresì mettere ogni impegno a che il suo carisma particolare sia interamente travasato e vissuto nella grazia personale di ogni membro. La pastorale diocesana è sempre orientata su due fronti: la solida formazione di coloro che vivono nel seno della comunità cristiana; l’annunzio e il ricordo del Vangelo a tutti coloro che sono fuori. Essa è segnata da una forte crescita nella verità e nella grazia dei membri attivi della Chiesa, di un altrettanto forte risveglio della fede dei tiepidi, degli assopiti, dei dormienti spirituali, di quanti vivono senza alcun riferimento alla Parola di Gesù Signore. La pastorale diocesana non può dunque prescindere dalla persona singola. È la singola persona il punto di incontro con il mondo intero. Ognuno si può già preparare al convegno facendosi alcune semplicissime domande: come il carisma del Movimento Apostolico vive tutto nel mio carisma personale? Nell’unione di grazia, verità, carisma qual è il mio impatto nell’evangelizzazione del mondo al quale appartengo e nel quale vivo? Può guidare la risposta questa parola della Scrittura: “Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo” (Ef 4,1-7).

Il secondo giorno S.E. REV.MA MONS. VITTORIO MONDELLO, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria–Bova, svilupperà il tema: “La comunione nella verità. Ministeri e carismi a servizio dell’identità e della missione cristiana”. Ogni cristiano è chiamato a camminare nella verità che è una sola: la Parola rivelata di Dio, contenuta nella Sacra Scrittura, compresa e definita dalla Sacra Tradizione e dal Magistero, illuminata e condotta verso la sua pienezza tutta intera dallo Spirito Santo che aleggia nella Chiesa. Scrittura, Tradizione, Magistero sono fonte unica della verità, non tre sorgenti, ma una sola sorgente. Senza il ministero del Magistero, che deve discerne carisma da carisma, carisma vero da carisma falso, non c’è cammino nella verità. Il ministero del Magistero è garanzia di ogni carisma all’interno della Chiesa. Il Magistero discerne il carisma, il carisma aumenta le potenzialità evangelizzatrici dello stesso Magistero. Un Magistero senza carismi si priva della speciali grazie dello Spirito Santo in ordine alla santità e alla missione cristiana. Un carisma senza il Magistero è condannato alla sua estinzione, alla sua morte, perché ben presto sarà avvolto dalla tentazione del mondo e trasformato in mondo. Quanto detto del Magistero vale per ogni Ministero nella Chiesa. Cosa è il Ministero se non la sorgente della grazia e della verità attraverso la quale ognuno nutre il suo particolare carisma? Un carisma che non si nutre di verità, che non si alimenta di grazia non serve né a Dio, né alla Chiesa, né al mondo. È un carisma svuotato della sua anima vitale. Ognuno può iniziare a chiedersi: il carisma personale e quello del Movimento cui appartengo è sempre alimentato della grazia e della verità che viene dal Ministero Ordinato? Vivo di perfetta comunione nella Verità che mi è data dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione, dal Magistero? Verità e grazia che sempre ricevo dalla Chiesa le metto a servizio per l’edificazione dell’unica Chiesa? Qual è la verità della mia appartenenza alla Chiesa e alla sua missione? Non ci sono tre missioni: una della Chiesa, una del Movimento, una della singola persona. Ma c’è una sola missione: quella della Chiesa, che si vive nel Movimento, che si vive nella Persona. La Parola di Dio guiderà la nostra riflessione, incanalandola sulla giusta via: “È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. Vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità” (Ef 4,11-13.15-16).

Giorno 12 Maggio, S.EM.ZA REV.MA. CARD. ANGELO SCOLA, Patriarca di Venezia, parlerà a noi sul tema conduttore del Convegno Ecclesiale di Verona: “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo: Spirito, Verità, Comunione, Testimonianza cristiana”. Con la sua croce Gesù insegna al mondo intero qual è il fine della vita umana. Essa ci è stata donata perché noi ne facciamo un dono a Dio, alla sua volontà. La nostra è vita perché è dono, più essa è dono e più è vita. Dalla croce sgorga la vita per l’intera umanità, perché su di essa si consuma la totalità del dono. È dal corpo trafitto di Cristo Gesù che sgorga lo Spirito datore della vita. Il corpo trafitto di Cristo è pertanto la fonte, o sorgente perenne della vita. La risurrezione è il frutto della croce. È la vita ridonata, ma totalmente trasformata, perché resa in tutto simile a Dio. Anche nel suo corpo Cristo è stato reso perfettamente ad immagine e somiglianza di Dio. Egli è ora rivestito di incorruttibilità, immortalità, spiritualità, gloria eterna e divina. Questo è il frutto della croce. Ripieno di Spirito Santo, il cristiano cammina nella Chiesa verso la verità tutta intera. Qual è questa verità? Fare della sua vita, oggi, un dono d’amore a Dio in favore dei suoi fratelli, in tutto come ha fatto Cristo Gesù. Divenendo dono, la vita del cristiano si fa comunione, facendosi comunione diviene testimonianza. Questo mistero non può compiersi se non in Cristo, con Cristo, per Cristo, nella sua Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Facendosi dono a Dio per il bene dei suoi fratelli, il cristiano entra nel perfetto compimento della volontà del Padre. È infatti il Padre che stabilisce a chi darci, come darci, quando darci nella più alta e perfetta verità. Sottraendosi alla volontà degli uomini, il cristiano si incammina anche lui sul sentiero della croce, che dovrà condurlo all’immolazione, al dono supremo, ad amare sino alla fine. La domanda che ognuno di noi dovrà farsi è questa: Dio è il Signore della mia vita? Quanto di me appartiene a Dio e quanto a me stesso, o agli altri? È lo Spirito del Signore che muove i miei passi, oppure è il mio istinto, i miei sentimenti, il mio cuore, la mia volontà? Quanto ho rinnegato di me stesso per consegnarmi interamente alla verità tutta intera cui conduce lo Spirito del Signore? Nelle risposte possiamo lasciarci aiutare da questa Parola di Gesù: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio” (Cfr. Gv 15, passim).

È giusto che si dica una parola anche sul logo del Convegno. Dal Crocifisso un raggio di luce illumina la tenda del Movimento Apostolico. Dalla tenda illuminata dalla luce che proviene dal Crocifisso parte una strada che raggiunge l’uomo. L’uomo non vede la luce di Cristo, vede invece la luce della tenda che raffigura il Movimento Apostolico, che è tenda nella grande tenda che è la Chiesa fondata su Pietro. Lasciandosi attrarre dalla luce che inonda la tenda del Movimento Apostolico e progredendo verso di essa, in essa anche lui è inondato direttamente dalla luce di Cristo Gesù. Attraverso la luce mediata l’uomo deve giungere alla luce immediata, diretta di Cristo Signore. La luce illumina tutta la scena del logo. Provate per un istante a oscurare la luce della tenda, l’uomo rimarrebbe smarrito, confuso, non vedrebbe più la luce mediata, attraverso la quale egli deve andare a Dio. Se ognuno di noi, che è luce della luce di Cristo, della Chiesa, del Movimento Apostolico, annulla la sua luce, perché diviene tenebra, il mondo intero rimane come stordito, intontito, confuso, smarrito. Manca della luce del cristiano che lo ancora alla luce di Cristo Gesù. Grande, sotto ogni aspetto, è la nostra responsabilità. Per noi l’uomo vede la luce di Cristo, per noi essa gli rimane velata.

La Vergine Maria, Madre della Redenzione, dal Cielo interceda affinché Cristo Gesù benedica questi giorni e li illumini con una luce intensissima, fortissima, capace di abbagliare ogni uomo come ha abbagliato Saulo sulla via di Damasco. Gli Angeli e i Santi veglino sul Convegno perché la più grande gloria salga al Padre nostro che è nei cieli, in Cristo Gesù, per opera dello Spirito Santo.